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Elezioni, intervista a Morrone: "E' cambiata l'aria, ci accolgono con entusiasmo davanti alle fabbriche"

Ultime battute di campagna elettorale prima del voto di domenica prossima. Ci sono ancora un paio di giorni per giocarsi le ultime carte elettorali e poi la palla passerà agli elettori

Ultime battute di campagna elettorale prima del voto di domenica prossima. Ci sono ancora un paio di giorni per giocarsi le ultime carte elettorali e poi la palla passerà agli elettori. A tirare le somme della campagna di centro-destra è Jacopo Morrone, segretario della Lega Romagna e sottosegretario alla Giustizia del governo Conte.

Morrone, come sta andando la vostra campagna elettorale?
“E' stata una campagna andando di porta in porta, casa per casa, impresa per impresa. Zattini si è speso fino all'ultimo giorno e ovunque siamo stati accolti con entusiasmo. Tutti gli hanno riconosciuto competenza al di là dell'appartenenza politica. Abbiamo riscontri molto positivi, non è mai accaduto con questa portata. In passato c'erano ambienti in cui non potevamo andare, in cui ci facevano capire che non eravamo graditi. Ora l'aria è diversa”.

Che cosa vi dicono?
“Andiamo di fronte alle grandi aziende e pure qui vediamo un elettorato non ideologico, che soprattutto per il voto amministrativo guarda le persone, i progetti, la squadra. Si sente voglia di cambiamento perché non esiste più un sogno di città. Coloro che sono stati al governo del Comune finora hanno amministrato come 'curatori fallimentari', senza passione ed entusiasmo. Forlì è rimasta al palo, siamo forlivesi ed emerge un orgoglio forlivese che ho visto in tante persone di tutte le età, anche tra i pensionati che sono tradizionale bacino di sinistra. Nelle grandi fabbriche, dove alla catena di montaggio lavorano anche meldolesi, vediamo che hanno fatto una campagna elettorale indiretta per Zattini, perché l'hanno visto già all'opera”.

Con la Lega che prevedibilmente avrà un largo consenso, avete fatto la scelta di un candidato non leghista, poco caratterizzato politicamente. Perché?
“Forlì è un comune importante che non può perdere più neanche un giorno. Se si perdono due anni di tempo per capire come funziona la macchina amministrativa, come può essere per gli altri candidati, Forlì rischia di non risorgere. Abbiamo trovato una persona che ha un'esperienza amministrativa importante e che dopo il 27 di maggio farà partire la macchina con una giunta fatta di persone capaci, che lui potrà scegliere in prima persona. Il cambiare passo è questo. Scegliere Zattini ha significato scegliere una persona con cui condividiamo idee e valori e che ha già l'esperienza. E' un'opportunità per noi. Avrei potuto fare una scelta di partito, ma in questo modo do alla città la certezza che di avere una persona che sa fare il sindaco. Stessa cosa non si può dire di Calderoni, bravissima persona che ha fatto altro nella vita ed è stato scelto per ultimo perché tanti altri non hanno voluto candidarsi, oppure Ravaioli, che ha partecipato al fallimento di Drei e che ora si lava la faccia per smacchiarsi un po'. Zattini è già pronta a lavorare sodo”.

Dalla vostra parte politica dite che non ci sarà il ballottaggio
“Non è così scontato che ci sarà il ballottaggio. Negli ultimi 15-20 giorni abbiamo anche lavorato molto sulla comunicazione, gli altri sono rimasti fermi”.

La campagna elettorale dei partiti che sostengono Zattini hanno rinchiuso Zattini stesso in un perimetro dal quale farà fatica ad uscire in caso di ballottaggio?
“Vedo piuttosto una campagna elettorale dei nostri avversari che è debole, hanno attaccato Matteo Salvini perché è andato su un balcone per calmare una folla, per fare un saluto e dare un messaggio.  Invece ho visto persone che hanno cercato di interrompere, di impedire il comizio e mi spiace che nessuno abbia preso le distanze. Pur vedendo a Forlì tanti comizi della mia parte avversa, non mi sarei mai permesso di andare ad interromperlo. Questo è la differenza: rispettare le idee altrui. La gente è stanca dell'utilizzo della solita storia del fascismo. In ogni caso il progetto politico della città è fatto da persone e da un sindaco che ha un progetto. Chi è lui e come la pensa lo conosciamo, non si lascia forzare da un messaggio elettorale di qualcuno dei partiti che lo sostengono. E' una persona equilibrata ma decisa, e quando dovrà fare una giunta la farà non come è avvenuto finora in cui il sindaco deve sottostare alle scelte del Pd”. 

Ha un progetto particolare che proporrà in prima persona a Zattini?
“Due priorità: rendere Forlì la città più sicura d'Italia e rilanciare le infrastrutture, l'aeroporto ma non solo, per rendere Forlì appetibile e attrattiva. Far venire aziende e di conseguenza portare lavoro a Forlì. Il tutto anche in contatto con la Fondazione Cassa dei Risparmi, che ha le risorse per il territorio, per restaurare la Rocca quando il carcere se ne andrà. La Fondazione per il bene della città ha investito nel San Domenico e ci ha visto lungo, noi dobbiamo sostenere tutto questo. Ma prima di tutto sostenere l'economia, perché se quando arrivi in centro a Forlì e trovi la metà dei negozi chiusi siamo una brutta cartolina. L'altro punto su cui interverremo subito è il degrado: Forlì non è Roma o Milano, si sa dove si annida il degrado, è che si è fatto finta di nulla finora”.

Promettete 'cambiamento'. Non rischiate che sia un messaggio che possa generare poi delusione?
“Non mi spaventa questo. Non mi spaventa neanche a livello nazionale. E' da giugno che sono al Governo e portiamo avanti norme per un cambiamento vero come legittima difesa, decreto sicurezza 1, decreto sicurezza 2, quota 100, spazzacorrotti. Faremo un grande cambiamento, ma sicuramente dopo aver preso visione dei progetti in corso. Non spazzeremo via il lavoro fatto dagli altri, cosa c'è da ultimare lo ultimeremo, cosa c'è da modificare lo modificheremo. Avremo il coraggio di fare delle scelte, poi giudicheranno i cittadini".

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