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Cittadinanza onoraria a Julian Assange: la richiesta del M5S viene ritirata

. La maggioranza di centrodestra, durante la discussione del relativo ordine del giorno pentastellato lunedì pomeriggio in Consiglio comunale, trova "fuori luogo" il riconoscimento, così come l'attacco ai sistemi di giustizia di Regno Unito e Stati Uniti d'America

 Forlì non concede la cittadinanza onoraria a Julian Assange, come da richiesta avanzata dal Movimento 5 Stelle. La maggioranza di centrodestra, durante la discussione del relativo ordine del giorno pentastellato lunedì pomeriggio in Consiglio comunale, trova "fuori luogo" il riconoscimento, così come l'attacco ai sistemi di giustizia di Regno Unito e Stati Uniti d'America contenuto nel testo illustrato dal consigliere Eros Brunelli. Condivide però la vicinanza alla vicenda umana del giornalista e al tema dei diritti umani. Così, constatato "l'inspiegabile arroccamento" del Movimento 5 Stelle sulla sua posizione, prova a modificare con un emendamento il testo dell'odg che al quel punto, però, viene ritirato.

In apertura di dibattito Brunelli caldeggia la sua richiesta sottolineando che il giornalista è "in prigione per avere fatto il suo dovere": dunque se Forlì si aggiungesse alle oltre 30 città che gli hanno concesso la cittadinanza onoraria sarebbe "un mattoncino per cercare di ridargli la libertà". Occorre avere, replica in particolare alla Lega, "il coraggio delle proprie azioni, in Regione avete votato a favore". Di certo, non accetta mediazioni, "non cambiamo idea". Il capogruppo del Carroccio Massimiliano Pompignoli lo corregge: "In Regione non abbiamo votato la cittadinanza", bensì l'impegno per dire no all'estradizione in America. La proposta, aggiunge, è "fuori logica a ridosso delle elezioni. Non capisco se sia una prova d'intesa con o contro il Pd.

Davide Minutillo del centrodestra per Forlì rimarca che Assange "ha rivelato informazioni utili all'opinione pubblica mondiale", ma per la cittadinanza "serve un nesso con la città. Se si trova un elemento per metterci tutti d'accordo è comunque un buon lavoro". Invita alla prudenza Fabrizio Ragni di Fratelli d'Italia, per il quale c'è "il rischio di attribuire uno status e poi venire sconfessati", mentre Lauro Biondi di Forza Italia trova "azzardato affermare che nel Regno Unito e negli Usa dobbiamo garantire qualcuno per un giusto processo". Dello stesso avviso anche Massimo Marchi del Gruppo misto: dall'odg, mette in luce, "traspare un giudizio sul sistema democratico e giuridico di due Paesi occidentali sulla cui democraticità non ho dubbi".

Albert Bentivogli della Lega chiede allora a Brunelli, senza successo, di rimandare l'odg in commissione. Dopodiché la maggioranza presenta un emendamento per eliminare il riferimento alla cittadinanza onoraria che porta al ritiro definitivo documento. Non senza polemiche: per Pompignoli della Lega ritirarlo dopo aver annunciato di volerlo mettere al voto così com'è è "una forzatura scandalosa", ai limiti del regolamento. A questo punto si registra il primo e unico intervento dem: il capogruppo Soufian Hafi Alemani appoggia la scelta pentastellata di ritirare il documento, indotta da "un aut aut che avrebbe snaturato il testo. Brunelli non può fare altro". E lo stesso fa la maggioranza ritirando il suo emendamento (Agenzia Dire)

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