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Martedì, 16 Aprile 2024
Politica

Famiglia, rispetto della vita e scuola privata: nove candidati sindaci sposano la linea dei cattolici

Oltre 400 persone nella sala Europa della Fiera di Forli, al confronto fra i candidati sindaco promosso delle Consulte delle Aggregazioni Laicali e degli Organismi Socio Assistenziali della Diocesi

Doveva essere un confronto aperto e serrato su temi cari al mondo cattolico, come famiglia, rispetto della vita e scuola privata. Alla fine, i 9 candidati sindaco intervenuti hanno espresso una sorprendente condivisione d’intenti, in linea coi cattolici. Il colpo d’occhio iniziale della sala Europa della Fiera di Forlì, gremita da oltre 400 persone, in gran parte giovani, fa presagire che non sarà una serata come le altre. Lo stesso moderatore del confronto, il cesenate Francesco Zanotti, presidente della Fisc-Federazione italiana settimanali cattolici, esprime tutto il suo stupore per una simile partecipazione.

Il saluto del presidente dell’Azione Cattolica diocesana, Mirco Samorì, a nome delle Consulte delle Aggregazioni Laicali e degli Organismi Socio Assistenziali promotrici del dibattito, dà il “la” al dibattito. Poi entra in scena Zanotti, che detta le regole d’ingaggio a Luigi Ascanio (Cambia Forlì), Daniele Avolio (Movimento 5 Stelle), Anna Rita Balzani (Forza Italia, Fdi e Noi Forlivesi), Nicola Candido (Sinistra per Forlì), Davide Drei (Pd, A Sinistra con Drei e Con Drei per Forlì), Paola Monaldi (Movimento idea sociale), Andrea Pasini (Amare Forlì), Pino Perini (Insieme da Sinistra) e Raffaella Pirini (Destinazione Forlì). Dal lotto degli 11 candidati ufficiali mancano solo Daniele Mezzacapo (Lega Nord), assente per motivi di salute, e Giacomo Turci (Partito Comunista dei Lavoratori), che ha rinunciato a priori. Sullo schermo gigante alle spalle dei relatori, campeggia un cronometro indicante il termine inflessibile di 3 minuti entro cui rispondere a ciascuna delle tre domande.

Elezioni, confronto tra candidati

Già dalla prima, riguardante la continuità del sistema educativo integrato vigente con piena dignità della scuola privata a fianco della pubblica, si entra nel vivo. Tutti i candidati sono per il mantenimento delle convenzioni che attualmente regolano il diritto dei genitori ad iscrivere i propri figli in un istituto didattico paritario. Ma non mancano i distinguo: se Drei, Pasini e Balzani insistono sulla necessità di favorire in tutti i modi la libera scelta da parte delle famiglie, il preside Ascanio, che gioca “in casa”, esprime l’ulteriore necessità di redigere a monte un progetto educativo condiviso, fondato sui valori. Il primo ad uscire dal coro è Candido, che invoca l’assoluta priorità della scuola pubblica, seguito da Perini che ripropone il concetto di sussidiarietà: “La scuola privata deve operare laddove non arriva quella pubblica”.

Pure la seconda domanda, imperniata su ruolo e funzioni della Consulta comunale della Famiglia (è chiaro il riferimento al percorso diocesano della famiglia come speranza e futuro per la società), incassa il consenso degli aspiranti sindaco, che anzi propongono una corsia preferenziale per le famiglie numerose e con criticità a carico. Piena concordanza anche sulla necessità di tutelare la vita e implementare le risorse che il Comune destina al “protocollo Ivg” per l’assistenza alle donne in gravidanza e la rimozione delle cause che portano al ricorso all’aborto volontario. In questo ambito, più che distinzioni emergono delle integrazioni: se Pasini sostiene che “la famiglia è il luogo dove si nasce e ci si forma come persone, al punto che se aiutiamo la famiglia sosteniamo la società”, Drei, forte della sua esperienza di assessore comunale uscente al welfare, s’impegna a ridefinire l’Isee e a prendere in considerazione il calcolo del quoziente familiare, così come proposto a più riprese dalla stessa Consulta.

Solo la Monaldi esprime a chiare lettere il concetto di tutela della vita fin dal concepimento. Rimane l’ultima questione, relativa alla predisposizione di politiche giovanili in grado di rivitalizzare il centro storico forlivese. Seppur indicando luoghi diversi, tutti avvertono la necessità di coinvolgere i giovani, affidandosi alla loro energia e vitalità nella creazione di eventi. Se Candido propone un’idea di città che passa da una maggiore responsabilità di studenti e ragazzi, “messi in condizione di potersi prendere il loro spazio”, Avolio lancia il concetto del centro come salotto buono della città: “Il degrado di Forlì è sotto gli occhi di tutti. Perché è stato costruito l’Iper? Perché sono stati tolti i bus dal centro? La città che vorrei – conclude l’esponente pentastellato – passa da un’amministrazione trasparente e onesta”. Drei e Pasini indicano come prioritaria la creazione di bandi per le favorire lo “start up” di imprese giovanili in centro. L’ultima sfumatura degna di nota è della Pirini: “Il centro storico deve essere ancora più allegro, gioioso e musicale. Investendo sull’ambiente, si possono persino creare nuovi posti di lavori”.

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