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Forlì capitale della cultura, Ragni (Forza Italia): "I politici Pd non sono credibili"

Per l'esponente azzurro "non c’è credibilità e coerenza in chi avanza questa idea in rappresentanza del Pd"

Il capogruppo di Forza Italia in Consiglio comunale, Fabrizio Ragni, lancia la stoccata al parlamentare forlivese Marco Di Maio, che vedrebbe in futuro Forlì candidata a Capitale Italiana della Cultura. Per l'esponente azzurro "non c’è credibilità e coerenza in chi avanza questa idea in rappresentanza di un partito, il Pd, che tutto ha fatto in questi  decenni tranne che immaginare il rilancio culturale e artistico della nostra città". Illustra Ragni: "Le giunte comunali a guida Pd, dedicandosi all’ordinaria amministrazione nel complesso delle attività culturali e affidando ad altri (la Fondazione Cassa dei Risparmi) il compito di realizzare i grandi eventi, non hanno mai inserito la Cultura, l’arte e  il recupero storico-architettonico urbanistico di Forlì fra le proprie priorità di mandato. Prova ne è l’ultima delibera di avanzo di bilancio da 1,1 milioni di euro, che lascia le briciole a questo  settore (la bonifica di piazza Guido da Montefeltro) e destinando gli investimenti maggiori ad una serie scoordinata di interventi in ambito infrastrutturale, sportivo e sociale come la Casa della legalità fermi da anni".

"Non c’è una visione d’insieme - è l'opinione di Ragni -. Non c’è un progetto amministrativo coordinato che promuova la nostra città a livello culturale anche come esempio di bellezza. Prova ne è che durante gli scavi per le nuove pavimentazioni in centro non s’è deciso negli anni Novanta di valorizzare a fini turistici e archeologici gli antichi ponti (dei Cavalieri, del Pane e dei Morattini) venuti alla luce  ma  si è scelto di ri-seppellirli lasciando appena due  minuscole vedute sotto la protezione di altrettante lastre di vetro. Per contro, non c’è la volontà di mettere mano alle numerose brutture architettoniche pur presenti a Forlì  come la pensilina per bus in piazza Saffi che a suo tempo critici (come Vittorio Sgarbi) e mondo culturale (la rivista ‘Itinerari’) bocciarono senza appello. Si segua l’ipotesi che lo stesso progettista della pensilina aveva adombrato: "visto che non è di cemento armato  svitiamone i bulloni e rimuoviamola". Incominciamo da lì per la rinascita culturale di Forlì e poi dedichiamoci al recupero immediato della Rocca di Caterina sforza come secondo polo museale , espositivo e culturale forlivese che dal lontano 2005 doveva essere riconsegnata alla città con l’attivazione del nuovo carcere   nel quartiere  Quattro e per l’interzia delle varie giunte comunali di sinistra è in continuo deperimento".

L’esponente azzurro lamenta l’erogazione a pioggia dei contributi alle associazioni culturali e ravvisa che  in alcuni casi: "Si potrebbe fare economia di scala a vantaggio di nuovi eventi e nuovi progetti. Porto un esempio, tra i tanti: alla società che s’è aggiudicata  la gara pubblica di gestione del teatro comunale Diego Fabbri (un appalto di 6 anni per 469.801,59 euro l’anno) si potrebbe chiedere di rinunciare ai fondi ottenuti dal Comune anche per la gestione della programmazione del Teatro il Piccolo, che sorge nello storico  spazio dell’ ex “casa del popolo”. E utilizzare i fondi liberati per mettere in cantiere eventi culturali e rassegne, anche di cinema”.

“Cinema gratuito all’aperto, per esempio come accade a Cesena e Bologna, e magari  nel giardino esterno e nel cortile interno della Rocca di Caterina sforza - conclude -. Del recupero di questa importante opera abbiamo parlato più volte e chiesto  lumi al sindaco. Ma nessuna risposta seria in proposito. E scarsa volontà di fare sul serio, visto che  a causa  dell’inagibilità della stessa Rocca la tradizionale rassegna dei Presepi l’anno scorso è stata dirottata in altro sito. Chi amministra Forlì non conosce la storia della sua stessa città e non investe le giuste risorse per promuovere veramente Forlì a capitale dell’arte e della cultura. Su questo terreno il Pd non sarà mai credibile".

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