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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Politica

Elezioni regionali, Vietina (Forza Italia): "La sanità metta al centro la persona anche nel fine vita"

"Siamo di fronte a un diritto negato in molte aree del Paese - commenta Vietina -: le cure palliative rappresentano un cambio di paradigma che mette al centro la cura della persona, non solo quella della malattia e permettono al malato di avvicinarsi alla fine vita con dignità e sollievo dal dolore"

"Forza Italia si schiera a sostegno delle cure palliative anche in Emilia-Romagna". Lo fa attraverso la parlamentare Simona Vietina e i suoi candidati alle elezioni regionali del prossimo 26 gennaio Vanda Burnacci, Gianfranco Fiorentini e Nicola Rossi, che hanno scelto di supportare l’appello lanciato da decine di associazioni, dal Movimento per la vita ad Alleanza Cattolica, dalla Fondazione De Gasperi ai Medici cattolici. L’obiettivo è quello di rendere effettiva in tutte le regioni l'applicazione della legge voluta dal Governo nel 2010 sulle cure palliative che la Corte costituzionale (sentenza 242/19) ha identificato come un vero e proprio imprescindibile “pre-requisito” per qualsiasi trattamento di fine vita, al fine di circoscrivere e lenire il grave stato di sofferenza che spesso accompagna questa fase dell’esistenza.

"Siamo di fronte a un diritto negato in molte aree del Paese - commenta Vietina -: le cure palliative rappresentano un cambio di paradigma che mette al centro la cura della persona, non solo quella della malattia e permettono al malato di avvicinarsi alla fine vita con dignità e sollievo dal dolore. Come persona e come parlamentare di Forza Italia, amo e difendo la vita ed è per questo che ho scelto di aderire al manifesto che richiede nuove politiche sanitarie per le cure palliative che ne promuovano la diffusione e l’accessibilità in tutte le Regioni, a partire dall’Emilia-Romagna. Occorre incrementare le risorse del bilancio regionale e prevedere percorsi formativi ancora assenti nella programmazione nazionale, ma soprattutto occorre rendere noto a malati e famiglie dell’esistenza di questa possibilità, facilitandone l’accesso e garantendo la presenza di personale adeguato durante tutto il percorso".

“Come ricordato dalla CEI lo scorso 14 gennaio – prosegue Vietina -, in occasione della drammatica storia di Giovanni Custodero, la sedazione palliativa profonda è stata erroneamente paragonata all’eutanasia, ma non è assolutamente un atto eutanasico, posto che venga fatta a determinate condizioni ed è per questo che ritengo che si tratti di un diritto che non può essere negato al paziente. Se accompagneremo una persona in modo dignitoso fino al termine della sua vita, credo che sarà molto meno probabile che chieda di anticipare la morte, un epilogo che rappresenta una sconfitta per tutti”.

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