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Forza Italia presenta il programma: meno immigrazione, flat tax, e contratti flessibili

Limitazione dell'immigrazione, semplificazione fiscale con la 'flat tax' e più flessibilità nel mercato del lavoro: sono i punti forti di Forza Italia presentati mercoledì

Limitazione dell'immigrazione, semplificazione fiscale con la 'flat tax' e più flessibilità nel mercato del lavoro: sono i punti forti di Forza Italia presentati mercoledì pomeriggio assieme ai candidati locali del partito berlusconiano. Per il Forlivese Forza Italia presenta per il Parlamento i nomi di Fabrizio Ragni, capogruppo in Consiglio comunale, per il listino plurinominale al Senato, ma in una posizione in lista, la quarta, tale per cui si può definire una candidatura di servizio. Il sindaco di Tredozio Simona Vietina, invece, si candida nel collegio uninominale di Cesena alla Camera che comprende anche le vallate forlivesi del Bidente, del Rabbi e del Montone (ma non del Tramazzo-Marzeno, dove si trova Tredozio).

Invece, il voto in Romagna a Forza Italia permetterà di mandare in Parlamento i capilista Anna Maria Bernini (per il Senato) e Galeazzo Bignami (per la Camera), entrambi bolognesi. E proprio Bernini, nella sua visita a Forlì, ha spiegato i punti qualificanti del programma di Forza Italia. Bernini ha ricordato come per dieci anni ha vissuto la nostra città, prestando la sua opera come docente universitario di diritto nel campus di Forlì (Bernini, oltre ad essere avvocato, è professoressa universitaria all'Alma Mater).  Per la senatrice uscente “le nostre idee forti riescono a penetrare uno schermo difficile da penetrare. Non ho mai creduto alla leggenda della regione rossa,  per noi l'Emilia-Romagna è sempre stata una regione contendibile, dal momento che in molti non votano a sinistra, tanto più nella parte romagnola. Come anche la Lega Nord ci abbiamo scommesso sull'Emilia-Romagna e non vedo l'ora che sia il 5 di marzo per dire che l'Emilia Romagna è stata una regione vinta”.

Forza Italia a Forlì, parlano i candidati: IL VIDEO

Primo colpo sull'immigrazione: “Questo territorio è prospero, ma la qualità della vita è diminuita e non è casuale che l'immigrazione indiscriminata abbia contribuito a tale diminuzione.  E' imbarazzante che, con un buonismo malinteso, non si capisca che l'immigrazione indiscriminata impatta sulle fasce sociali più basse e in difficoltà. I nostri territori sono geneticamente accoglienti mano si può dare a qualcun altro qualcosa che non si ha per sé.  Un richiedente asilo costa 1.050 euro euro al mese,  e per l'80 percento l'esame della sua domanda fa emergere che non ha diritto alo status di rifugiato. Le nostre fasce deboli vorrebbero di gran lunga altrettanto e non si può far finta che questo desiderio non esista”. E sempre su questo tema Fabrizio Ragni ricorda che “a Forlì il 42 percento di detenuti è straniero”. Continua Ragni: “Siamo il paese d'Europa col costo maggiore per detenuto, ognuno di loro ci costa 150 euro al giorno, che porta il costo dell'apparato penitenziario 2,6 miliardi”. Ragni quindi indica la strada di “accordi bilaterali per far scontare le pene dei detenuti stranieri a casa loro”.

La 'flat tax' è poi l'altro cavallo di battaglia di Bernini e Forza Italia: “Il programma comune del centro-destra si basa su una vera e profonda riforma fiscale, con l'aliquota fiscale unica al 20%, non solo sui redditi da lavoro e pensione, e con una no-tax area sotto i 12mila euro”. Un tale sistema sarà da “disincentivo all'evasione e all'elusione, pagare le tasse sarà più conveniente dei paradisi fiscali per i grandi capitali, mentre le piccole imprese, che non hanno accesso a tali stratagemmi, ogni mese non avranno il dilemma se pagare il mutuo, i fornitori , i dipendenti, se dare da mangiare alla famiglia, o appunto pagare le tasse.  Già l'attuale sistema fiscale, per esempio con gli studi di settore, non è equo né progressivo, pieno com'è di patrimoniali”. Infine sul lavoro la parola d'ordine di Forza Italia (Bernini ricorda la Legge Biagi) è “tornare a modelli contrattuali flessibili, dettati dal mercato del lavoro, ma non precari”, perché “sono i contratti che devono seguire gli imprenditori e non gli imprenditori che devono sottostare alle rigidità dei contratti”.

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