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Coronavirus e crisi economica, Morrone al governo: "Misure per liberi professionisti e Partite Iva"

Per l'esponente del Carroccio, "le misure anticipate per sostenere aziende e famiglie sono certamente sottostimate"

"Scarsa la reattività del Governo sul fronte degli aiuti economici". Lo afferma il parlamentare della Lega Jacopo Morrone. Per l'esponente del Carroccio, "le misure anticipate per sostenere aziende e famiglie sono certamente sottostimate. Noi della Lega abbiamo presentato un’articolata serie di proposte al Governo per rispondere alle legittime richieste di molte categorie. Il dubbio è se l’esecutivo avrà davvero il coraggio e la forza per metterle in pratica".

"E’ stato infatti legittimo esigere sacrifici così pesanti alle nostre comunità per contrastare il diffondersi del contagio, ma in cambio lavoratori autonomi e dipendenti e aziende devono avere la certezza che Conte e i suoi ministri abbiano il coraggio di varare una cura d’urto per dare certezze a chi teme di non fare fronte alle prossime scadenze - prosegue Morrone -. Penso, per esempio, ai liberi professionisti, avvocati e commercialisti, in particolare a quelli più giovani o ai praticanti in condizioni di fragilità economica, grandemente penalizzati dall’attuale blocco delle attività giudiziarie".

"Penso ai Magistrati onorari, i più svantaggiati nel comparto Giustizia, e, fra questi, ai GOT (Giudici onorari di Tribunale) che non avranno corrisposta alcuna indennità con il blocco delle udienze. E penso anche ai commercianti, agli esercenti e agli artigiani e a tutta quella fascia di piccole e medie imprese, l’ossatura della nostra economia, che hanno dovuto abbassare le serrande e fermare i macchinari senza sapere quando e come ci sarà la ripartenza", conclude.

Istituti penitenziari, "servono provvedimenti concreti"

"Pannicelli caldi per rispondere all’emergenza carceri. Al ministero della Giustizia si prende tempo e si cincischia, mentre la Polizia penitenziaria si trova ad affrontare situazioni a grave rischio - è l'attacco di Morrone -. La richiesta è che si sospenda subito il sistema delle celle aperte e della sorveglianza dinamica fino al termine dell’emergenza sanitaria. Si chiede, in secondo luogo, che l’accesso ai cortili passeggi sia organizzato per piccoli gruppi in modo da evitare il rischio contagio. Si applichino, infine, le disposizioni del primo comma dell’art. 41-bis dell’Ordinamento penitenziario a quegli Istituti dove si sono verificate rivolte o altre gravi situazioni di emergenza, in modo da ‘ripristinare ordine e sicurezza’. Servono poi misure di prevenzione, sia predisponendo sezioni destinati a detenuti particolarmente pericolosi, sia dando priorità a dotazioni protettive per l’emergenza sanitaria. Per quanto riguarda la detenzione domiciliare che alcuni sostengono, non è detto che sia più sicura, dal punto di vista sanitario, per i detenuti coinvolti e non vorremmo che potesse essere scambiata per un indulto mascherato. In un momento di grave crisi per la nostra comunità nazionale, crediamo che il Governo debba dare esempi di fermezza e infondere certezze, non cercare soluzioni abborracciate per situazioni che richiedono raziocinio e lucidità".

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