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Cessione quote Hera, anche "L'Altra Europa" contro

La logica è quella di ridurre sempre più la partecipazione e il controllo pubblico, cedendo quote al mercato azionario, trattando i diritti dei cittadini come pura merce di scambio

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Il comitato territoriale di Forlì de “L'Altra Europa”, nonché “L'Altra Emilia-Romagna”, esprime il pieno sostegno alla manifestazione, indetta dai comitati di “Acqua Bene Comune” dell'Emilia-Romagna, contro la preannunciata decisione della maggioranza dei Consigli Comunali  di modificare lo statuto di Hera ed il patto di sindacato dei soci pubblici, nonché contro la  cessione di quote detenute in Hera da parte degli stessi.

Per effetto di queste delibere, la quota di proprietà pubblica detenuta nella grande multiutility passerebbe dal 51% al 38% del pacchetto azionario. Temiamo che altri comuni oltre a Modena, Bologna e Parma cedano le quote di proprietà pubblica al mercato finanziario, secondo un preciso disegno regionale. Continua a concretizzarsi la privatizzazione del servizio idrico integrato, preso d’assalto dal capitale finanziario, nonostante l'esito positivo del referendum con cui 27 milioni di italiani hanno sostenuto la necessità di rendere nuovamente pubblico il servizio.

Già l’art. 7 dello Sblocca Italia aveva istituito il principio di unicità di gestione ottimale per ciascun ambito territoriale, sottraendo agli enti pubblici di controllo la gestione stessa delle risorse idriche.
Sempre sulla stessa linea è la legge finanziaria che tiene sotto scacco gli EE.LL., escludendoli dai vincoli del patto di stabilità, nel caso in cui vendano le quote pubbliche nelle società partecipate con la conseguente assicurazione dell’accesso agli introiti che ne derivano. I Comuni, in numero crescente anche nella nostra regione, che si vedono ridurre i trasferimenti da parte dello Stato, cedono le loro partecipazioni nelle grandi multiutility: si veda il caso di Bologna col sindaco Merola e quello di Parma, in cui la giunta Pizzarotti cede alle banche quote rilevanti di azioni detenute in IREN in nuda proprietà come garanzia di ulteriori finanziamenti, al fine di sanare l’ingente debito pubblico.

La logica è quella di ridurre sempre più la partecipazione e il controllo pubblico, cedendo quote al mercato azionario, trattando i diritti dei cittadini come pura merce di scambio, svendendo i beni comuni, tra i quali in particolare il servizio idrico. La prospettiva è assolutamente miope: mantenere l’equilibrio finanziario dei conti pubblici, producendo altro debito, sottomettersi alla dittatura del capitale finanziario, tagliando i servizi di welfare e decretando dunque la fine del potere pubblico e del suo conseguente ruolo di difesa del preminente interesse collettivo.
La stagione di lotta per la difesa dei beni comuni deve riprendere con grande vigore, perchè fortissimo è l'attacco che viene perpetuato in maniera sempre più pesante dal governo Renzi.

L’Altra Europa -  Comitato di Forlì

Laura Foschi

Euro Camporesi

Chiara Mancini

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