Salvini si affaccia sul balcone di Piazza Saffi: "Il 26 maggio si farà la storia di Forlì e della Romagna"
Il comizio, previsto in Piazza Saffi, è stato spostato nel salone comunale, che ha accolto circa 300 persone
La pioggia ha bagnato l'arrivo del vicepremier e ministro dell'Interno, Matteo Salvini, a Forlì a sostegno del candidato sindaco della coalizione del centrodestra Gian Luca Zattini. Ad affiancare il leader della Lega il sottosegretario alla Giustizia e segretario del Carroccio in Romagna, Jacopo Morrone. Quella della città mercuriale è stata l'ultima tappa della lunga giornata emiliano-romagnola iniziata a Fidenza e proseguita a Reggio Emilia, Modena (dove non sono mancate le tensioni) e Ferrara (dove è comparsa la scritta "Salvini muori". Il comizio, previsto in inizialmente in Piazza Saffi, è stato spostato per effetto delle avverse condizioni meteo nel salone comunale, che ha accolto circa 300 persone, che si erano incolonnate per prendere un posto per assistere al riparo dalla pioggia battente alla serata.
Oltre 2mila persone in Piazza
Oltre 2mila persone tra quelle sotto gli ombrelli e quelle nel salone hanno seguito il discorso del leader della Lega anche grazie ad un maxi schermo che è stato posto nel palco allestito nel cuore del centro storico. Salvini, accolto dalle grida d'incitamento "Matteo, Matteo", è arrivato intorno alle 21.30. "Comizio bagnato, comizio fortunato", ha esclamato Salvini, che ha ringraziato "i militanti romagnoli che non hanno mai mollato". A causa di un problema tecnico agli impianti dovuto alla pioggia (il palco non era coperto), il leader della Lega ha parlato dal balcone del salone comunale e cantato con tanto di fisarmonica "Romagnia Mia". "Saviano e la Boldrini chiederanno le dimissioni perchè ho osato parlare Romagna dal balcone (con chiaro riferimento ai comizi storici al balcone di Benito Mussolini, ndr)".
"Il 26 maggio si farà la storia di Forlì"
"Non c'è pioggia che ci fermi e il 26 maggio si farà la storia di Forlì e della Romagna, che si sveglieranno colorate di azzurro e di verde - ha proseguito -. Quel giorno abbiamo il compito anche di salvare l'Europa. Cambiare sì, volere è potere e l'abbiamo dimostrato in questi mesi di governo. La legittima difesa è legge, barchini e barconi non arrivano più, stiamo rottomando due milioni di cartelle esattoriali e stiamo smantellando pezzo a pezzo la Legge Fornero, oltre ad aver approvato la legittima difesa a casa nostra".
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La contestazione
Imponente il dispiegamento di forze dell'ordine. Salvini è stato bersaglio di 100-150 contestatori, che sono rimasti in piazza. "Qualcuno canti Romagna Mia", ha ancora una volta ironizzato il leader della Lega, affacciandosi sul balcone e mandando baci. "I compagni da Forlì spariranno tra venti giorni e libereremo questa città e questa terra. Più minacciano e più io ho voglia di tirare dritto come un treno", ha affermato microfono in mano, rispondendo ai fischi di chi lo contestava.
La replica dei contestatori: "Siamo tutti anti-fascisti". Ha ripreso il vicepremier: "In democrazia vince chi ha il consenso del popolo. E dopo 70 anni a Forlì si cambia". Al coro "Chi non salta un fascita è", Salvini col sorriso ha risposto: "Oltre all'educazione civica nelle scuole servirebbe sei mesi di servizio militare negli Alpini". Dalla Piazza è poi partito il coro "Chi non salta un comunista è". Salvini ha quindi chiuso: "Qua non ci sono fascisti, ma ci sono italiani orgogliosi di essere italiani".