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Caso Renzusconi, gli organizzatori: "Il diniego del teatro è verbale, poi un caos di informazioni"

Espone la sua verità Riccardo Bevilacqua, del Meetup "Amici di Beppe Grillo Forlì" ed organizzatore dell'evento insieme a Luca Coralli

Continua la querelle relativa allo monologo teatrale 'Renzusconi' che il giornalista Andrea Scanzi sta portando in giro per l'Italia e negato, a detta degli organizzatori, ad andare in scena sul palcoscenico del Teatro Diego Fabbri di Forlì. Il Comune ha illustrato che la richiesta è ancora in fase di istruttoria “ed anzi ho sollecitato la dirigente Cristina Ambrosini a fornire una risposta quanto prima e in tempo utile”. Sulla questione espone la sua verità Riccardo Bevilacqua, del Meetup "Amici di Beppe Grillo Forlì" ed organizzatore dell'evento insieme a Luca Coralli.

"Il 9 gennaio Mauro Montanari, responsbile tecnico Unità Teatro ed Eventi sul territorio del Comune di Forlì, mi ha indicato la data del 29 gennaio come unica serata libera per la rappresentazione dello spettacolo al Teatro Fabbri - esordisce Bevilacqua -. L'indomani ho inviato una mail con la richiesta del teatro a Cristina Ambrosini, dirigente del Servizio Cultura Musei, Turismo e Politiche Giovanili, a Sergio Spada, responsabile dell'Unità Teatro ed Eventi sul territorio, e per conoscenza a Montanari. Il 12 gennaio, all'ufficio di Palazzo Romagnoli Spada ha comunicato che stava scrivendo una mail indirizzata al sottoscritto, in cui negava la concessione del Teatro, aggiungendo che questa decisione è stata motivata con il fatto che dal 28 dicembre era iniziato" il periodo di par condicio..

Prosegue Bevilacqua: "Ho contestato questa interpretazione perchè altri teatri comunali in Italia avevano dato l'ok allo spettacolo (per esempio quello di Sulmona) e perchè lo stesso veniva considerato dal Comune interessato dalle normativa (leggi e circolari della Prefettura di Forlì) che disciplinano le convocazioni di comizi elettorali. Ho fatto presente che lo spettacolo non è stato richiesto da un partito politico, ma da privati cittadini, che è la messa in scena di un libro di un giornalista, e non di un segretario di partito, che in palcoscenico non ci sarebbero presentati candidati al parlamento. Spada ha risposto che l'indicazione veniva dalla Segreteria Generale del Comune".

Esponente ancora Bevilacqua: "Ho così chiesto di mostrarmi in quali articoli delle leggi in materia di leggi elettorali, ed in quali passaggi delle circolari della Prefettura di Forlì, veniva fatto riferimento agli di spettacoli teatrali. Non c'è stata alcuna risposta. Ho chiesto di conoscere chi fosse il dirigente che si stava prendendo la responsabilità di negare il Teatro, ma anche in questo caso non mi è stata data risposta. Sono state quindi effettuate da Spada una serie di telefonate a vari uffici del Comune (segreteria generale, Ufficio stampa e segreteria vice-sindaco) alla ricerca di una motivazione da fornire al sottoscritto. Una telefonata ha coinvolto anche la signora Antonella Giovannetti della Segreteria Generale che ha lo stesso cognome dell'assessore, e da cui probabilmente scaturisce il malinteso descritto nel post di Luca Coralli".

Continua ancora Bevilacqua: "Ambrosini è intervenuto nella discussione difendendo ulteriormente la decisione del Comune e la giustifica con la legge del 22 febbraio 2000 numero 28. Questa legge, però, non può essere applicata perchè disciplina esclusivamente le disposizioni per la parità di accesso ai mezzi di informazione durante le campagne elettorali. Cioè è la normativa che riguarda le emittenti radiotelevisive che devono assicurare ai soggetti politici (e non agli spettacoli teatrali) equità all'accesso all'informazione e alla comunicazione politica (la normativa, però, all'articolo 9 prevede anche degli adempimenti di neutralità nella comunicazione degli enti pubblici, ndr). Anche il riferimento del 28 dicembre è ambiguo in quanto non appare esserci alcun silenzio elettorale (par condicio, ndr) per uno spettacolo teatrale. Le due circolari della Prefettura di Forlì, che vengono portati ad esempio per giustificare la negazione del teatro, trattano in realtà della parità di accesso ai mezzi di informazione, relativamente ai comizi elettorali e l'opzione degli elettori residenti all'estero per il voto in Italia".

