rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Politica

Verso il ballottaggio, la sfida tra Zattini e Calderoni è social: tra 'punzecchiature' e idee per il futuro

Il duello al ballottaggio tra Gian Luca Zattini e Giorgio Calderoni è più tecnologico che mai. Resta fuori chi non 'smanetta' con smartphone o ipad

C'era una volta il megafono del “vota Antonio” del mitico Totò. Ora la campagna elettorale si gioca tutta sui social. Addio al vecchio “santino” o alla lettera con tanto di programma elettorale. La ricerca del voto passa attraverso Instagram, Facebook, e persino WhatsApp. Una sfida anche psicologica, con botta e risposta e punzecchiature ai punti deboli dell'avversario. Il duello al ballottaggio tra Gian Luca Zattini e Giorgio Calderoni è più tecnologico che mai.

Resta fuori chi non 'smanetta' con smartphone o ipad, quindi soprattutto l'elettorato anziano. Chi ha Facebook in questi giorni è bombardato di messaggi elettorali, molti dei quali inseriti come "sponsorizzate" anche dagli alleati. A tutto campo è soprattutto il centrodestra, che inevitabilmente ha preso spunto da uno che dei social ne fa il pane quotidiano, il leader nazionale della Lega Matteo Salvini. Ma anche il centrosinistra si è adeguato ai tempi, con un impegno massiccio soprattutto dopo l'esito del voto del 26 maggio.

E' di Zattini il primo lancio social dopo aver incassato circa 28mila preferenze. E' di martedì mattina alle 9.35: “Buon giorno amici! Il momento di agire per imprimere a Forlì un benevolo rinnovamento, è arrivato. Ripartiamo in vantaggio, manca l'ultimo chilometro e ora ho bisogno di voi! Regala a Forlì la possibilità di una sana alternanza”. Alle 14.28 punta sul tema del cambiamento: “Noi vogliamo cambiare perchè p nostro dovere farlo e perchè Forlì è pronta a voltare pagina. E non c'è limite al cambiamento. Siamo solo all'inizio. Il tempo è dalla nostra parte, a fianco del nostro progetto e delle persone che ne fanno parte. Non non faremo la differenza, noi saremo la differenza”.

Calderoni ringrazia il suo elettorato alle 10.29 con un messaggio nel quale ricorda i punti cardine del suo programma: “Ora comincia una sfida totalmente nuova, che con l’impegno di tutti potremo vincere”. Troviamo convergenze sui temi a noi cari, dall'ambientalismo, alla città della collaborazione, dall'antifascismo alla vicinanza all'Europa, fino alla centralità del lavoro e del rapporto tra pubblico e privato che è una ricchezza della nostra città”. Quindi ha ricordato che “domenica 9 giugno è fondamentale andare a votare e rivolgersi anche a chi non ci è andato, pensando che queste elezioni non fossero importanti. Le vere elezioni iniziano adesso: mobilitiamoci. Amaracmand!”.

Mercoledì il candidato del centrosinistra invita a scegliere “il buon governo”, riferendosi agli affreschi di Ambrogio Lorenzetti, “Allegoria ed effetti del Buon Governo”, che, ha spiegato, “doveva ispirare l'operato dei governatori cittadini”. Calderoni sottolinea che “il buon governo è quello che riesce ad unire tutte le parti della città nel lavoro, nel rispetto e nella collaborazione”, senza dimenticare il tema della legalità. Ma non è l'unico post: “Vi chiedo di tornare a votare per la Forlì che lavora, la Forlì che mette prima le persone, la Forlì del 2030, la Forlì città della collaborazione, la Forlì città della cultura, la Forlì città dell'educazione”. Quindi invita a tirare “fuori l'orgoglio di essere forlivese e non lasciamola a chi ci dipinge come una città brutta, addormentata, spenta”.

Zattini invece mostra immagini di alcune visite nelle aziende del territorio: “In tanti mi dicono che Forlì ha un potenziale, ma si è seduta. Mi impegno per rendere Forlì più moderna, sicura e competitiva, sono in grado di farlo. L'ho già dimostrato da sindaco di Meldola con competenza, serietà ed onestà. Ora tocca a noi! Cambiamo passo, non molliamo adesso”.

La battaglia psicologica tra Calderoni e Zattini poi si gioca sul centro storico. Piazza la prima stoccata con un video il candidato del centrosinistra. Due giovani che passeggiano a piedi di Aurelio Saffi: “Ti è mai capitato di camminare in una qualsiasi città pensando che è meglio di Forlì? No. Neanche Meldola? No, neanche Meldola”. Immediata la risposta del candidato del centrodestra, con un video del centro storico alle 19.19 con pochi passanti correlato da un post: “Mi è stato chiesto più volte perchè o deciso di scendere in campo per Forlì”, enfatizzando “il debole suono” di Piazza Saffi. Quindi il messaggio elettorale: “Se vuoi il rilancio del centro storico con incentivi alle attività e modifiche alle normative penalizzanti, se vuoi l'autonomia, l'autorevolezza, la determinazione nel perseguire un progetto di novità di libertà, di qualificazione per Forlì domenica 9 giugno torna a votare Zattini sindaco”.

In queste due settimane di campagna elettorale i social rivestono quindi un ruolo fondamentale. Ma attenzione: possono essere sì strumenti performanti e d'impatto, ma anche deleteri. Perchè un semplice messaggio testuale può portare dalle stelle alle stalle o viceversa.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Verso il ballottaggio, la sfida tra Zattini e Calderoni è social: tra 'punzecchiature' e idee per il futuro

ForlìToday è in caricamento