Dovadola, bloccata la vendita dei beni all'Ipab. Affondo di Legacoop
la Cooperativa Cad ha inviato un decreto di pignoramento dei beni che sono stati messi in vendita all'Ipab Zauli per ripianare i propri debiti. Per la Cad un credito di oltre un milione di euro
Caos a Dovadola, dove la Cooperativa Cad ha inviato un decreto di pignoramento dei beni che sono stati messi in vendita all’Ipab Zauli, l’istituzione socio-sanitaria che rappresenta di fatto il principale punto di riferimento per l’economia del piccolo comune della Val Montone. Una scelta che viene appoggiata anche da Legacoop Forlì-Cesena, che si schiera a difesa dell’azione intrapresa dalla cooperativa associata, spiegando che la procedura è stata avviata “non solo per tutelare il lavoro dei suoi 900 soci e dipendenti ma anche per provocare una risposta dall’IPAB Zauli che ancora non c’è stata”.
Un atto ‘ostile’ nei confronti dell’istituzione, che si trova commissariata dal febbrai 2011 a seguito del dissesto finanziario in cui si trova. Nel frattempo a maggio 2012 è cambiato il segno politico dell’amministrazione comunale (da centrodestra a centrosinistra con il sindaco Gabriele Zelli), ma i problemi restano ancora tutti sul tavolo.
“In un momento in cui le imprese sono in gravissime difficoltà economiche per la crisi in cui versa l’economia nazionale non è possibile accettare l’indifferenza di amministrazioni pubbliche alle richieste di pagamento dei debiti contratti dai loro Enti – accusa Legacoop -. La somma di cui è creditrice la CAD, a tutt’oggi, è di oltre 1 milione di euro, somma che se non pagata potrebbe mettere seriamente a rischio l’esistenza della Cooperativa stessa e quindi il lavoro dei 900 soci e dipendenti. È questa la realtà che giustifica l’iniziativa della cooperativa a tutela dei suoi interessi”.
“Peraltro i cittadini devono sapere che gran parte dell’assistenza sociale – spiega Legacoop -, in particolare quella rivolta alla popolazione anziana e non autosufficiente, e di cui si possono vantare le nostre amministrazioni, è possibile solo grazie all’impegno ed alla volontà di quelle imprese cooperative che operano a favore di questo settore. Esse oramai abitualmente, a fronte dei ritardi dei pagamenti degli Enti Pubblici si indebitano con le banche, per garantire i pagamenti degli stipendi e dei fornitori”.
“È certo comunque che per la crisi in atto sarà sempre più difficile che le nostre cooperative sociali possano assicurare ai cittadini la continuità del servizio e la sua qualità – accusa la centrale cooperativa - se i pagamenti e le loro attività continueranno a registrare i ritardi attuali ed addirittura, come nel caso dell’IPAB Zauli, questi pagamenti pur certi verranno messi a rischio della minaccia di liquidazione dell’Ente”.
“Anziché stigmatizzare il comportamento della cooperativa solo volto a tutelare i suoi diritti e soprattutto i suoi soci e dipendenti – raccomanda l’associazione -, sarebbe opportuno che gli amministratori pubblici si impegnassero a proporre un programma di pagamento del debito certo e credibile”.