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I Verdi: "I rifiuti inizieranno a girare per tutta la regione"

Nella seduta del Consiglio Comunale di Forlì del 03 maggio 2016 è stato approvato un ordine del giorno dal titolo "anche l'inceneritore Mengozzi va visto in un'ottica di territorio"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Nella seduta del Consiglio Comunale di Forlì del 03 maggio 2016 è stato approvato un ordine del giorno dal titolo "anche l'inceneritore Mengozzi va visto in un'ottica di territorio, no all'aumento del carico orario", proposto dai consiglieri del PD e sostenuto dall'Assessore competente, con l'accoglimento di un emendamento del M5S sulla necessità di un biomonitoraggio ambientale.

Lo stesso giorno l’Assemblea legislativa della R.E.R. ha approvato il Piano Regionale di Gestione Rifiuti che guarda caso non prevede al suo interno, contrariamente al piano adottato nel 2014, nessuna “ottica di territorio” evitando di individuare le aree compatibili e quelle incompatibili per l'installazione di impianti di trattamento rifiuti, parte fondante di un Piano che voglia chiamarsi tale.

A cominciare dalla contraddizione di fondo sopra evidenziata i due atti, pur nella loro diversità, rivelano che l’Amministrazione comunale non la racconta giusta, cercando di allontanare da se critiche e colpe. Andiamo per ordine : se l’odg del gruppo PD insiste giustamente nel sostenere che i cittadini non vogliono avere un inceneritore accanto alle proprie case, gli stessi consiglieri dovrebbero però spiegare anche per quale motivo è stata approvata con delib. n. 12. del 17/3/2015 la variante al POC 2013, riguardante proprio l’inceneritore Mengozzi.

Inoltre I documenti ci dicono che tutti i pareri di competenza comunale (edilizio, urbanistico, paesaggistico e ambientale) sono stati favorevoli, ed espressi nella seduta della Conferenza di Servizi del 15 dicembre 2015, nella quale in particolare è stato espresso anche parere favorevole all'aumento del carico da 4000 a 5000 kg/ora. Le prescrizioni del DICAM, il dipartimento universitario consulente del Comune, risultano integralmente copiate nel documento conclusivo della Conferenza dei servizi, mentre la lettera fuori termine, irrituale e del tutto priva di efficacia nonché in contrasto con le norme che regolano la VIA e la Conferenza dei servizi, contiene solo un generico parere contrario, espresso solo per motivi di facciata, senza che l’amministrazione abbia partecipato alla stessa Conferenza di Servizi.

Se la lettera non poteva in alcun modo essere tenuta in considerazione perché priva dei requisiti minimi e delle motivazioni per l'espressione di un parere negativo nonché delle proposte alternative richieste dalla legge, perché allora la si invoca con tanta enfasi , non ci si accorge che è solo polverone ? Noi Verdi invece chiediamo, se è vero che il Comune è così impegnato a contrastare l’inceneritore Mengozzi, per quale motivo il Sindaco di Forlì, quale massima autorità sanitaria locale, non abbia ancora disposto delle particolari e severe prescrizioni o richiesto il riesame dell'AIA.

Parafrasando Vincenzo Monti potremmo dire “se il Comune piange la Regione non ride”. Infatti essa, prevedendo la autosufficienza regionale nello smaltimento dei rifiuti speciali ( in contrasto con la legge nazionale ), di fatto incentiverà la realizzazione di nuovi impianti di ogni tipologia per smaltimento regionale dei rifiuti speciali che comunque potranno continere ad arrivare da ogni dove, in forza della legge nazionale. La cosa più negativa del Piano è il "traffico" di rifiuti urbani fra realtà locali : i rifiuti urbani di Ravenna e di Rimini verranno bruciati nell'inceneritore di Forlì perché i forlivesi non vogliono i rifiuti speciali, così negli inceneritori di Ravenna e di Rimini potranno continuare ad andare gli speciali che Forlì non brucia, e via dicendo secondo un "flusso" determinato sui scala regionale che non ha nulla a che vedere con l'efficienza e il principio della distanza minima dall'impianto, ma che pare dipendere solo ed esclusivamente dagli accordi politici sulla carta nati dai "mal di pancia" degli amministratori locali del PD.

Infatti il piano può prevedere solo che gli inceneritori di Ravenna e Piacenza chiudano per i rifiuti urbani, unica cosa che la legge consente di regolamentare a un piano rifiuti, ma nulla toglie che diventino impianti dedicati esclusivamente a rifiuti speciali . Così come nulla potrà impedire che a Forlì continuino ad arrivare tonnellate e tonnellate di rifiuti urbani da altre province emiliane, che rimpingueranno le casse delle loro multiutility importando rifiuti speciali da fuori. Ci chiediamo sei sia questa la vera economia circolare con cui in molti si sono riempiti la bocca in questi ultimi anni, nel senso che i rifiuti circoleranno moltissimo per le strade della Regione e che Forlì sarà un polo di un inarrestabile traffico e di incenerimento.

Nei prossimi giorni esamineremo in dettaglio altri punti del c.d. Piano Regionale, mettendone in evidenza tutti i limiti e soprattutto le politiche dettate dalle multiutility e dai loro impianti di incenerimento, politiche che sono schiaffi in faccia per i tanti cittadini che si battono da anni per la loro salute e che si impegnano in quei comportamenti virtuosi che avrebbero dovuto essere alla base della azione della Regione.

Federazione Verdi Forlì-Cesena

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