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Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Carcere, bando nel mirino di Di Maio: "Tempi troppo stretti per un maxi-appalto e fondi incerti"

Le questioni che il parlamentare ritiene poco chiare e che ha segnalato prima della chiusura del bando con una apposita interrogazione, sono tre

Lunedì mattina si è chiuso il termine per la presentazione delle offerte economiche per la realizzazione dei lavori al nuovo carcere di Forlì. “E’ una buona notizia, resa possibile dal lavoro del precedente governo e completata da questo”, premette il parlamentare Marco Di Maio, che poi mette in guardia dall’ipotesi che “per l’ennesima volta il cantiere si blocchi perché l’impresa aggiudicatrice non è seria, perché i lavori sono fatti male o perché non ci sono i fondi necessari per completare i lavori”.

“E’ però un rischio concreto - spiega il deputato - che si annida nelle modalità con cui è stato emanato e scritto il bando di gara e per questo ho fatto una segnalazione formale al ministero delle Infrastrutture (titolare dei lavori attraverso il Provveditorato alle opere pubbliche di Lombardia ed Emilia-Romagna). Non è una polemica politica, non mi interessa, ma un rischio concreto”. 

Le questioni che il parlamentare ritiene poco chiare e che ha segnalato prima della chiusura del bando con una apposita interrogazione, sono tre. “La prima: i tempi del bando di gara. La notizia dell’appalto è stata pubblicata sulla Gazzetta ufficiale italiana il 15 ottobre - spiega - e prevede che le domande di partecipazione vengano presentate entro il 29 ottobre. Un tempo molto ristretto e, a mio parere, anomalo per un appalto pubblico da oltre 34 milioni di euro (pag.7 del bando)”. 

 “La seconda questione è la procedura d’urgenza adottata per comprimere i tempi, ma che non viene motivata nel bando - prosegue Marco Di Maio -. Si giustifica la riduzione dei termini con l’adozione di una procedura d’urgenza in base ad un articolo del codice degli appalti: non si ravvisano tali motivazioni di urgenza visto che si tratta di un’opera ferma da molti anni. Il Codice degli appalti prevede un termine minimo di 35 giorni. In fondo non molto di più rispetto alle 2 settimane adottate, ma che sarebbero bastate per consentire maggiore trasparenza, concorrenza e forse qualità delle offerte che sarebbero state presentate. Allora perché derogare così ai tempi previsti?”. 

“La terza questione è che le coperture non sono garantite - prosegue il deputato -. Nel bando si dice esplicitamente che “l’aggiudicazione resta subordinata al reperimento delle risorse finanziarie utili alla copertura economica integrale del progetto”. Dunque non sembrano essere garantite le coperture economiche necessarie per garantire il regolare svolgimento del progetto. Lo potranno essere con altri provvedimenti e non c’è motivo di pensare che gli annunci fatti da esponenti della maggioranza non trovino seguito nei fatti. Ce lo auguriamo tutti”. 

“In passato più volte il cantiere del nuovo carcere è stato interessato da fallimenti e problemi con le imprese appaltatrici - ricorda il deputato -. Tempi così brevi e in deroga alle leggi per l’assegnamento di un appalto così importante, suscitano più di una perplessità sulla effettiva regolarità delle procedure; ma soprattutto destano grande preoccupazione su come potranno essere realizzati i lavori. Dobbiamo tenere gli occhi aperti e dobbiamo farlo tutti: vogliamo che il carcere si completi e vogliamo che i lavori siano fatti in maniera corretta”.

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