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Stop a partiti e schieramenti, "uniamoci per il bene del Paese"

Il vicesindaco di Forlì, Giancarlo Biserna, propone la creazione di "rete" composta da politici di diverso schieramento per riuscire a governare al meglio non solo la città, ma anche l'intero Paese

"Io credo che oggi la condizione basilare per dimostrare che la politica può risorgere stia nella volontà di chi la fa, a Forlì come a Roma, di tendere il più possibile alla verità in ogni sede e sito. E la verità, quando si tratta di bene comune, non può essere particolare e circoscritta, ma oggettiva.e senza confini". Sono le prime parole del vicesindaco di Forlì, Giancarlo Biserna, che propone la creazione di una "rete" composta da politici di diverso schieramento per riuscire a governare al meglio non solo la città, ma anche l'intero Paese.

"Così come ci tengo al bene comune della mia città e grido forte quello che va,  e parimenti quello che non va, se voglio essere credibile e testimone di avere in testa l' interesse generale e non "altri", mi spiace, ma su temi dirompenti nazionali come la giustizia, il finanziamento ai partiti, la lotta alla corruzione, le riforme  devo fare allo stesso modo. Lo so che è più difficile, molto meglio fare battaglie nel proprio orto e chiudere gli occhi sul resto perchè questo agire mi metterebbe in cattiva luce nei palazzi romani, ma il vero passaggio chiave sta qui".

"Nella mia capacità di incidere sulla politica nazionale - continua il vicesindaco - la quale  incide sempre ed in ogni caso anche sul mio orto, sul mio risanamento di una scuola, per esempio, sulla mia possibilità di rafforzare il Piano Neve. Altro esempio. Ma ci pensiamo, l' urto che creerebbero politici locali di ogni parte, amministratori pubblici (e anche privati), mille Consigli Comunali  che all' unisono senza paura di perdere posto e consenso uscissero dai loro  physique du role per denunciare per esempio, che la nuova legge sui finanziamenti ai partiti votata alla Camera  è solo un modo per tirare a campare, levando il meno possibile. Si fa credere di aver ridotto del 50% la spesa pubblica per lo Stato. Così non è: perché se è vero che il finanziamento diretto è stato dimezzato, è anche vero che nel frattempo è stata aumentata fino al 26% la riduzione delle tasse che devono pagare i privati e le imprese che danno il finanziamento privato ai partiti".

"Quindi, lo Stato in realtà non risparmia niente - prosegue Biserna nel suo intervento - Semplicemente prima dava i soldi direttamente al partito, adesso al partito glieli dà il privato, però poi il privato non li deve dare più allo Stato. E per  quale ragione poi le società a capitale pubblico, gli enti pubblici, i soggetti pubblici, possono finanziare direttamente o indirettamente la politica? Queste sono le imprese e le attività che maggiormente finanziano i partiti. Possono farlo perché non hanno alcun rischio d'impresa. E sulla riduzione del numero dei parlamentari? Come si fa a non capire e a lasciar fare. Diminuiscono di un nulla, quando occorrerebbe almeno un dimezzamento. E poi ci si lamenta di Grillo. Questi sono tutti temi locali e come tali ci devono vedere protagonisti anche in città alla stregua di ogni altra battaglia. Una leva così avrebbe più forza  di mille dibattiti e di tanti commenti".
 

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