rotate-mobile
Lunedì, 29 Aprile 2024
L'intervista

L'intervista - Giorgio Calderoni: "Non si rifacciano gli stessi errori fatti con me. Primarie di coalizione per il candidato del centro-sinistra"

"Sarebbe un'importante novità per Forlì, un confronto reale con la città. Questa potrebbe essere la strada giusta affinché il futuro candidato si trovi in condizioni di partenza diverse dalle mie di 5 anni fa”

A giugno del prossimo anno i cittadini di Forlì saranno chiamati alle urne per scegliere il prossimo sindaco. Un voto che si sintetizza nella scelta se confermare lo storico ribaltamento di fronte del 2019, quando con Gian Luca Zattini vinse il centro-destra dopo 49 anni di predominio del centro-sinistra, oppure se tornare allo schieramento precedente, che tuttavia ad ora non ha presentato un proprio candidato. A ragionare sulle prossime sfide politiche è Giorgio Calderoni, intervistato da ForlìToday.

Calderoni, lei è arrivato in Consiglio comunale come candidato sconfitto  del centro-sinistra alle elezioni del 2019. Anzitutto un bilancio della sua attività politica degli ultimi 5 anni?
“Un bilancio deludente, per il mancato ruolo del consiglio comunale. Nelle scelte fondamentali della vita della città in questi 4 anni è mancato il dibattito pubblico nel suo luogo centrale. Anche nell'ultimo consiglio comunale c'era solo una delibera e totalmente amministrativa. Questo è il principale punto di rammarico. E' una tendenza generale delle assemblee elettive, non solo locali, basti pensare al Parlamento che è sommerso di decreti governativi. Manca in particolare il confronto di merito, ed è un vulnus della democrazia locale: le scelte migliori sono frutto di un confronto reale”.

Come vede la vita politica di Forlì?
“La maggioranza è spesso arroccata sulle sue posizioni, ma c'è anche un certa rigidità delle opposizioni che non gioca a favore di un libero confronto dialettico. Nel nostro piccolo, come lista civica, abbiamo cercato di gettare piccoli ponti di dialogo. Anche nel prossimo Consiglio comunale, a mio giudizio, sarà necessaria la presenza di liste civiche in entrambi gli schieramenti”. 

Questo significa che 'Forlì e co' ci sarà nuovamente come lista civica alle prossime elezioni?
“Come sarà la presenza civica di 'Forlì e co' dipende da molti fattori, non so se sarà esattamente la prosecuzione della nostra esperienza. Bisogna guardare alla scelta dei due componenti del gruppo ed entrambi stiamo ancora valutando. Parlare dei modi e delle forme è ancora prematuro. Nel mio caso non nascondo poi la fatica e l'età. Vedremo”.

La domanda è d'obbligo, visto che è stato candidato sindaco. Intende ricandidarsi come primo cittadino?
“No, non ho alcun rimpianto della scelta di cinque anni fa e sono contento di essermi messo a disposizione, non è andata come speravamo e ho cercato di adempiere al mandato ricevuto come consigliere. Ma una mia ricandidatura a sindaco è assolutamente esclusa, per motivazioni oggettive e soggettive”.

Lei appartiene all'arco del centro-sinistra, come valuta l'attività politica del Pd e degli altri partiti  negli ultimi anni?
“Parto dagli ultimi sviluppi positivi, da quando come opposizione in Consiglio si è trovata una certa unità di azione sia sui contenuti che sui rapporti personali, tra Pd, 5 Stelle e Forlì Co, in parte anche con Italia Viva. Questo è già positivo in vista delle elezioni, e all'inizio non era così. Il più grande partito di opposizione ha vissuto un grande travaglio interno, a livello nazionale e a livello locale, tutto questo ha influito sull'azione politica del centro-sinistra”.

E curiosando nel fronte opposto cosa vede di problematico nel centro-destra?
“Un atteggiamento eccessivo sull'apparenza e sulla photo opportunity. All'annuncio spesso non segue la realizzazione, tanti slogan che fanno effetto al momento, ma poi a vedere i fatti c'è poco. Il punto più debole mi pare questo. Poi hanno dinamiche interne loro, che capisco che dopo 50 anni di opposizione si guardano bene dall'esternare per non prestare il fianco a polemiche. Trovo critico, infine – e si è accentuato dopo l'alluvione – che è mancato lo stare vicino alla gente. Senza fare strumentalizzazioni, ma questo mi balza agli occhi. 

Cosa prevede per le elezioni del 2024?
“Con molta franchezza, se fino a qualche tempo fa non ero molto ottimista, ora credo che la partita già giocabile purché il centro-sinistra affretti i tempi per alleanze, contenuti, programmi e candidati. Con questa precondizione, vedo la possibilità di giocare una partita, a differenza di qualche tempo fa”.

Qual è il ritratto del suo candidato sindaco ideale?
“Dinamico, giovane, non molto legato a logiche di partito, anche se appartenente ad esso, con chiarezza di idee, voglia di fare e con un rapporto con la città. Al momento è più ideale che reale”

Che nome spenderebbe?
“Sono abbastanza defilato. Mi occupo della mia attività di consigliere, ma non sono nella politica attiva della scelta di un candidato sindaco”

Zattini secondo lei si ricandida? Lui l'ha annunciato, ma c'è chi dice che l'esperienza dell'alluvione ad un certo punto l'abbia provato da un punto di vista personale, non si sa però se al punto di rivedere la sua decisione.
“Non mi pare realistico una sua non ricandidatura. Credo che si ricandiderà a meno che ci siano insormontabili aspetti personali. E' gioco forza che lo faccia. Penso tra l'altro che non abbia alternative, dato non si è costruita una figura alternativa in questi 4 anni”.

Ma qui tocca però il maggior tasto dolente anche del centro sinistra, che non ha costruito un'alternativa dopo la storica sconfitta. Ed ora si cerca affannosamente un candidato. E' un dejà vu di 5 anni fa?
“Un po' inizio a temerlo anch'io. Chiusa la vicenda del congresso locale del Pd, confido in una segretaria giovane, dinamica, con esperienza di sindaco, e nelle sue capacità di non ripetere l'errore di 5 anni fa. Si chiuda a breve la fase di esplorazione e studio e si inizi a profilare un candidato alternativo al centro-destra”.

Nel 2019 lei fece il candidato sindaco per il centro-sinistra, un nome buttato in extremis e senza un quadro chiaro alle spalle. Si è sentito un toppa per coprire un buco?
“Sì, brutalmente le cose sono andate così, ma io ne ero consapevole allora. Basta vedere i tempi e i modi per giungere in extremis al mio nome. E' un errore da non ripetere. Ma un altro errore da non ripetere rispetto a 5 anni fa è non pensare prima alle alleanze: in particolare bisogna costruire prima un rapporto col Movimento 5 Stelle, e poi se c'è la convergenza vedrei come utile, ad un rilancio del centro-sinistra, fare delle primarie di coalizione sul candidato sindaco, non solo quindi una consultazione all'interno del Pd. Primarie da fare a brevissimo. Sarebbe un'importante novità per Forlì, un confronto reale con la città. Questa potrebbe essere la strada giusta affinché il futuro candidato si trovi in condizioni di partenza diverse dalle mie di 5 anni fa”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

L'intervista - Giorgio Calderoni: "Non si rifacciano gli stessi errori fatti con me. Primarie di coalizione per il candidato del centro-sinistra"

ForlìToday è in caricamento