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Hera, l'Idv punta il dito: "Non si vogliono tagliare i costi della politica"

"Il patto - ha spiegato il coordinatore provinciale dell'Idv di Forlì-Cesena Tommaso Montebello - vincola le amministrazioni a votare in maniera compatta alle assemblee dei soci".

Quattro delibere sulle linee di indirizzo ed il rinnovo del Patto di Sindacato sottoscritto dai soci pubblici di Hera in scadenza il 31 dicembre. Di questo si è parlato nel corso dell’ultimo Consiglio Comunale di Forlì. “Il patto – ha spiegato il coordinatore provinciale dell’Idv di Forlì-Cesena Tommaso Montebello – vincola le amministrazioni a votare in maniera compatta alle assemblee dei soci, permettendo ai comuni di governare la società quotata in borsa”.

“Per questo, Italia dei Valori, ha presentato quattro emendamenti nel tentativo di portare maggiore trasparenza, maggiore partecipazione e taglio ai costi della politica. Nello specifico – prosegue Montebello – il primo emendamento prevedeva che il Comitato di Sindacato debba presentare ai Consigli Comunali una proposta sulle deliberazioni da assumersi in sede di Assemblea straordinaria di Hera prima di esprimersi in maniera vincolante. L’obbiettivo è quello di riportare al centro della scena il Consiglio Comunale rafforzando il suo potere di indirizzo ed evitare quindi che una società quotata in borsa possa anteporre la ricerca dell’utile agli interessi dei cittadini”.

“Il secondo ed il terzo emendamento chiedevano un abbassamento dei costi della politica, attraverso un dimezzamento dei membri del Cda, una parità di genere nelle nomine dei componenti del consiglio di amministrazione ed un dimezzamento degli stipendi. Mai come in questo momento la politica deve dare l’esempio e se fino a ieri potevamo ritenere soddisfacente la diminuzione di un terzo dei componenti del Cda, nel momento in cui il Governo Monti chiede sacrifici ai cittadini, anche la politica deve osare di più e puntare al dimezzamento dei costi della politica. (Il Cda di Hera costa circa 2 milioni di euro l’anno, finanziati direttamente dai cittadini attraverso il pagamento delle bollette.) Il quarto emendamento, infine, chiedeva maggiore trasparenza nella gestione della galassia delle società controllate dalla multiutility, infatti come è emerso in passato Hera condivideva le quote di HERA Comm Mediterranea con la SCR della quale non è possibile sapere chi sono i veri proprietari perché l’azionariato è schermato da una fiduciaria. Crediamo che casi come questi siano inaccettabili per una società a maggioranza pubblica”.

“Dopo una lunga mediazione con i Partito Democratico –ha concluso Montebello – il primo emendamento è stato inserito nella delibera contenente le linee di indirizzo ed approvato dal Consiglio Comunale, il quarto è stato trasformato in mozione per permetterne l’approvazione in quanto diversamente il Pd non lo avrebbe votato. I restanti due emendamenti sui costi della politica, purtroppo, sono stati respinti dimostrando la mancanza di volontà nell’abbattere i costi della politica. Per questi motivi, come gesto di diniego verso questa decisione, noi dell’Italia dei Valori abbiamo deciso di astenerci sulla delibera in questione.”

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