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Giovedì, 18 Aprile 2024
Politica

"La sopraelevazione del vecchio ospedale è un obbrobrio"

Le paternalistiche dichiarazioni dell'amministratore SERINAR Bacciocchi sono offensive nei confronti di coloro che si preoccupano della tutela dei beni pubblici e una dimostrazione di profonda ignoranza.

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

Le paternalistiche dichiarazioni dell'amministratore SERINAR Bacciocchi sono offensive nei confronti di coloro che si preoccupano della tutela dei beni pubblici e una dimostrazione di profonda ignoranza.
 
 Sarà interessante sapere come è stato possibile autorizzare la sopraelevazione di un edificio storico, quali le previsioni urbanistiche per quell'edificio, quali i pareri espressi dai competenti organi preposti alla tutela dei beni storici e culturali.
 
L'edificio è stato manomesso, la sopraelevazione è una gratuita alterazione volumetrica, tipologica di un immobile realizzato all'inizio del secolo scorso sulla base di un ottimo progetto dell'architetto Tempioni, di cui la pubblica amministrazione aveva l'obbligo della conservazione e del recupero.
 
E' stato compiuto un esemplare recupero dei colori originari della facciata, evidentemente riconoscendo le qualità architettoniche dell'edificio, poi lo si è svilito con la sopraelevazione. Ancor più volgare apparirà la rimasticatura di parti del progetto di Giò Ponti per l'hotel della Città, altro che omaggio, una dimostrazione di provincialismo e incapacità di misurarsi con ciò che la storia ci ha consegnato.
 
Poche settimane fa il Sindaco di Forlì ha pomposamente presentato, insieme con l'autore , il libro di Salvatore Settis, " Paesaggio, Costituzione, Cemento " ma evidentemente non si trattava dell'adesione ai principi di tutela che Settis afferma come inderogabili bensì di uno scoperto tentativo di coprire scelte di asfaltatura e di cementificazione , ogni giorno sempre più rese esplicite.
 
La sopraelevazione del padiglione di ingresso dell'ex ospedale Morgagni è solo l'ultimo esempio dellle manomiossioni consentite dalle vecchie amministrazioni al centro storico e ai suoi elementi costitutivi , edifici, spazi pubblici, aree da sempre inedificate, orti.  Il progetto centro storico continua questa tradizione.
 
Lo scempio messo in atto è stato bellamente autorizzato dal Comune e perfino dalla Soprintendenza che, in modo codardo si è piegata ai desiderata dei proponenti lo scempio medesimo, così come temiamo si accoderà nuovamente se il giardino storico del vecchio ospedale nella parte verso via Corridoni sarà distrutta per farci un nuovo parcheggio.
 
Purtroppo il progetto fa parte di un piano approvato con il superficiale consenso ed elogio di tutti, senza che emergesse veramente quello che sarebbe stato fatto.
 
Una ragione di tutto ciò deriva dalla arretratezza culturale e politica con cui il Centro Storico è stato considerato finora dalle forze politiche di maggioranza e opposizione, credendo che il rigore, il rispetto per ciò che la storia ci ha consegnato fossero un limite alla libera espressione delle capacità progettuali e allo stesso sviluppo.
 
Solo a Forlì possono accadere sopraelevazioni di edifici vincolati, come nel caso del padiglione di ingresso dell'ospedale, solo a Forlì possono trovare spazio le idee dei cultori del cemento e delle auto nel Centro storico, solo a Forlì può continuare ancora un dibattito riguardante il mantenimento di un "opera d'arte " come il parcheggio bunker di Piazza Guido da Montefeltro. Solo a Forlì vengono realizzati opere di nuova costruzione in aree libere da sempre come avviene a Santa Chiara e dietro al mercato ortofrutticolo.
 
Il progetto centro storico messo in campo dal sindaco è coerente con queste operazioni : asfalto, cemento, parcheggi generatori di traffico,  senza avere il coraggio di mettere in campo un progetto generale di tutela, troppo attento a non scontentare nessuno, a cominciare dalla Fondazione che decide per i parcheggi, che "restaura" palazzi storici secondo progetti che paiono mutare troppe volte perchè si tratti effettivamente di conservazione.
 

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