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Caso posti letto all'ospedale, il M5S: "Drei ininfluente e tardivo"

Secondo i consiglieri comunali Simone Benini e Daniele Vergini è "tardiva" e del tutto "ininfluente" la convocazione urgente di una nuova riunione dei sindaci dei 15 Comuni del comprensorio con la Direzione generale dell’Azienda Usl Romagna

Il Movimento 5 Stelle di Forlì torna sul tema dei ricoveri all'ospedale "Morgagni-Pierantoni" dopo i chiariamenti del direttore sanitario Paolo Masperi attaccando l'amministrazione comunale e denunciando "ancora una volta una totale assenza di guida politica da parte degli amministratori locali sul tema sanità". Secondo i consiglieri comunali Simone Benini e Daniele Vergini è "tardiva" e del tutto "ininfluente" la convocazione urgente di una nuova riunione dei sindaci dei 15 Comuni del comprensorio con la Direzione generale dell’Azienda Usl Romagna per definire quali provvedimenti immediati si intendano adottare. 

“La fallimentare politica messa in campo dall’Ausl unica della Romagna dimostra la totale incapacità della classe politica che amministra l'area forlivese, ovvero i tanti sindaci del Pd, di far sentire la propria voce e difendere i servizi e le prestazioni sanitarie ogni giorno messe a rischio - affermano gli esponenti pentastellati -. La riorganizzazione che prevede un numero maggiore di posti letto in Chirurgia oncologica sarà portata a termine, di fatto, chiudendo o depotenziando altri reparti: Malattie infettive prevede la chiusura di posti letto (saranno aperti solo gli ambulatori), stesso discorso per Nefrologia. Il tutto non ottenendo nuovi posti letto, come invece è stato fatto intendere pubblicamente, ma a saldo invariato".

“E mentre si indebolisce la struttura forlivese, l'Ausl Romagna sfodera il progetto del nuovo ospedale di Cesena, come se il disegno dell'Asl unica debba rispondere ad esigenze immobiliari piuttosto che sanitarie, come ebbe modo di affermare un ex sindaco Pd di Forlì (Roberto Balzani) - continuano Benini e Vergini -.  Si spendono cifre enormi che potrebbero essere invece destinate al miglioramento dei servizi al cittadino, all'abbattimento delle liste d'attesa e all’abbassamento dei ticket. Come se l'intero piano debba rispondere favorire le strutture private a svantaggio del servizio pubblico che ormai ha perso la prerogativa di garantire efficienza e parità di trattamento per tutti e non ci rassicura l'affermazione dei medici in conferenza stampa il 17 ottobre che hanno definito come “routine” e “normalità” la necessità di ridurre l'assistenza e limitare i ricoveri in ospedale di chi ne ha diritto, non fosse altro perché questa indicazione espone i medici a denunce di carattere penale".

"Il silenzio dei sindaci sulla questione dei ricoveri dei pazienti “privati” garantiti nelle unità ospedaliere specialistiche dai vari primari che si muovono in “intramoenia”, limitando di fatto la percentuale di posti che dovrebbero essere liberi per l’utenza pubblica” e “la debolissima difesa in un quadro di area vasta degli ospedali di montagna come il Nefetti di Santa Sofia e l'Angioloni di Bagno di Romagna", concludono.

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