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Manovra, Morrone: "Il Paese riparte con investimenti, detassazione e coesione sociale"

E' quanto afferma Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia, che ha seguito in questi giorni alla Camera le fasi finali dell’iter parlamentare di una manovra che definisce “coraggiosa”

“Liberare risorse per gli investimenti, far ripartire la domanda interna, rafforzare la coesione sociale, con più sostegno al welfare, interventi mirati per detassare le imprese, tutelare gli enti locali, anche i più piccoli. Sono questi, in estrema sintesi, alcuni dei punti qualificanti della manovra su cui si è concentrata in questi giorni la disinformazione di un sistema politico incancrenito che non vuole cedere il passo al cambiamento”. E' quanto afferma Jacopo Morrone, sottosegretario alla Giustizia, che ha seguito in questi giorni alla Camera le fasi finali dell’iter parlamentare di una manovra che definisce “coraggiosa”, che “punta a far ripartire il Paese” nonostante la forte frenata dell’economia internazionale.

“Le risse e le fake news diffuse da un Pd in stato confusionale e da altre forze politiche e sociali non ci toccano - commenta Morrone - La Lega guarda ai dati e parla con i fatti. Nessuno può negare che questo Governo abbia realizzato in pochi mesi quello che il Pd non è riuscito a fare in cinque anni. Anzi, al paese del Pd, fermo, bloccato da regole farraginose, vogliamo sostituire un’Italia più dinamica, che investe risorse che già ci sono ma che erano inutilizzate, dove si tornino a vedere i giubbotti arancione degli operai occupati a lavorare nei cantieri e, di conseguenza, a stimolare crescita economica e creare ricchezza. Tocco solo tre settori per spiegare questo cambiamento di visione politica. Investimenti: questa manovra cerca di rimuovere gli ostacoli che impediscono gli investimenti, come le regole stabilite dal Codice degli appalti, soprattutto a danno delle Province e dei Comuni più piccoli. Nessuno, infatti, si è finora posto il problema dei motivi per cui nel 2017 dei 4 miliardi e mezzo messi a bilancio non sia stato speso un euro. E pensare che è stata sufficiente una circolare della Ragioneria per liberare la spesa di avanzo di amministrazione dei Comuni italiani, consentendo di spendere risorse già in essere, il che significa un miliardo di investimenti aggiuntivi. In ogni caso, ai 150 miliardi circa già previsti per gli investimenti fino al 2032/34, ne abbiamo aggiunti 100. Per superare, poi, il blocco della spesa per investimento, oltre alla revisione indispensabile del Codice degli appalti, sono state assunte due iniziative urgenti: è stata alzata la soglia minima degli appalti ‘veloci’ e sono stati previsti 400 milioni destinati ai Comuni sotto i 20.000 abitanti con la condizione di spenderli subito per la messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici. A bloccare gli investimenti ci sono altri due problemi lasciati irrisolti dai precedenti Governi: scarse manutenzioni straordinarie e il contenzioso. L’attuale esecutivo ha messo in atto un piano per superare questo impasse, chiedendo, per esempio, ad Anas di mettere a bilancio un miliardo in più per la manutenzione straordinaria, in modo da attivare nuovi cantieri in poco tempo, e aprendo un dialogo collaborativo con gli Enti locali e le Regioni. Con queste ultime è stata quindi raggiunta un’intesa che, tra l’altro, ha liberato 80 miliardi di investimenti già a bilancio bloccati, appunto, da un contenzioso. Voglio infine citare i 250 milioni destinati alle tanto bistrattate Province, risorse necessarie per le strade e per gli istituti scolastici superiori di competenza provinciale".

Poi Morrone affronta il tema detassazione: "La decisione è stata quella di partire dalle aziende minori, quelle più sofferenti e indifese. Spiace che la mini flat tax al 15 per cento fino a 65.000 euro sia stata un po’ sottovalutata. Si tratta, al contrario, di milioni di partite Iva che pagheranno meno tasse, con la conseguenza, tra l’altro, di una consistente emersione dal ‘nero’, che, con le nuove condizioni, non converrebbe. Ci sono poi interventi per le aziende medie e medio/piccole con l’attreso raddoppio della detassazione dell’Imu sui capannoni e la riduzione dei premi Inail del 30 per cento, che significa 410 milioni di costo in meno solo nel 2019. Per le aziende più grandi si prevede una riduzione dell’Ires dal 24 al 15 per cento. Una misura che a regime vorrà dire 2 miliardi di detassazione, con un’unica condizione: reinvestire e assumere". Infine uno sguardo alla coesione sociale: "Taciuti, e non a caso, dalle critiche pregiudiziali delle opposizioni gli oltre 500 milioni in più destinati al sociale, con particolare riguardo alla non autosufficienza e all’assistenza ai disabili. Tra le risorse, ricordo i circa 100 milioni rivolti all’assistenza e al trasporto disabili (una voce che prima era ferma a 0 euro). Ci sono quindi risorse per le politiche sociali, per la famiglia , per la riduzione delle liste di attesa, oltre a 4 miliardi in più per l’edilizia sanitaria”.

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