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Verso il Congresso del Pd Forlivese, Mosconi: "Non votiamo le persone, ma il metodo"

"Il Congresso di un partito politico nel 2017 - esordisce Mosconi - non può essere affrontato senza prendere coscienza, anche in Romagna, dell'opinione pubblica prevalente sulla politica, i partiti e movimenti politici e sulle persone impegnate in politica"

Una lettera aperta a chi si candiderà ad assumere responsabilità nel Pd forlivese. A firmarla è Raoul Mosconi, assessore dell'amministrazione Drei. "Il Congresso di un partito politico nel 2017 - esordisce Mosconi - non può essere affrontato senza prendere coscienza, anche in Romagna, dell'opinione pubblica prevalente sulla politica, i partiti e movimenti politici e sulle persone impegnate in politica. La politica è sempre più spesso sinonimo di inconcludenza e ogni accordo è etichettato come un inciucio. Partiti, movimenti e anche altre istituzioni sociali godono di pessima fama e pessima salute. I politici sono oramai oggetto della satira più feroce e fare politica ha una accezione negativa. Di tutto ciò, se ne avvantaggia la disgregazione sociale veicolata dai populismi e l'indifferenza veicolata da un individualismo feroce che sfocia spesso in xenofobia".

"In un questa situazione il Pd continua in maniera ostinata ad essere un partito, fatto di tante persone e non di uno, in cui si condividono regole impegnative e si confrontano, anche in maniera aspra, idee per trovare risposte ai problemi e fare progetti per il futuro. Per questi motivi vale la pena di rinnovare la fiducia nel Pd del territorio forlivese e scommettere ancora nel congresso quale occasione per rigenerare il Partito, recuperare aumentando gli iscritti e portare cambiamenti e novità positive per la comunità Romagnola, non solo quella forlivese. Il Congresso Territoriale del Pd di Forlì dovrebbe essere questo: selezione di una classe dirigente seria, capace e allo stesso tempo umile e al servizio del partito; occasione di confronto sulle scelte politiche fatte ma anche tentativo costante di trovare risposte ai problemi e, insieme alla comunità, fare progetti per il futuro; affermare un metodo di lavoro che: smentisca con i fatti pregiudizi e opinioni negative sulla politica e i partiti; offra alla comunità forlivese un luogo aperto per l'incontro dei cittadini; diventi uno strumento per promuovere azioni, elaborare e realizzare programmi e indicare cambiamenti attesi dalla comunità da sottoporre al vaglio degli elettori. Auspicabilmente, un punto di riferimento per il Partito Democratico a livello regionale e nazionale".

"La selezione della classe dirigente deve avvenire secondo le regole congressuali e su tutto deve deve valere il principio che caratterizza il nostro Partito cioè la contendibilità delle cariche attraverso le primarie - chiosa Mosconi -. Il confronto sulle scelte politiche si deve ancora svolgere e bisogna avere il coraggio di svolgerlo in modo franco e diffuso sul territorio. Le scelte politiche devono essere valutate e sottoposte a critiche attraverso l'argomentazione perché solo in questo modo si potrà migliorare e rispondere alle domande e ai problemi che persistono e non devono essere nascosti. Se si vuole essere il Partito Democratico, il confronto deve avvenire anche con e insieme alla comunità, anche attraverso il dialogo con i corpi intermedi e le articolazioni sociali, per condividere progetti. Il compito più difficile è affidato a chi si candida a ricoprire le cariche di partito a tutti i livelli dai circoli, alle Unioni Comunali, alla Federazione territoriale".

"Chi si candida alle cariche deve presentarsi soprattutto attraverso il metodo di lavoro che intenderà adottare - prosegue Mosconi -. Non si voti la persona, ma il metodo. Solo così si garantirà l’unicità del Partito Democratico. Solo così verrà garantito collegialmente il futuro del territorio. Anche e soprattutto, in vista dei cambiamenti necessari al suo sviluppo e all’ampliamento della platea di giovani iscritti al Pd di Forlì. Il Partito, gli organi e il loro funzionamento: il partito e i suo organi devono funzionare al meglio. Non è più tempo di organismi con funzioni di facciata perché le decisioni vengono prese altrove".

Per Mosconi "servono incontri e riunioni utili che portino contributi, dove si discutano anche in maniera critica idee e progetti e non ci si riducano a commentare e correggere delibere. La discussione è crescita. È passione. Passione per la politica. E noi del Pd di Forlì dobbiamo farla vivere e trasferirla alla comunità. Per averla dalla nostra parte e soprattutto per condividere con la comunità le stesse speranze. Organismi funzionanti (che si riuniscono regolarmente, in cui sono chiari tempi e i modi del dibattito, di cui rimanga traccia in verbali e documenti politici) e funzionali ai compiti assegnati (on cui vengano portati contenuti, siano discusse e assunte le decisioni di competenza anche attraverso votazioni, a cui partecipino Consiglieri comunali e assessori, esperti ed invitati, per maturare e formare le persone e il partito, insieme alle decisioni)".

