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Dibattito sull'autonomia in Regione, il Pd: "Non servono due regioni separate"

I consigliere regionali Pd intervengono così sul dibattito in corso in Regione sull'autonomia legislativa e amministrativa

"Non servono due regioni separate, ma lavorare insieme per portare maggiori opportunità al territorio". I consigliere regionali Pd (Mirco Bagnari, Gianni Bessi, Lia Montalti, Giorgio Pruccoli, Manuela Rontini, Nadia Rossi, Valentina Ravaioli e Paolo Zoffoli) intervengono così sul dibattito in corso in Regione sull'autonomia legislativa e amministrativa. "Siamo una regione virtuosa, con economia e occupazione in crescita, e ci è riconosciuta questa possibilità che intendiamo sfruttare in ambiti quali il lavoro e la formazione, l’impresa, la sanità, il governo del territorio e l’ambiente", evidenziano gli esponenti democratici.

"In questo contesto stona la contestuale proposta della Lega Nord, formalizzata attraverso una risoluzione, di indire un referendum per dividere l’Emilia dalla Romagna, creando due regioni distinte. Idea rilanciata anche col recente annuncio per lanciare una raccolta firme. Siamo la regione che traina l’economia del resto del Paese, dividerci non può che indebolirci - viene rimarcato -. È invece concreto l’impegno che in Romagna, da anni, stiamo sperimentando collaborazioni e sinergie che fanno della nostra terra un vero e proprio laboratorio in termini di innovazione istituzionale, riorganizzazione ed aggregazione dei servizi. Citiamo le grandi sfide affrontate a partire dall’Azienda sanitaria unica e dalla gestione comune dei servizi idrici e più recentemente dalla nuova Destinazione Turistica".

"Proprio per questo è aperto il dibattito per spingerci oltre, creando una provincia unica della Romagna - concludono -. Un ambito nel quale individuare le strategie e definire le grandi progettualità e gli interventi condivisi in area vasta, garantendo adeguate risorse. Molto più di una suggestione, una proposta sulla quale sta emergendo anche la lucidità e la concretezza dei nostri concittadini, dei sindacati e delle imprese che, più che invocare la divisione della Romagna dall'Emilia, ci chiedono una risposta e un impegno concreto sui problemi e le necessità del territorio e che difficilmente ci perdonerebbero lo spreco di soldi pubblici in passaggi referendario o, peggio, nella moltiplicazione di strutture burocratiche e nel raddoppio dei costi politici e di gestione amministrativa per due enti invece di uno".

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