"Renzusconi", ha illustrato Bevilacqua, "non è un comizio elettorale, non rappresenta nè un partito nè un movimento, non è una competizione elettorale, non è una conferenza e non è un dibattito. Terminato l'incontro, la dottoressa Ambrosini ha confermato comunque il rifiuto di concedere il teatro perchè in campagna elettorale (inizia il 2 febbraio) e mi è stata preannunciata una comunicazione scritta. La sera stessa la dirigente ha inviato una mail nella quale annunciava un'altra comunicazione scritta che rappresenterà la risposta del Comune, ritrattando la posizione dell'amministrazione comunale. Questa comunicazione è stata fatta passare come la risposta che ancora il Comune deve dare al sottoscritto sulla concessione del teatro che a questo punto sarà sicuramente positiva dopo che il caso ha avuto risonanza nazionale". Il 12 gennaio, comunica Bevilacqua, "gli organizzatori hanno preso atto dell'imbarazzante caos di informazioni trasmesse dal Comune, trasferendo lo spettacolo teatrale al Teatro Verdi di Cesena con programmazione fissata il 6 febbraio".

"In merito alla nota diramata dal Comune alla stampa si afferma così che il sottoscritto è in attesa di una risposta - viene evidenziato -. Ciò non corrisponde al vero perchè la risposta mi è stata data in forma verbale a causa dei tempi stretti per l'organizzazione dello spettacolo, e mi è stata comunicata durante le due ore di incontro avvenuto a palazzo Romagnoli il 12 gennaio scorso. Se oggi il Comune, dopo che il caso è rimbalzato sulla stampa nazionale, vuole dare tutte le risposte che vuole, questa scelta rappresenta un atteggiamento del tutto ininfluente per gli organizzatori che hanno ormai spostato l'evento a Cesena. E' vero che non sono stati rispettati tempi da parte degli organizzatori ma il Comune, per bocca l'assessore Giovannetti, non può preannunciare una risposta tempestiva perchè questa, appunto, è già stata fornita. Infine non c'è mai stato alcun contatto con l'assessore Giovannetti con il sottoscritto nè con Luca Coralli. Il contatto oggetto della smentita del Comune si riferisce ad una telefonata effettuata in mia presenza da Spada alla signora Antonella Giovannetti. Questo appare essere il malinteso per omonimia, a cui si riferisce l'ultimo capitolo della nota del Comune conseguente al post pubblicato da Coralli sulle pagine di Facebook".

Il M5S

Commenta il consigliere comunale Daniele Vergini: "Possiamo solo dire che l'amministrazione forlivese a guida Pd continua a dimostrare un doppiopesismo scandaloso: notiamo ad esempio che le assunzioni nel gabinetto del sindaco sono rapidissime (anche con laurea falsa), mentre gli spettacoli teatrali ritenuti "sgraditi" necessitano di pareri e contro-pareri e si controlla tutto al microscopio; il recupero dei gettoni illegittimamente erogati viene costantemente rinviato, come anche la decadenza dei consiglieri incompatibili Con il M5S al governo della città non esisteranno corsie preferenziali per nessuno e non ci saranno più cittadini di seria A e di serie B. Ci teniamo infine a precisare che la scelta dell'amministrazione di concedere l'utilizzo del Teatro Diego Fabbri solo oggi dopo che è stato sollevato un polverone a livello nazionale, e dopo che lo spettacolo si è "trasferito" a Cesena, è semplicemente ridicola".

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