rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
Politica

Le interviste ai candidati, Vergini: "Un voto a chi è scollegato dai poteri che muovono i fili della città"

Vediamo più da vicino i candidati, chi sono, cosa hanno fatto nella loro vita e come la pensano. Completiamo le interviste con Daniele Vergini, candidato del M5S.

Domenica 26 maggio i forlivesi sono chiamati a eleggere il futuro sindaco della città. In cinque si contendono la poltrona di primo cittadino. Il voto, inevitabilmente, non è solo dato ad un programma o ad una simpatia politica, ma spesso e volentieri - specialmente in una elezione locale - è un voto alla persona, alle sue convinzioni e al suo impegno per la città. Vediamo più da vicino i candidati, chi sono, cosa hanno fatto nella loro vita e come la pensano. Completiamo le interviste con Daniele Vergini, candidato del M5S.

Chi è Daniele Vergini
“Un ingegnere informatico di 41 anni, lavoro nello sviluppo del software in un'azienda. Ho lavorato per tre anni alla Telecom, di cui due a Trento. Sono fidanzato, non ho figli”.

Perché un forlivese dovrebbe votare Daniele Vergini sindaco di Forlì.
“Perché in questi 5 anni di dura opposizione abbiamo dimostrato di essere competenti e liberi, scollegati dai poteri che in questi anni hanno mosso i fili della città. E poi per il fatto che sono l'unico quarantenne tra i tre candidati che possono ambire al ballottaggio, e con questo intendo un candidato con una visione proiettata al futuro”

La metafora di Beppe Grillo dell'entrare nelle istituzioni come aprire una scatoletta di tonno vale ancora o la scatoletta del Comune di Forlì è già aperta per voi?
“Per molte situazioni l'abbiamo già iniziata ad aprire, e ancora lo faremo, ma ci tengo a ribadire che ci sono eccellenze in Comune che non si toccano, come per esempio il welfare e i servizi scolastici, semmai si va ad aggiungere. Mentre per altre cose, come la meritocrazia e l'efficienza nella macchina comunale, andremo a fare profondi cambiamenti, in meglio”.

Ha fatto riferimento ad una 'dura opposizione'. Vi accusano di aver fatto un'opposizione giudiziaria e non politica.
“La nostra è stata un'opposizione molto politica, poi in alcuni casi c'è stato un risvolto giudiziario. Ma è la legge che dice che il consigliere comunale come pubblico ufficiale, se vede dei possibili reati, ha l'obbligo di segnalarli in Procura. Noi riteniamo che tutto ciò sia giusto, non perché è giustizialista, ma perché si rispetta la legge. La legalità non può essere trattata solo a parole, ma va applicato nei fatti”.

Intervista a Daniele Vergini

A volte però abbiamo visto anche archiviazioni.
“Giustizia e amministrazione hanno ruoli ben definiti. Poi bisogna anche leggere le motivazioni delle archiviazioni. Nel caso delle spese legali fuori bilancio, dove facemmo un esposto molto corposo, la Procura archiviò ma scrivendo giudizi pesantissimi, dicendo che le ultime giunte e non solo l'ultima hanno avuto una gestione superficiale e poco oculata della cosa pubblica. A volte, pur non rinvenendo reati, emergono delle critiche importanti che andrebbero recepite. Per questo non li riteniamo esposti inutili, ma azioni che hanno fatto emergere delle possibilità di miglioramento della macchina comunale”.

A livello di governo siete in alleanza o contratto di governo che dir si voglia con la Lega, è possibile un 'contratto di amministrazione' sempre con la Lega a livello locale, in un eventuale ballottaggio?
“Non è riproponibile, anzitutto perché si parte da due leggi elettorali completamente diverse. A livello nazionale non ci sono mai state alleanze e coalizioni con la Lega o altri, il contratto di governo è stato fatto dopo perché non vi era alcuna maggioranza possibile senza il Movimento 5 Stelle, con la sola alternativa di tornare al voto o fare il solito governo tecnico con il Cottarelli di turno. Era inevitabile. A livello locale invece c'è il ballottaggio. In tutt'Italia ci presentiamo come un'unica lista che ambisce ad arrivare al ballottaggio e vincere da sola”.

