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Biodigestore di Forlimpopoli, Rifondazione Comunista: "Colpa di politiche neoliberiste"

"La ditta che vuole costruire il Biodigestore a Forlimpopoli ha diffidato la Provincia ed ha minacciato di “esercitare ogni azione per la tutela dei propri diritti e interessi” e, eventualmente, di chiedere il risarcimento dei danni subiti e subendi”

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

La ditta che vuole costruire il Biodigestore a Forlimpopoli ha diffidato la Provincia ed ha minacciato di “esercitare ogni azione per la tutela dei propri diritti e interessi” e, eventualmente, di chiedere “il risarcimento dei danni subiti e subendi”. Una pretesa che a prima vista potrebbe sembrare peregrina, ma che nel contesto normativo che si sta realizzando diventerà la prassi e, nel volgere di qualche anno, metterà in discussione valori e comportamenti che oggi ci paiono scontati. Le attuali normative nazionali ed europee, determinate e approvate sia dal centrodestra (Lega Nord compresa), sia dal centrosinistra, infatti, hanno assunto come punto di riferimento la logica neoliberista, dove il mercato e il profitto prevalgono su ogni altro interesse, anche sulla salute dei cittadini, per la quale, al massimo, ci sarà una compensazione monetaria. E nei prossimi anni le cose peggioreranno. Se sarà approvato il Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP), tutti gli ambiti di rilevanza economica della società, dalla Sanità, all’ambiente, dalla Scuola ai trasporti, ecc. ecc. dovranno sottostare alla logica del mercato e anche gli Stati Nazionali, come ora accade alla Provincia, potranno essere portati davanti ad un tribunale ed essere costretti a pagare i danni per eventuali mancati guadagni. Sembra pazzesco, ma è la realtà che si sta imponendo, purtroppo, nel silenzio generale. Tuttavia, per contrapporsi a questa deriva occorre identificare le responsabilità e analizzarne la portata. È ridicolo, infatti, che esponenti del Partito Democratico locale facciano finta di opporsi a questa deriva, quando è il loro partito, a livello nazionale ed europeo, a promuovere e a determinare, con leggi e normative vincolanti, la privatizzazione e la messa a profitto degli ultimi Beni Pubblici rimasti. D’altro canto, l’antieuropeismo di Forza Italia e della Lega Nord, è solo un esercizio propagandistico raffazzonato all’ultimo momento, dimenticando d’aver votato a favore di trattati europei come quello di Maastricht o di Lisbona oppure, appena nel 2012, al pareggio di bilancio in Costituzione, strumenti giuridici micidiali per attuare le devastanti politiche neoliberiste in Europa e in Italia. Il Movimento Cinque Stelle, non meno responsabile della disinformazione diffusa, si affanna ad indicare come colpevole di questa degenerazione la cosiddetta Casta quando sono le logiche del Sistema di privatizzazione dei beni pubblici e di mercificazione della vita delle persone, insite nel neoliberismo, che determinano la corruzione dilagante e la spoliazione della volontà dei cittadini. Del resto il caso Parma è esemplare, la Casta è stata cacciata, ma l’inceneritore lo ha acceso il Sindaco pentastellato. Si indica il dito, la Casta, quando il problema è la luna, ovvero il Sistema che la produce.

In tale situazione la lotta dei comitati contro il Biodigestore di Forlimpopoli o contro il decreto “sblocca Italia” a Forlì oppure le miriadi di vertenze disseminate in tutta la Penisola, sono un piccolo granello di sabbia nel gigantesco scontro Europeo e mondiale che, al tempo stesso, potrebbe essere spazzato via o rappresentare l’iniziale accumulo di forze per bloccare e scardinare le logiche del mercato e del profitto su cui sono ancorate le attuali politiche del governo italiano ed europeo. Di certo, non occorre farsi nessuna illusione, la lotta sarà lunga e difficile, ma altrettanto energicamente occorre porre le basi affinché tutte le forze che si battono contro il neoliberismo non vadano in ordine sparso o si illudano che la loro lotta, per essere vincente, si possa limitare al proprio problema immediato o ad avere solo una visione locale. Perché, forse, si potrà vincere, oggi, la battaglia contro il Biodigestore ma, domani, privatizzeranno l’acqua, la sanità, il trasporto pubblico, ecc. e le conseguenze nefaste sulla vita, nostra e delle future generazioni, saranno identiche.

A questa sfida, obbiettivamente, di portata storica è necessario rispondere con almeno due strumenti, concreti e attuabili a tutti i livelli. Innanzitutto è necessario costruire nella società, fra i cittadini, di oggi e di domani, una “consapevolezza diffusa” del problema, il sistema neoliberista e i suoi dogmi fallimentari, mercificazione e profitto in primis, senza scorciatoie o facili capri espiatori, la Casta o l’elezione di turno. È evidente che su questo, ognuno, può subito cominciare a lavorare.

Il secondo strumento, è l’unità di tutti i soggetti, collettivi o individuali, che si trovano d’accordo nel contrastare le politiche neoliberiste e chi le promuove, senza sconti per nessuno, ma anche senza preclusioni. Anche qui, però, senza immaginare che la soluzione possa essere trovata in facili scorciatoie elettoralistiche: non sarà un governo locale o nazionale, da solo, a risolvere i problemi che abbiamo di fronte o ad opporsi alle forze neoliberiste. Soltanto l’azione combinata, negli anni, di consapevolezza diffusa e unità, potrà determinare le condizioni per un cambiamento sistemico e reale. Perciò, ognuno faccia subito la propria parte, la Storia ci giudicherà.


Nicola Candido (Rifondazione Comunista)

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