"Gli organismi devo essere anche strumentali alle strategie politiche di un partito che, proprio perché democratico, devono scaturire soprattutto dal basso - continua Mosconi -. Per questo motivo non si può fare a meno di impegnare gli organi del partito anche per assumere proposte e mozioni per i livelli superiori, regionali e nazionali. Per funzionare dobbiamo lavorare. Lavorare tutti di più. Tornare alla nostra passione politica per andare avanti. Non è più ora di aspettare. I tempi sono maturi. Le esigenze della comunità sono cambiate. Dobbiamo cambiare anche noi per poterle intercettare. Il rapporto con la comunità e le amministrazioni locali: il partito democratico deve essere per la comunità un luogo aperto capace di incontrare i cittadini e allo stesso tempo uno strumento capace di elaborare le istanze dei singoli fino farle diventare proposte politiche, attorno alle quali raccogliere consensi ed energie per realizzarle. Per le amministrazioni locali il partito non può che essere stimolo positivo a fare sempre meglio e bene, ma anche portatore di istanze e proposte per scongiurare l'allontanamento di chi amministra dal sentire e dai problemi della comunità e dei concittadini".

"Questa opera di raccordo che deve svolgere il partito, fra amministrati e amministratori, e di elaborazione politica, da problemi a progetti, è realizzabile solo con trasparenza e rispetto delle regole che il partito si è dato - aggiunge Mosconi -. Il raccordo non può esistere se inteso come gestione di volta in volta del consenso in una logica di breve periodo o risposta ai gruppi di pressione di turno. Scegliere i candidati per metodo di lavoro, ci permetterà di garantire la continuità dell’azione anche nel medio/lungo periodo. Obiettivo della dialettica fra comunità locale, partito e amministrazioni è e deve essere il bene comune che include la salvaguardia dell'ambiente, l'apertura solidale verso chi si trova nel bisogno e la responsabilità verso le generazioni future".

Continua la lettera: "La politica oggi è soprattutto servizio, deve essere agita con determinazione e coraggio sapendo che obiettivi e risultati si raggiungono solo con il lavoro dei singoli, la condivisione di molti e con il tempo per tutti. La politica è e rimarrà servizio e se il partito, che è la prima organizzazione politica, smette di servire non è più utile. Non serve più a niente. Insieme agli esempi negativi di divisioni, personalismi ed egoismi oggi la politica offre esempi positivi di servizio che vanno promossi e sperimentati. Sul nostro territorio chi detiene la maggioranza politica e amministra da più anni di tutti dovrebbe interrogarsi su che cosa vuole dire promuovere la politica che non va confusa con la gestione del potere".

"Le persone - sostiene Mosconi - sono l'unica e principale risorsa del Pd, quindi il volontariato degli iscritti è l'evoluzione naturale dell'organizzazione del nostro partito che dovrà caratterizzarsi al suo interno per sobrietà, lealtà e solidarietà. I ruoli, siano essi di partito o amministrativi, devono essere esercitati passando per gli organismi competenti, cioè riunendosi ed esercitando la democrazia sempre; la comunicazione politica deve avvenire sul territorio dalle persone alle persone, non solo con le parole ma in questo tempo soprattutto con l'esempio. I circoli che sono la cellula base del Pd devono esistere e per esistere devono essere alimentati: senza informazioni, senza occasioni di confronto su temi concreti, senza obbiettivi e responsabilità i circoli muoiono. Per quanto tempo possono continuare ad essere solamente comitati elettorali?".

"Le iniziative politiche dovrebbero essere svolte al contrario, chi riveste le cariche nel partito dovrebbe prima ascoltare le relazioni degli iscritti per poi trarre da queste le conclusioni e non viceversa - prosegue -. Gli ordini del giorno degli incontri politici dovrebbero ricalcare sempre di meno i contenuti delle agende parlamentari e i dibattiti somigliare sempre di meno a trasmissioni televisive: sul nostro territorio ci sono contenuti e sensibilità politiche plurali, diverse ed importanti e possiamo trovare altre forme per fare politica e stare insieme. Le feste sono formidabili luoghi di promozione di una visone del mondo, quindi di idealità politiche, per questo dovrebbero caratterizzarsi, oltre che per le loro diverse qualità, per i valori e i principi di chi le promuove, senza accontentarsi della sola sostenibilità".

"I social media e l'utilizzo di algoritmi più che contribuire a promuovere la politica sembrano usati per bocciarla. A livello locale la relazione fra le persone deve prevalere sulle relazione mediate dai social, questi strumenti non si prestano per l'argomentazione e il dibattito, infatti sono zeppi di notizie false e offese contro le persone e il buon senso. Occorre fare politica, ritrovare la passione che ci ha portato fino a qui oggi, questo è l'obiettivo di questa lettera aperta a chi la vorrà sottoscriverla e integrarne i contenuti con idee e proposte per fare politica - conclude -. Sono graditi i contributi di chiunque voglia un congresso territoriale, che non sia la promozione per qualcuno ma un lavoro per tutti, che impegni i candidati a segretario a tutti i livelli a dire come intenderanno fare politica, e permetta agli iscritti di essere pronti e appassionati ad aiutarli a fare quello che hanno detto. Parlare chiaro e farsi capire, il Pd potrà fare proprio questo stile sul nostro territorio se ognuno di noi parlerà chiaro e si farà capire e insieme usciremo da questo congresso mettendoci al servizio della comunità con umiltà,
condividendo con essa una visione lunga sul futuro".

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