Veronica San Vicente: "Delusi di Pd e dei 5 Stelle, con noi potete tornare a votare"
Marco Ravaioli: "In noi lo spirito civico, i forlivesi non si innamorano della città con una delibera"
Gian Luca Zattini: "Dopo 50 anni cambiare è funzionale al bene comune"
Giorgio Calderoni: "Sarò libero e autonomo. Non farlo sarebbe tradire la mia storia"

Quindi nessun accordo al ballottaggio?
“Al ballottaggio non ci apparenteremo con nessuno anche perché per qualunque forza politica, non solo il Movimento 5 Stelle, dare un'indicazione di voto ad un altro candidato è una presa in giro dell'elettore, che è adulto e sa decidere cosa è meglio senza l'indicazione del capo politico di turno. Per questo neanche chiederemo agli altri partiti di dare indicazione di voto per noi, noi ci rivolgeremo ai cittadini al ballottaggio in cui confidiamo di arrivare. Riteniamo di essere in corsa, in quanto siamo tutti e tre i candidati più o meno vicini come intenzioni di voto. In ogni caso se i cittadini vogliono un vero cambiamento devono votare M5S”.

Cambiamento, lo dicono tutti.
“Le altre due opzioni, centro-destra e centro-sinistra, propongono cambiamenti gattopardeschi. E' vero che tutti parlano di 'cambiamento', e d'altra parte è visibile a tutti che Forlì è arrivata ad un punto in cui ha bisogno di un cambiamento. Anche lo stesso Pd presenta un candidato atipico per dire 'cambiamento', mentre il centro-destra ha scelto un personaggio che potrebbe piacere agli elettori del Pd e al mondo cattolico. Ma poi vediamo che non basta agitare un rosario per essere la scelta dei cattolici”.

Mi definisca i suoi avversari
“Tutte persone rispettabili e questo ce lo siamo riconosciuto reciprocamente tutti. Su Zattini ha appena detto. Calderoni è una persona catapultata lì a pochi mesi dal voto. Lo definisco una foglia di fico, non per essere offensivo, ma perché è una brava persona messa a coprire le mancanze del Partito Democratico e della sua coalizione che nell'ultimo mandato ha fatto parecchi scivoloni. Ravaioli non l'ho ben inquadrato, come Calderoni e Zattini ha fatto una campagna elettorale basata sul marketing e non sui contenuti. Salvo San Vicente, ha fatto una campagna più sincera e basata sui contenuti, come noi”.

Le prime tre cose che farebbe da sindaco?
“La prima cosa che i cittadini ci indicano come problema ai nostri banchetti è la sicurezza. Ci dicono 'Io ho paura', 'Non sono più sicuro come anni fa'. Percepita o reale, è comunque sentita dal cittadino. Quindi il primo intervento sarà di riportare la Polizia Municipale sotto il Comune, togliendola all'Unione, e incrementare l'organico che è sotto i minimi di legge di un terzo. Non si realizza nei primi cento giorni, ma bisogna avviarlo. L'altra è un regolamento che impedisca l'affidamento di incarichi esterni a parenti e affini delle cariche politiche. E' successo più volte che incarichi andassero a parenti di amministratori. E' una misura simbolica che si può fare subito e sarebbe un importante segnale di meritocrazia e trasparenza. La terza cosa è un pensiero a chi vive in condizioni di disagio, faremo quel piano di eliminazione delle barriere architettoniche che quest'amministrazione, nonostante ci fosse un obbligo di legge, non ha mai realizzato, e questo nonostante anche che una nostra mozione lo chiedesse”.

Cosa salva delle precedenti amministrazioni?
“L'investimento sul campus, va riconosciuto che è stato fatto un bel lavoro e il sistema di welfare che è robusto e che non andremo a toccare, ma solo a migliorare e aggiungere”

Quando si manda un messaggio rassicurante, come in questo caso, è per far fronte a possibili timori che serpeggiano in certi mondi. Ci sono timori per un'eventuale amministrazione 5 Stelle?
“Un errore dell'ultima amministrazione è stato quello di chiudersi in una rete amicale, chi era in questa rete di conoscenze aveva le porte aperte, gli altri hanno avuto quasi sempre i bastoni tra le ruote. Vorrei spezzare questa divisione tra queste due Forlì, vorrei che l'amministrazione fosse aperta a tutti, indipendentemente dall'appartenenza politica o altri motivi. Ovviamente quando ci sono delle eccellenze c'è sempre paura che con il cambiamento si modifichino degli equilibri, e mi sento di rassicurarli. Ma questi timori credo che questi mondi li abbiano anche con il centro-destra e perfino con Calderoni”

