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Calano gli infortuni sul lavoro: "Discreto ottimismo"

In Emilia-Romagna diminuiscono gli infortuni sul lavoro e aumentano le denunce di malattia professionale. Sono i dati confortanti del Rapporto regionale Inail 2011

In Emilia-Romagna diminuiscono gli infortuni sul lavoro e aumentano le denunce di malattia professionale. Sono i dati confortanti del Rapporto regionale Inail 2011: -6% di infortuni denunciati rispetto al 2010; -9,3% di infortuni da circolazione stradale in occasione di lavoro; da 91 a 84 infortuni mortali e un aumento dell’11,4% delle denunce per malattia professionale. A comunicarlo, il consigliere regionale PD, Tiziano Alessandrini.

 «La crisi economica, le difficoltà del settore edile e la necessità di ricostruire in tempi rapidi il territorio colpito dal sisma, sono elementi che richiedono la massima vigilanza per la legalità e il rispetto delle regole da parte di chi fa impresa nella nostra regione – commenta Alessandrini -. Per questa ragione continua l’impegno avviato con la legge regionale 11 del 2010 e la legge regionale 3 del 2011 per rafforzare i controlli e premiare le imprese regolari, con la collaborazione di Prefetture, istituzioni, associazioni di imprenditori e lavoratori».

 Tra i dati più significativi del Rapporto Inail, il consistente calo degli infortuni avvenuti sulla strada in occasione di lavoro: si è passati dai 7.066 del 2010 ai 6.410 del 2011. Una  tendenza in linea col dato nazionale, che però presenta una variazione media inferiore, pari a -8,4%. In diminuzione anche gli infortuni in itinere (-9,7%), a fronte del dato nazionale che si attesta intorno al -7,1%, e a quello del Nord-est (-5,8%).

In termini assoluti, il settore di attività economica col maggior numero di infortuni per il 2011 è quello del Commercio (8.233 casi), seguito dal settore Costruzioni, che riporta 7.764 casi, dai Trasporti (7.322 casi), e dall’Agricoltura (6.286 casi). «I numeri ci portano ad un discreto ottimismo – conclude Alessandrini – ma non bisogna mai illudersi o abbassare l’attenzione su questi temi. Al contrario, bisogna continuare a lavorare per aumentare la motivazione e la capacità di prevenzione delle imprese, per incentivare la diagnosi dei problemi e per incrementare i controlli sui comportamenti pericolosi».

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