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Ausl Unica, Rifondazione sta con Balzani

Ci dispiace costatare che il Sindaco di Forlì se ne accorga solo adesso e dopo aver avallato, nei mesi scorsi, l'inter seguito a livello locale dentro le Conferenze Sociosanitarie, ma di certo, la riflessione sull'azienda sanitaria unica della Romagna deve essere approfondita

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Ci dispiace costatare che il Sindaco di Forlì se ne accorga solo adesso e dopo aver avallato, nei mesi scorsi, l'inter seguito a livello locale dentro le Conferenze Sociosanitarie, ma di certo, la riflessione sull'azienda sanitaria unica della Romagna deve essere approfondita ma soprattutto partecipata, non deve coinvolgere solo le Conferenze dei vari comprensori ma trovare forme di consultazione diretta dei cittadini ampliando l'arena della discussione. D'altra parte, è troppo facile scaricare le colpe sulla Regione quando i veri decisori sono stati i Sindaci.
Sul piano concreto non devono mancare nessuno degli elementi essenziali per giungere ad una decisione e alla costruzione di percorsi inediti per il nostro territorio. Occorre, innanzitutto, una ricognizione attenta dei servizi già in essere, un’analisi puntuale dei bisogni che deve rideterminare la mappa dei servizi, individuare le economie che deriverebbero dall’operazione di fusione, stabilire il reimpiego sul territorio delle risorse liberate, determinare i metodi decisionali e la governance.
Il tema del governo dell’azienda sanitaria è fondamentale per impostare l’intero processo, partiamo dalla situazione in cui 4 conferenze socio sanitarie dei 4 territori, composte dai sindaci e dai rappresentati delle province determinano il piano delle azioni socio sanitarie del loro territorio di competenza; in realtà questo sistema non è propriamente efficace e rischia di svuotare la funzione di controllo e di indirizzo, poiché spesso più che luoghi di discussione reale e di decisione, diventa luogo di assenso incondizionato e presa d’atto di pianificazioni decise dai direttori generali. In più se il naturale sbocco è la costituzione di una conferenza socio sanitaria unica della Romagna, comprendendo tutti i sindaci, ecc., diventerebbe un organismo mastodontico e davvero sarebbe  ingestibile ed ingovernabile l’azienda unica. Sembra di buon senso lavorare invece su distretti territoriali omogenei maggiormente gestibili e più vicini ai cittadini; nel riassetto, perciò, è necessario prevedere , per coinvolgere i territori, forme di consultazione permanente in grado di far partecipare le persone alla pianificazione dei servizi e delle decisioni oltre alle Istituzioni preposte.
L’azienda unica certamente libererebbe risorse, razionalizzando gli uffici amministrativi, le direzioni generali, uffici legali, acquisti comuni ecc, purchè si salvaguardino i lavoratori, la qualità e la capillarità dei servizi, reinvestendo nel territorio tutto ciò che deriva da questa unificazione.
Se la complessa operazione viene prevista unicamente per far fronte ai tagli della spending review, predisponendo quindi un processo approssimato e affrettato oltre a partire male avrà un approdo disastroso, perciò sicuramente occorre valutare attentamente tutti gli aspetti, predisporre una bozza chiara e precisa da discutere in maniera ampia e partecipata con tutti i principali portatori d’interesse, a partire dai cittadini, tramite assemblee territoriali pubbliche.

Nicola Candido
Segretario PRC fed. Forli

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