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"Le elezioni sono un appuntamento da non sprecare per una Europa più aperta"

Gianfranco Cattai (Focsiv): “Per creare realmente una casa comune europea, occorre prendere decisioni condivise che sappiano vincere le paure ataviche, tipo quelle legate all’immigrazione”

Salone comunale gremito, lunedì scorso, per l’incontro sul tema “Europa per il bene comune. Il futuro dell'unione europea tra globalizzazione e nazionalismo”, proposto dalle Consulte delle Aggregazioni Laicali e degli Organismi Socio Assistenziali della Diocesi di Forlì-Bertinoro. In sala sono presenti, tra gli altri, il sindaco di Forlì Davide Drei, l’assessore comunale al Welfare Raoul Mosconi e il direttore della Caritas diocesana Sauro Bandi. L’assenza improvvisa del presidente emerito della Camera dei Deputati, Luciano Violante, non ha impedito al coordinatore di Retinopera e presidente di Focsiv, Gianfranco Cattai, interpellato dal giornalista Alessandro Rondoni, di imbastire una robusta riflessione politica su presente e futuro dell’Europa “Non sarà una conferenza sulle elezioni europee, ma sull'Europa – aveva preannunciato il presidente diocesano di Azione Cattolica, Edoardo Russo - non un incontro politico, bensì un'occasione per capire cosa sta accadendo e quale responsabilità abbiamo oggi”.

"L’Europa – ha esordito Cattai – non è scontata, non è un’etnia, ma nasce dalla decisione di alcuni uomini”. Per creare realmente una casa comune europea, occorre prendere decisioni condivise che sappiano vincere le paure ataviche, tipo quelle legate all’immigrazione. Le elezioni di maggio sono un appuntamento da non sprecare per una Europa più aperta. Cattai rivolge l’appello a votare per una Europa coraggiosa, rivolta allo sviluppo umano integrale e al bene comune, dove i migranti costituiscono un valore aggiunto. Il nostro continente rischia un inverno demografico: l’ipotesi di un piano Marshall per l’Africa, ossia un sistema di aiuti europeo sostenuto da tutti gli Stati e destinato ai Paesi teatro di una fortissima emigrazione per creare sviluppo e impattare sui massicci flussi migratori (un’idea sostenuta anche da Papa Francesco), è stato affossato dal sovranismo francese, inglese e tedesco. Europa e terzo mondo: “O facciamo partenariato con l’Africa, o non c’è futuro per nessuno”.

Incalzato da Rondoni, Cattai insiste sull’eccessiva speculazione della paura dello straniero: “Non è mai facile incontrare il diverso perché porta cambiamento”. Alla domanda se la cultura dell’incontro può essere un deterrente alla crisi dell’Europa e dell’uomo, il relatore sostiene che una casa comune europea passa da una condivisione di valori. Il relatore ricorda i 6 punti del Manifesto di Retinopera sottoscritto nel 2002 dalle associazioni cattoliche Aci, Acli, Agesci, Cif, Coldiretti, Confcooperative, Vai, Ctg, Focsiv, Fondazione G.Toniolo, Fuci, Icra, Masci, Mcl, Rns, Csi, Sant'Egidio, Umanità Nuova,  Focolarini, Uneba, Cvx e Cdo: un’Europa democratica e partecipativa, solidale e accogliente, del lavoro umano e del lavoro per tutti, un Europa che promuova cultura, scienza e arte, uno sviluppo sostenibile ed integrale, un’Europa del terzo settore, dell’associazionismo e della gratuità. 

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