Fare campagna elettorale oggi è diverso dal farla 5 anni fa?
“Ho avvertito massima apertura da chiunque. Per realizzare il nostro programma abbiamo incontrato 40 realtà associative, trovando in tutte il massimo interesse. Noi ce ne facciamo un vanto di questi incontri, perché abbiamo iniziato un anno fa ed alcune cose che ci hanno chiesto le abbiamo inserite nel programma”.

Siete gli unici che a queste interviste si sono presentati con un fascicoletto rilegato col programma. Cosa significa per voi?
“Per noi significa molto. E' un approccio alla candidatura che riteniamo più chiaro e più serio. Prima ancora di scegliere la mia candidatura e quelli dei componenti della lista, siamo partiti dal programma con gruppi di lavoro. Sono venti capitoli, cento pagine. E' un lavoro unico tra le forze politiche. Negli incontri, ad ognuno ne abbiamo lasciato una copia. Così facendo diciamo 'Questo è il nostro programma. Se non lo rispetteremo domani potrete venire a dirci che non lo abbiamo realizzato', se saremo noi all'amministrazione. E' un contratto con i cittadini. Noi possiamo farlo perché siamo una lista unica, gli altri anche volendo non potrebbero perché devono mettere d'accordo troppe anime. E così si riducono a 15 paginette con temi che possono andare bene a tutti, ma il cittadino non saprà cosa farà esattamente un sindaco, perché non avrà preso un impegno preciso”.

In Consiglio, 5 anni fa siete partiti con un gruppo consigliare che poi ha perso pezzi. Vi hanno votato per avere 4 consiglieri, ne avete persi la metà tra cui – non è poco – anche il vostro candidato sindaco Daniele Avolio. 
“Il nostro gruppo si creò a fine 2013, il tempo prima delle elezioni era poco. Ci fu un dibattito tra di noi se eravamo pronti e passò l'idea che l'importante era mettere dei portavoce in Comune, senza l'ambizione di vincere. In questo sono stati fatti degli errori oggettivi sulle persone. Lo abbiamo riconosciuto e chiesto scusa agli elettori all'epoca. Possiamo garantire, dopo 5 anni, che si è formato un gruppo che oggi ha gli anticorpi per impedire che ricapiti. Con Avolio abbiamo sbagliato e l'abbiamo ammesso, però un'altra forza politica, la Lega, se l'è preso e l'ha candidato”.

Una vostra eventuale giunta?
“In parte saranno attivisti, in parte esterni. Se andremo al ballottaggio ne annunceremo almeno una parte prima del voto del secondo turno”.

Un tema che vi sta particolarmente a cuore?
“Quello della partecipazione, che è il filo rosso che lega tutto il nostro programma. La mancanza più grave che imputiamo a quest'amministrazione è di non essere stata capace di ascoltare tutta la città. Noi abbiamo un programma che imponga all'amministrazione di dare risposte ai cittadini, che non deve essere sempre sì, ma neanche che li si ignora. Tra le nostre proposte c'è un sistema informatico per domanda/risposta dei comitati di quartiere in cui è necessario rispondere in tempi prestabiliti, collegando alla capacità di risposta il premio di produzione di dipendenti e dirigenti”. 

Come è stata questa campagna elettorale?
“Dai toni pacati ma per me un po' pesante. L'ho fatta continuando a lavorare con un'aspettativa parziale, lavorando due giorni alla settimana in quanto ho un ruolo per cui sono difficilmente sostituibile del tutto nella mia azienda. Non è stato semplice coniugare i due aspetti. Avrei potuto prendere l'aspettativa completa, ma ho scelto così per non abbandonare completamente il lavoro. Noi candidati del M5S siamo tutti volontari, lavoriamo per un progetto e se abbiamo un lavoro lo vogliamo mantenere, perché è da lì che guadagniamo, non dalla politica e dai soldi dei cittadini”.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Le interviste ai candidati, Vergini: "Un voto a chi è scollegato dai poteri che muovono i fili della città"

ForlìToday è in caricamento