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Dometic, il Plc: "E' il momento di occupare gli stabilimenti"

"I lavoratori per vincere hanno bisogno di mettere in campo la loro forza e la loro organizzazione radicalizzando la lotta. Per questo auspichiamo che il presidio esterno si trasformi in occupazione della fabbrica"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

"La lotta degli operai Dometic dimostra che solo l’azione diretta dei lavoratori è capace di ottenere risultati. Se fosse stato per i rappresentanti delle istituzioni, che a parole criticano il comportamento della proprietà me che non offrono nessuna soluzione concreta alla vicenda, gli stabilimenti sarebbero ora vuoti e i rapporti di forza, che sono quello che davvero conta, si sarebbero spostati a favore degli sciacalli della multinazionale. Forse i politicanti come Di Maio possono accontentarsi delle loro belle parole mentre nei fatti un'altra azienda viene chiusa, gli operai che rischiano di rimanere per la strada non hanno questo privilegio.

I lavoratori per vincere hanno bisogno di mettere in campo la loro forza e la loro organizzazione radicalizzando la lotta. Per questo auspichiamo che il presidio esterno si trasformi in occupazione della fabbrica. L’occupazione sarebbe, oltre al miglior modo di far tornare la proprietà sui suoi passi, un esempio per tanti altri lavoratori che vivono situazioni simili nel territorio (vedi Croci o Acis) e in questa prospettiva chiamiamo da subito la popolazione lavoratrice della provincia alla solidarietà attiva verso la lotta Dometic.

Gli stabilimenti produttivi sono un bene non solo per gli operai che ci lavorano ma anche per tutta la comunità, non ha senso che questa ne venga privata col solo fine di arricchire ulteriormente una minoranza di parassiti. Se gli attuali padroni non hanno più interesse a gestire la produzione bisogna lottare perché questa venga affidata agli operai attraverso la nazionalizzazione senza indennizzo per i vecchi proprietari.

Sappiamo benissimo che questa proposta sarebbe presa come una bestemmia dai rappresentanti delle istituzioni, visto che andrebbe a toccare la sacralità della proprietà privata che è loro compito difendere. Noi comunisti, che non abbiamo bisogno di feticci da adorare, pensiamo al contrario che l’attuale crisi capitalista dimostri come questa organizzazione della società, basata sul profitto privato di una minoranza, non abbia più niente da dare alla maggioranza della popolazione e come tale  sia giunta l’ora di buttarla nella pattumiera della storia".

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