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Elezioni, le interviste di ForliToday ai candidati. Candido: "In centro vogliamo la zona della movida"

Continuano le interviste di ForliToday, in vista delle prossime elezioni amministrative. Nicola Candido, 35 anni, segretario comunale di Rifondazione Comunista, corre come primo cittadino per "Sinistra per Forlì"

Un'altra intervista di ForliToday ai candidati a sindaco delle prossime elezioni amministrative del 25 maggio. In questa occasione i cittadini saranno chiamati a scegliere tra 11 nomi. Nel nostro speciale elezioni potete trovare tutte le informazioni sui candidati a sindaco di Forlì, sulle liste e sui programmi. Nicola Candido, 35 anni, segretario comunale di Rifondazione Comunista, corre come primo cittadino per “Sinistra per Forlì”.

Come mai ha deciso di candidarsi a sindaco di Forlì?
È stata una decisione maturata in maniera collettiva quando abbiamo deciso di presentarci alle elezioni unendo la Sinistra di Forlì. Infatti, il gruppo  che ha dato vita alla lista va al di là dei candidati e comprende esponenti provenienti da tutta la sinistra, da Sel al Pcl, o che avevano smesso di impegnarsi in politica. Anche grazie alla forte vicinanza alla lista 'L’Altra Europa con Tsipras' abbiamo ricreato quell’entusiasmo che da anni non si vedeva. In questo contesto è emersa la mia candidatura, che rappresenta un progetto collettivo, non una delega personale o leaderistica

Quale risultato si aspetta dalla prima tornata elettorale?
Puntiamo ad ottenere un ottimo risultato, siamo l’unica vera novità di queste elezioni e, soprattutto, abbiamo molte idee per governare Forlì

Qualora diventasse sindaco, quale sarebbe la prima azione da mettere in campo?
Tutte le misure possibili, dalla tassazione alle tariffe gestite dal Comune, dall’aumento del fondo per gli affitti, a quello per il sostegno delle piccole e medie imprese, per dare un’immediata risposta a tutti coloro, lavoratori, pensionati, disoccupati, piccoli artigiani e commercianti, che sono stati maggiormente colpiti dalla crisi economica. Tutto ciò si può realizzare a “saldi invariati”, spostando l’imposizione fiscale e le entrate sui redditi alti. Chi ha di più deve sostenere gli sforzi che collettivamente stiamo affrontando

Centro storico: come rivitalizzarlo? Come risolvere il problema dei parcheggi?
Innanzitutto avendo una visione complessiva della città. Personalmente, immagino la città di Forlì fra 10-20 anni come un luogo dove sia piacevole vivere. Perciò penso che oggi occorra puntare sulla qualità della vita e sul centro storico come nucleo di questa prospettiva, ma per realizzare tale proposito è necessario compiere scelte coraggiose e lungimiranti. Innanzitutto, estendendo l’isola pedonale in modo da integrare sia il Campus universitario, sia i palazzi e gli scorci più belli di Forlì, che sono da ammirare passeggiando a piedi o in bicicletta. D’altro canto, occorre che i parcheggi attorno al centro siano migliorati e più strettamente connessi al centro città, investendo le risorse risparmiate sull’aeroporto nel trasporto pubblico locale. Oltre a questi cambiamenti strutturali occorre prevedere una zona, io penserei a Piazza Saffi e alle vie limitrofe a bassa residenzialità, in cui si possano estendere gli orari del divertimento e si facilitino gli spettacoli all’aperto. Detta in sintesi, occorre realizzare una “zona della movida”

Ci sono state frizioni tra Comune e Regione negli anni passati, come affrontare la questione?
Considerato che le frizioni sono nate da una lotta di potere all’interno del Partito Democratico senza nessuna motivazione concreta, da un punto di vista istituzionale, un buon passo avanti sarebbe eleggere un sindaco non del Pd qui a Forlì, ovvero dare fiducia a noi di 'Sinistra per Forlì'  

A livello infrastrutturale questa amministrazione 'porta a casa' una parte importante della Tangenziale, quali sono i prossimi interventi da mettere in campo?
Riallacciandomi alla visione di città di cui parlavo prima, la prossima cosa da fare è quella di creare una mobilità, delle merci e delle persone, diversa ed alternativa. Primo, potenziando, come già è stato avviato, il polo logistico di Villa Selva, puntando sul trasporto su rotaia. Poi, sempre in questo ambito, occorre contrattare con la Regione e Trenitalia un miglior collegamento ferroviario. Non è possibile assistere, senza fare niente o sprecando enormi risorse sull’aeroporto, all’odissea che ogni mattina e ogni sera i pendolari devono compiere. Oltre al fatto che dopo le 22 non ci sono più treni che collegano Forlì a Bologna. Secondo, occorre puntare sul trasporto pubblico locale, sia intensificando e prolungando gli orari delle corse degli autobus, sia prevedendo maggiori collegamenti con il comprensorio. Come fanno i giovani a raggiungere il centro storico se dopo le 8 di sera non ci sono più mezzi pubblici? Terzo, il centro storico deve appartenere ai pedoni e alle biciclette, con la sola eccezione delle auto dei residenti e, in determinati orari, dei mezzi della logistica

Unione dei Comuni: come dare valore a questo traguardo? Servirà davvero a razionalizzare i servizi? In che modo? Ci sono dati che lo dimostrano?
In teoria dovrebbe razionalizzare, ma i rischi sono diversi, molto dipenderà da come sarà implementata, soprattutto perché si tratta di un’Unione, a mio avviso, troppo estesa. Faccio un esempio. Uno dei vantaggi sarebbe quello di unificare e omogeneizzare i regolamenti comunali, ma questo non per forza porterà ad una semplificazione. Considerando l’estensione territoriale e la peculiarità di alcuni territori (che pretenderanno di essere considerati) si rischia di complicare le regole, anziché semplificarle.

