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Martedì, 16 Aprile 2024
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Guidi: "Il pd deve avere coraggio politico"

"Da socialista leggo con vivo interesse che, oltre ad alcuni esponenti di SEL, finalmente, dopo novantadue anni dalla scissione di Livorno del 1921 dell'allora PCI dal PSI, anche alcuni dirigenti regionali e nazionali del PD si pongono pubblicamente un obiettivo politico fondamentale"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Da socialista leggo con vivo interesse che, oltre ad alcuni esponenti di SEL, finalmente, dopo novantadue anni dalla scissione di Livorno del 1921 dell'allora PCI dal PSI, anche alcuni dirigenti regionali e nazionali del PD si pongono pubblicamente un obiettivo politico fondamentale: quello che il PD faccia la scelta del Socialismo democratico, aderendo al Partito Socialista Europeo ed entrando a far parte dell'Internazionale socialista.

Se e quando ciò, auspicabilmente, avverrà, si realizzerà il profetico monito che Filippo Turati rivolse agli scissionisti, appunto nel 1921, circa il loro, futuro e inevitabile, "ritorno" nella casa comune del Socialismo democratico italiano.

Ma come la linea politica e il gruppo dirigente di un partito possono essere messi in discussione? Non c'è dubbio che ciò avvenga ad ogni scadenza congressuale ordinaria, ma può anche avvenire, in via straordinaria, di fronte a fatti politici rilevanti e in tempi di grave crisi economica, sociale e istituzionale come lo sono quelli attuali.

Ebbene, nessuno può negare che i due parametri di riferimento per una discussione congressuale straordinaria, adeguamento della linea politica e rinnovo del gruppo dirigente, siano oggi entrambi presenti nel PD.

Si devono trovare, al più presto, le giuste soluzioni per recuperare consenso nella pubblica opinione, restituire attendibilità alle proposte programmatiche, fare chiarezza nei nuovi indirizzi politici e mettere in campo un gruppo dirigente che li attui coerentemente.

Ciò andrebbe fatto, e non sarà certo facile, evitando di aprire una lotta generazionale tra i dirigenti e, anche, un'insanabile scontro ideologico tra le diverse componenti culturali oggi presenti nel PD.

Io credo che i dirigenti del PD che sostengono pubblicamente l'opportunità di divenire un Partito socialista europeo, chiedano di farlo senza "tagli delle teste" e "pensionamenti anticipati".

Ognuno può essere utile alla vita di un partito, ma nessuno, a qualsiasi livello, è indispensabile e inamovibile.

Se Enrico IV, per ottenere il trono di Francia, disse che "Parigi val bene una Messa", si può ben dire, a chi non condivide il progetto di dar vita al Partito Socialista, riformista, unitario ed europeo della sinistra italiana, di fare "un cortese passo indietro".

Alessandro Guidi

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