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Elezioni, nel Pd le donne "Towanda" spingono per Valentina Ancarani: "E' la candidata giusta"

“Towanda è una citazione dal film ‘Pomodori verdi fritti alla fermata del treno’. E’ un’esclamazione, un grido di liberazione delle donne"

Partendo dalle donne del Partito Democratico, di cui è responsabile regionale per l’Emilia-Romagna, ha contribuito a fare di una famosa esclamazione cinematografica un movimento che va dalla Alpi alla Sicilia: si tratta di Lucia Bongarzone, una delle fondatrici di ‘Towanda’, un movimento politico femminile che si sta ritagliando una posizione in vista del prossimo congresso nazionale del Partito Democratico e ha suscitato l’interesse della stampa nazionale, come ‘Repubblica’ e ‘Grazia’. E dalle donne dell’area di sinistra arriva un lancio anche per la politica locale, con un sostegno esplicito alla candidatura di Valentina Ancarani, segretaria del Pd forlivese, anche lei firmataria dell’appello di ‘Towanda’.

Lucia Bongarzone, come nasce ‘Towanda’? 

“Towanda nasce come contestazione alle pluricandidature nel Pd alle ultime elezioni politiche di marzo. Sono stata la prima a livello nazionale a fare questa denuncia pubblica, per segnalare un sistema che mettendo in lista alcune donne pluri-candidate, in caso di loro elezione su più collegi, si liberavano seggi tutti a vantaggio di uomini. Quindi formalmente si rispettava la quota di genere nelle candidature, con l’alternanza di uomo e donna, ma di fatto a livello di eletti abbiamo visto un arretramento rispetto al numero di presenze femminili in Parlamento. Questo al Pd che nella scorsa legislatura era il partito più rosa in Parlamento e in Emilia-Romagna vantava quasi una parità tra gli eletti”.

Ci spieghi cosa significa ‘Towanda’..

“Towanda è una citazione dal film ‘Pomodori verdi fritti alla fermata del treno’. E’ un’esclamazione, un grido di liberazione delle donne, chi ha visto il film saprà ben interpretarlo”.

Poi però la protesta è andata avanti, cosa avete fatto?

“Dopo la protesta di marzo, ci sono stati due Towanda Day nazionali, uno a maggio e l'altro a dicembre. Il secondo è stato più programmatico e sui contenuti, per realizzare una piattaforma che stiamo sottoponendo ai candidati per la segreteria del Pd. In tante hanno firmato l’appello iniziale: tante donne della base Pd, parlamentari, la vicepresidente della Regione Elisabetta Gualmini, l’assessore regionale Emma Petitti, la presidente della commissione pari opportunità Roberta Mori, l’onorevole Antonella Incerti per indicare alcuni nomi in Emilia-Romagna, ed anche la nostra segretaria territoriale Valentina Ancarani”.

Se ne sta occupando anche la stampa nazionale

“Hanno voluto approfondire la nostra posizione giornali come Repubblica e Grazia. Il nostro è un movimento che attraversa tutto il Paese, aggregando donne da tutt’Italia in modo spontaneo e assolutamente volontaristico. Alle 1.500 adesioni al documento iniziale se ne stanno aggiungendo sempre di più. Vuole essere un movimento aggregativo anche fuori dal Pd; anche tra le donne il Pd è stato visto come il partito dei colletti bianchi e non un luogo dove le istanze venivano realmente discusse, noi siamo dentro al Pd per incidere sulle politiche, ma anche fuori per ricucire e tessere rapporti con quei mondi che non guardano al Pd non in modo favorevole. Lavoriamo con umiltà e abbiamo l'ambizione di tornare ad essere rappresentativi, nel nostro caso delle donne. Stiamo costruendo una rete con donne fuori dal Pd che a un certo punto hanno smesso di seguirci”.

In ultimo siete intervenute nel dibattito del congresso nazionale.
 
“Rispetto al congresso, ad un certo punto ci siamo trovati Calenda e Delrio che proponevano tavoli di soli uomini, Martina un ticket con Richetti, c'è stato un momento in cui la classe dirigente nel congresso sembrava solo di uomini, è il momento in cui abbiamo alzato la voce per dire 'E allora il congresso fatevelo da soli'. Ci hanno risposto che non abbiamo avanzato una nostra candidatura, ma secondo noi candidare una donna non significa scaricare su di lei tutte le istanze femminili, col sottinteso che delle cose delle donne se ne devono curare le donne, qui parliamo di famiglia, welfare, servizi, che riguardano in ugual misura donne e uomini di questo Paese. Non vogliamo che la questione 'donne' diventi un capitoletto in un programma, questi sono temi trasversali di cui tutti i candidati devono essere portatori”.

A Forlì ‘Towanda’ è per una candidatura femminile nel centro-sinistra?

“Credo che una candidatura femminile possa essere un valore aggiunto, ma non vogliamo una donna purché sia una donna, vogliamo una candidata che porti con sé una serie di caratteristiche. In un periodo in cui tutto è lasciato al populismo e la gente si improvvisa nella politica - e i disastri prodotti sono poi sotto gli occhi di tutti - riteniamo importante recuperare la politica, quella buona, la politica che è rappresentanza e civismo. In tal senso Valentina Ancarani potrebbe essere un'ottima candidata. E' una ricercatrice, una persona molto seria, che quando si è presa l'impegno di fare il segretario l'ha fatto con spirito di servizio, con una serietà e una capacità di analisi che fanno molto bene alla politica. E’ una candidata con competenze adeguate per governare 5 anni”.

E’ una posizione delle donne forlivesi del Pd?

“Non posso parlare per tutte le donne, ma con diverse di loro con cui mi sono confrontata vedrebbero positivamente la sua candidatura. Non solo donne tra l'altro la pensano così”.
 

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