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Il vino come le sigarette, in Irlanda l'etichetta: "Nuoce alla salute". Il no della Lega: "Fa male solo l'abuso"

L'eurodeputata Basso e il consigliere regionale Pompignoli sono andati in visita allo stabilimento forlivese della Caviro

“Un attacco sferrato dall’Europa contro le eccellenze agroalimentari italiane. Saremo sempre al fianco dei produttori vitivinicoli”. È quanto hanno dichiarato il consigliere regionale della Lega, Massimiliano Pompignoli, e l’europarlamentare Alessandro Basso, in merito alla decisione dell’Irlanda di indicare sulle etichette di vino, birra e liquori avvertenze come "il consumo di alcol provoca malattie del fegato" e "alcol e tumori mortali sono direttamente collegati".

I due esponenti della Lega si sono recati sabato mattina in visita allo stabilimento forlivese del gruppo Caviro, leader in Italia nel settore delle cooperative vitivinicole e punto di riferimento nel segmento produttivo dei vini confezionati grazie alla qualità del prodotto selezionato e alla grande attenzione riservata ai temi della sostenibilità ambientale, economica e sociale.

Ad accogliergli per un tour in azienda c’erano Carlo Dalmonte, Presidente del Grupppo Caviro e Roberto Sarti, Responsabile Rapporti con le Istituzioni.
 “Il via libera dell’Unione Europea a questa norma rappresenta un pericoloso precedente che mette a rischio un prodotto simbolo del nostro Paese e una filiera di qualità che crea indotto e occupazione. Il non distinguere tra uso e abuso di alcol, equiparando il consumo moderato e consapevole di vino all’assunzione sregolata di superalcolici, è disinformazione – ha specificato Pompignoli – il vino in Italia e in Romagna in particolare è territorio, cultura, tradizione, economia e lavoro. La decisione dell’Unione Europea, dunque, è assolutamente sbagliata e si traduce in un attacco sleale alle nostre produzioni".

“Etichettare il vino come nocivo a prescindere e senza indicare la quantità, rappresenta non solo un attacco a un prodotto chiave per l’economia italiana, ma anche un falso: ciò che fa male è l’abuso – aggiunge Basso - la campagna di terrorismo va sostituita dall'educazione a un consumo consapevole e moderato. Il vino è un patrimonio da tutelare, non certo da criminalizzare, come vuole fare l'Europa: quella stessa della carne sintetica, degli insetti e del latte in polvere. Dobbiamo impedire che venga colpito un altro settore fondamentale dell’economia italiana. Non dimentichiamo che nel nostro Paese sono presenti 255mila aziende produttrici di vino per un indotto di 14 miliardi di euro. Grandi eccellenze, come quella visitata a Forlì, con le quali ci schieriamo senza se e senza ma.”

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