Rifiuti: è stata avviata dall'amministrazione Balzani la società post incenerimento? Quali sono i primi passi da fare?
Una comunità per riuscire a mantenere una qualità della vita elevata, anche per il futuro, non deve compromettere l’ambiente.  Riappropriarsi della gestione dei rifiuti urbani da parte delle comunità locali ci trova ovviamente d’accordo, essendo stati gli unici che a suo tempo si opposero alla costituzione di Hera. Ci auguriamo che non sia solo una trovata propagandistica di un sindaco a fine mandato, che non si è ripresentato e che lascia il cerino ad altri. Sulla raccolta differenziata e sul riciclo dei rifiuti la giunta Balzani ha fallito, perché nonostante la timida introduzione della raccolta porta a porta, negli ultimi anni la raccolta differenziata è cresciuta pochissimo e nel 2012 è addirittura regredita.  Il nostro impegno sull’argomento rifiuti sarà duplice. Da  una parte, il progetto “società post incenerimento” rientra sicuramente nei nostri obbiettivi, tuttavia è necessario arrivare, prima del 2020, al recupero del 70% del rifiuto prodotto. È un obbiettivo ambizioso ma raggiungibile, innanzitutto agendo sulla cultura del riciclo, la prima differenziazione si esegue dentro le mura casalinghe. Dall’altra occorre arrivare al più presto ad un sistema di tariffazione puntuale che premi i comportamenti virtuosi, contemporaneamente, è necessario migliorare le filiere del recupero esistenti e crearne di nuove per avere un indotto industriale e occupazionale nel territorio

Disoccupazione e povertà: quali nuove azioni può mettere in campo il Comune per favorire l'inserimento lavorativo e aiutare le famiglie in difficoltà economica?
La prima cosa che farei è ridistribuire le risorse comunali dai redditi più alti a quelli più bassi e verso i servizi che sostengono i cittadini più colpiti dalla crisi. In più un passo concreto sarebbe quello di stabilizzare, le soluzioni amministrative si troverebbero, tutti i precari che direttamente o indirettamente, fanno riferimento al Comune. E le assicuro, non sono pochi

Sicurezza: di fronte ad un aumento del crimine i cittadini chiedono anche all'amministrazione comunlae di impegnarsi attivamente. Cosa propone che sia "fattibile" dal Comune?
Fermo restando che la sicurezza deve essere garantita dalle forze dell’ordine e che l’idea di farsi giustizia da soli intralcia anziché aiutare, occorre puntare su due misure. La prima riguarda il tipo di convivenza sociale che sta venendo avanti, che isola le persone e le rende più deboli: è necessario ripartire dalla capacità dei cittadini di aiutarsi reciprocamente, di costruire rapporti umani solidali, di creare un clima di collaborazione, affinchè quando avviene qualche episodio di violenza, anche all’interno delle mura domestiche, non ci si volti dall’altra parte. Di certo, però, non ci sarà mai vera sicurezza senza coesione sociale ed inclusione. La seconda: è necessario dare, nel Comitato per l’ordine e la sicurezza, delle diverse indicazioni rispetto alle priorità riguardanti la sicurezza. Fino ad oggi si è badato più all’immagine che alla sostanza. Mi sembra, infatti, francamente eccessivo e poco razionale l’utilizzo delle forze dell’ordine, concentrate nel centro storico e in piazza Saffi. Racconto un fatto personale che avevo già sollevato pubblicamente. Per far fronte alle chiamate di lamentela per un concerto in piazza Saffi dell’associazione “Il Pane e le Rose”, assolutamente autorizzato e terminato alle 23:30, ci siamo visti arrivare 4 o 5 volanti tra vigili, carabinieri e polizia. Mi sembra uno spreco di risorse incredibile, quando, contemporaneamente, le periferie e i quartieri più isolati rimangono sguarniti di controlli  

E poi il lavoro: si stanno presentando numerose crisi industriali che rischiano di cambiare il volto produttivo di Forlì. Qual è la sua ricetta a riguardo?
Parto da una constatazione dettata dall’esperienza di questi anni: la lotta paga e il Comune  quando deve affrontare queste situazioni deve fare ogni sforzo, coinvolgendo l’intera città, per sostenere i lavoratori e trovare delle soluzioni in grado di mantenere i posti di lavoro. Proponiamo perciò di creare una delega assessoriale al lavoro. Anche qui un esempio può essere illuminante. Nel caso Marcegaglia sul salario d’ingresso, le istituzioni e il Partito democratico che le incarnava, hanno isolato e avversato i lavoratori e il risultato è stato una diminuzione del salario per i nuovi lavoratori, senza aumentare il numero di lavoratori impiegati e con un forte spostamento di risorse dal basso verso l’alto, dal territorio verso l’azienda. Al contrario, nel caso dell’Electrolux dove le richieste erano molto simili, gli enti locali e le forze politiche, forse perché già in campagna elettorale, hanno fatto la loro parte sostenendo i lavoratori e l’imposizione dell’azienda, che pretendeva di diminuire il salario di un terzo, non è passata, sebbene la vertenza non sia ancora finita. Tuttavia, occorre che per i disoccupati, i cassaintegrati e per chi è in mobilità sia fornita una formazione continua, anche tramite l’organizzazione di corsi gratuiti, nei mestieri artigiani e nell’ambito delle nuove tecnologie

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