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Immigrati, Molea (Aics) contro Salvini: "Forte con i deboli, ostaggi in mare sono propaganda politica e razzismo"

Bruno Molea, presidente dell’ente di promozione sportiva e sociale Aics (anche centro di accoglienza migranti) commenta così le ultime vicende di politica interna

"Tra ostaggi in mare e lo sgombero dei centri di accoglienza, la politica del ministro Salvini è davvero intollerabile. Basta fare propaganda politica sulla pelle delle persone”. Bruno Molea, presidente dell’ente di promozione sportiva e sociale Aics (anche centro di accoglienza migranti) commenta così le ultime vicende di politica interna. "Davvero la fermezza di una politica interna si dimostra abbandonando bambini, giovani, donne, uomini – persone – in mezzo al mare dopo mesi di prigionia e un viaggio nella tempesta? Davvero 170, 47, 20 persone sono numeri che possono spaventare la sostenibilità di un sistema di accoglienza? Davvero – incalza Molea -, nei giorni in cui il mondo dovrebbe ricordare le leggi razziali, il Male assoluto dell’Olocausto, le pulizie etniche, possiamo rimanere indifferenti di fronte allo sgombero di centri di accoglienza che funzionano bene e che garantiscono l’inclusione sociale di chi è trattato sempre e comunque come un diverso, solo perché è dovuto fuggire da casa per sopravvivere? Per me, tutto questo sta diventando davvero intollerabile".

"Intollerabile - prosegue Molea - è la politica del ministro Salvini, forte con i deboli, che utilizza i naufraghi come vetrina simbolica del suo pugno duro contro l’Europa. Intollerabile è il silenzio del suo alleato di governo dal quale ci saremmo aspettati se non più preparazione almeno più umanità". "L’associazione italiana cultura sport da 4 anni gestisce anche Centri di accoglienza per richiedenti asilo: fino al decreto sicurezza, con il contributo dello Stato non si guadagnava di certo, ma si poteva garantire ai migranti – persone, ricordiamolo – vitto e alloggi discreti e, attraverso l’opera meritoria di volontari, si poteva contare sul sistematico impegno per la loro inclusione attraverso corsi di lingue, formazione al lavoro, aiuto psicologico, e poi sport e cultura. Oggi che tutto è in discussione, mi ero illuso non fosse in discussione quantomeno la cura delle persone come tali. Invece ci riempiamo la bocca di “Memoria” e non vediamo quale crudeltà e quale massiccia dose di razzismo ci sia nel distruggere un sistema funzionante solo per il gusto della propaganda politica – anche a rischio di mettere in strada mamme e figli di pochi mesi di vita -, o nell’abbandonare gli schiavi della tratta in mare.  Rimaniamo umani e se sogniamo un’Europa che faccia la sua parte nell’accoglienza dei migranti, non ricattiamola usando le persone come merce di scambio, ma pretendiamo una politica di professionisti capace di fare il proprio mestiere".

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