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Case popolari, la Lega: "Veto agli immigrati proprietari di immobili all’estero"

E' quanto afferma il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, dopo che dalla vice presidente della Regione, Elisabetta Gualmini, è arrivata la fumata bianca alla proposta di revisione del regolamento per l'assegnazione delle case Acer.

"L'amministrazione comunale di Forlì si adegui alla proposta di vietare le case popolari agli immigrati proprietari di immobili all’estero". E' quanto afferma il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, dopo che dalla vice presidente della Regione, Elisabetta Gualmini, è arrivata la fumata bianca alla proposta di revisione del regolamento per l'assegnazione delle case Acer.

"Sono anni che il nostro Movimento porta avanti questa battaglia - esordisce l'esponente del Carroccio -. Solo adesso però, scottata dalla batosta elettorale, l’assessore Gualmini si dice disponibile a convergere sulle nostre posizioni mettendo mano alla normativa regionale che disciplina gli alloggi popolari". Si punta ad "allargare la norma dell’impossidenza (fino ad oggi valida solo per gli italiani) escludendo dall'elenco dei possibili assegnatari anche gli stranieri che sono in possesso di case all’estero".

Pompignoli rivendica “la paternità politica” di questa svolta, evidenziando come si tratti “di una battaglia di lungo corso della Lega Nord che, più volte, lo stesso Pd ha affossato. Basti pensare che proprio lo scorso dicembre depositammo una risoluzione per accelerare il percorso di revisione della normativa regionale e azzerare le discriminazioni che sussistono nelle procedure di assegnazione degli alloggi Erp. In sfregio a qualsivoglia principio di uguaglianza e ragionevolezza, infatti, ancora oggi vengono assegnate case popolari a immigrati che, in patria, vantano una o più proprietà immobiliari".

"Vien da sé - conclude il leghista - che la richiesta di certificazioni o attestazioni rilasciate dalla competente autorità dello Stato estero, corredati di traduzioni in italiano, autenticata dall'autorità consolare italiana che attestino gli stati, le qualità personali e i fatti dei cittadini provenienti da Paesi extracomunitari, rappresenterebbero un atto di giustizia sociale che di certo non mancheremo di sostenere".

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