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Fabrizio Ragni (Forza Italia): "I pensionati forlivesi sono i più poveri dell’Emilia-Romagna"

d indicare il quadro previdenziale locale è Fabrizio Ragni, coordinatore comunale di Forza Italia, candidato nel collegio di Forlì-Cesena per gli azzurri alle regionali del 26 gennaio 2020

"Tra i tanti indicatori socio-economici di come la Romagna sia penalizzata c’è anche quello delle pensioni. I  pensionati romagnoli dichiarano una media di reddito inferiore a quella regionale, con  i pensionati forlivesi e cesenati che sono i più poveri, ultimi in classifica fra le nove province dell’Emilia-Romagna. Ed i pensionati forlivesi sono i più poveri in assoluto, con 448 euro in meno rispetto a quelli bolognesi,  i più ricchi, che vantano un importo medio mensile   di 989 euro. Lo dice in una recente statistica Unioncamere regionale,  dunque dobbiamo crederci. E questa statistica ovviamente non ci soddisfa, serve un patto per la riqualificazione contributiva". Ad indicare il quadro previdenziale locale è Fabrizio Ragni, coordinatore comunale di Forza Italia, candidato nel collegio di Forlì-Cesena per gli azzurri alle regionali del 26 gennaio 2020.

Ragn ha parlato nel corso del convegno "Difendere le pensioni attuali e future; un impegno per le famiglie" organizzato venerdì pomeriggio, nella sala Nassirya, al Palazzo della Provincia, dalla componente Seniores di Forza Italia. Nell’occasione era presente anche il senatore di Forza Italia Maurizio Gasparri, che ha inserito Forlì nel suo tour in Emilia Romagna con le tappe a Bologna, Ferrara e Lugo a sostegno della campagna per le prossime elezioni regionali. E proprio il candidato forzista alle elezioni regionali del 26 gennaio 2020 ha parlato della posizione del partito sul tema pensioni, su Quota 100, e le aspettative di vita e di riposo dal lavoro: "La questione pensioni, che riguarda 16 milioni e 100mila italiani, 1,27 milioni di persone in Emilia-Romagna, di cui 125.510 a Forlì-Cesena, è stata silenziata per troppo tempo", ha affermato.

"Prima i governi di sinistra hanno bloccato l’adeguamento delle pensioni al tasso d’inflazione. Poi il governo del premier Conte ha prorogato tale ingiustizia con i suoi alleati del Movimento 5 stelle e ha pure compiuto un esproprio proletario istituendo un prelievo forzoso sulle pensioni più alte - ha aggiunto -. In soldoni è stata sottratta ad oltre 5 milioni di pensionati la perequazione delle pensioni, per un importo di oltre 3,5 miliardi. Insomma, si fa cassa sulla pelle dei lavoratori. Del resto, che dire di un partito di governo che ha come capo Beppe Grillo che propone di togliere il diritto di voto agli anziani e dunque ai pensionati".

“E le ingiustizie non finiscono qui - ha proseguito -. Dal 2013, con le ultime manovre economiche si è introdotto un meccanismo applicabile a tutti  con il quale viene incrementata automaticamente l’età pensionabile in relazione all’aumento della speranza di vita.  Risultato? In Italia  l’età per accedere alla pensione (67 anni) è tra le più alte in Europa. Inoltre, per far risparmiare le finanze pubbliche , nel nostro Paese vengono corrisposti assegni previdenziali più bassi che nel resto d’Europa".

“In più, sopportiamo un problema grave , che incombe sulle giovani generazioni. I ragazzi, i nostri figli, iniziano a lavorare sempre più tardi e in maniera spesso discontinua, così accumulando “vuoti” contributivi. Con il risultato che non soltanto andranno in pensione a un’età più avanzata ma soprattutto percepiranno  assegni previdenziali più bassi - ha aggiunto il candidato -. Oggi si parla di quota 41, ovvero si propone per andare in pensione un totale di 41 anni di contributi. Ma anche questa volta c’è chi, come per esempio il presidente dell’Inps Pasquale Tridico, ritiene che vi siano persone che possono uscire più tardi e altre prima dal mondo del lavoro, in base a non meglio precisati coefficienti di gravosità e distinte  categorie professionali. Noi siamo tra quelli , invece, che riteniamo che 41 anni di contributi siano più che sufficienti per tutti a prescindere dall’età e dal lavoro svolto. Tutti i mestieri sono ugualmente usuranti dopo 41 anni. Non vi pare?".

 “E invece no - ha proseguito -. L'assessore regionale alla Sanità Sergio Venturi, uomo di fiducia del governatore uscente Bonaccini, pochi mesi fa aveva ammesso candidamente che anche in Emilia-Romagna nei prossimi 2-3 anni, quando la sanità pubblica sarà in difficoltà e per sopperire alle carenze di personale e se i concorsi dovessero andare deserti, si potrebbero richiamare negli  ospedali i medici in pensione. Anzi, l’assessore di sinistra ha ammesso che in alcuni casi gli sarebbe anche piaciuto trattenere già i medici in pensione. Questo è l’approccio della sinistra. Una sinistra che vorrebbe trattenere i pensionati sul luogo di lavoro sine die”: continua il candidato forzista alle elezioni regionali. Ma la civiltà di un Paese si misura dall’attenzione che riserva ai suoi anziani, è una questione vitale in una società che invecchia e che dovrebbe invece valorizzare queste risorse.  Il governo restituisca il maltolto: il mancato adeguamento delle pensioni al tasso d’inflazione e si offra ai nostri pensionati il giusto diritto a vivere in serenità la parte più delicata della loro vita".

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