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Burnacci (PdL): "Il PdL, Berlusconi ed io"

"I Forlivesi sanno che il mio impegno da amministratrice, autentica mia passione, non è mai stato disgiunto da una adesione ad un partito che rappresentasse, anche se non interamente, ideali importanti"

I Forlivesi sanno che il mio impegno da amministratrice, autentica mia passione, non è mai stato disgiunto da una adesione ad un partito che rappresentasse, anche se non interamente, ideali importanti di riferimento, valori etici e civili che potessero dare luce alla vita di tutti i giorni, sia quella amministrativa che personale. Premetto sommariamente che, contro ogni forma di dittatura e di violenza, ho sempre posto la libertà al primo posto; ho poi sempre creduto che andasse respinta qualsiasi forma di ingiusto egualitarismo ma che, pur partendo da punti di partenza diversi, ognuno avesse diritto alla valorizzazione massima delle sue potenzialità. Ho sempre usato quindi quale metro di valutazione sia l’impegno per i diritti civili che quello per la socialità e ho misurato con scrupolo l’andamento della mobilità sociale nel vero corpo del paese. Rifiutando ogni totalitarismo, ma collocandomi a sinistra, era naturale che, il mio partito di riferimento fosse il PSI di Nenni e poi di Craxi. Non è un caso che in un’Italia in cui il PSI era collocato su posizioni ormai filocomuniste, io sia stata, da giovane, l’unica Segretaria di Federazione autonomista, cioè con un percorso di netta distinzione dal PCI. Non è un caso che idealmente sia stata vicina a Craxi per il periodo dei governi del centro-sinistra. Dopo la fine del PSI, sono stata 10 anni in assoluto silenzio politico, impegnandomi nella vita amministrativa come consigliere comunale e aderendo al P.D.L. solo nel 2004. Era naturale che, per le mie precedenti convinzioni, io aderissi a Forza Italia (poi P.D.L.) e non invece al Partito Socialista di Nencini o addirittura ai DS, oggi PD? Io ho seguito il 90% dei voti socialisti che non si sono dispersi ma sono rifluiti in Forza Italia, poi nel P.D.L.. Eugenio Scalfari sostiene che la ragione per cui tutti i socialisti hanno dirottato i loro voti non verso l’area ex comunista ma verso Forza Italia è proprio colpa di Craxi: era stato lui a deformare lo spirito riformatore socialista e quella sua manipolazione aveva allontanato la collocazione del PSI dalla sinistra.
Perché tarda ad esserci oggi una completa riabilitazione della figura di B. Craxi? Non tanto per la sua vicenda giudiziaria, ma perché è stato riformista scomodo al pari di Nenni, Turati, Treves, Saragat ecc.. Se io volessi fare con qualsiasi esponente del PD un confronto oggi non su Craxi ma su Turati, riceverei lo stesso ostracismo, un’“ostilità” di quelle che si tagliano con il coltello. Qualcuno poi ha arricciato il naso anche per vedere affiancato il mio nome a quello di Berlusconi. Ma come? Io ho semplicemente ragionato così; in un periodo di grande trapasso politico due fattori sono indispensabili: mantenere la democrazia e la libertà in primo luogo e nel contempo non fare “macelleria sociale”, non fare arretrare quindi le conquiste sociali, dalla sanità alle pensioni, al lavoro, alla protezione per i più deboli. Le Presidenze Berlusconi sono state fatte oggetto di attacchi forsennati da parte del PD, di Casini e Di Pietro. Ma oggi, che finalmente Berlusconi ha fatto un passo indietro anche per l’azione del Capo dello Stato, il governo Monti ci dà la cartina al tornasole delle strumentalità utilizzate.

Altra cartina al tornasole era stato il governo Prodi.
Berlusconi non lavorava contro la disoccupazione, soprattutto giovanile e femminile? Ma Monti fa peggio. Berlusconi non agiva per accrescere il prodotto interno lordo? Ma Monti fa peggio. Berlusconi non agiva a sufficienza per ridurre il debito pubblico. Ma Monti fa peggio. Con Berlusconi lo spread era andato da 100 a 500? Ma con Monti è calato ben poco e siamo molto lontani dai livelli fisiologici dello spread a 100 del primo periodo dell’ultimo governo Berlusconi. Berlusconi ha tardato a mettere nuove tasse? Ma Monti ha pensato bene di tassare anche i più deboli, anche la prima casa. L’unica questione che è migliorata è stata la credibilità internazionale, distrutta da una finanza interessata e spregiudicata, dalle incursioni della Magistratura sulla vita privata e da un asse Merkel-Sarkosy che oggi è criticato da Hollande molto più apertamente che da Berlusconi. Eppure, ogni giorno, ogni minuto l’opposizione, i Sindaci, la C.G.I.L., la grande stampa in toto, che prima alzavano le barricate contro il precedente governo, oggi parlano con il silenziatore: l’ordine di scuderia è “non disturbare il fair-play di Monti”. Oggi, io sto riflettendo, come tanti aderenti ed elettori del P.D.L.. Mi viene spesso chiesto che cosa farò, se non è arrivato il momento di collocarmi a sinistra. Ma io sono a sinistra nei contenuti e gli schieramenti a sinistra sono tutti saltati.
Ritengo che il PD, senza il riformismo socialista, non potrà mai essere in sintonia con le istanze progressiste del nostro popolo. La mia riflessione parte da qui e continuerà.

Vanda Burnacci

(consigliere PdL)

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