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Metalmeccanici, i sindacati: "4 ore di sciopero contro le politiche del governo"

In questi giorni infatti, secondo le modalità decise dalle rispettive rappresentanze sindacali unitarie, sciopereranno i lavoratori di Electrolux, Marcegaglia, Bonfiglioli Trasmital, Cclg, Fiorini Industries, Pieffeci, Fidia, Icot, Forli Lamiere, Formec e Siboni Motoriduttori

Gli operai tornano in questi giorni ad incrociare le braccia contro le politiche del governo Renzi. Sono tante le realtà forlivesi che, stanno effettuando un pacchetto di 4 ore di sciopero per manifestare la loro contrarietà al Jobs Act e alle politiche economiche messe in atto in questo periodo. Affermano Cgil e Uil: Dopo l’importante sciopero di lunedì effettuato dalle Poste e il sostegno alla passeggiata in difesa della scuola pubblica promossa da tutti i sindacati di categoria, in questi giorni, secondo le modalità decise dalle rispettive Rappresentanze Sindacali Unitarie, scioperano e sciopereranno i lavoratori di diverse aziende di diversi settori produttivi".

"Significative le iniziative nelle aziende metalmeccaniche: scioperano infatti i lavoratori di Electrolux., Marcegaglia, Bonfiglioli Trasmital, Cclg, Fiorini Industries, Pieffeci, Fidia, Icot, Forlì Lamiere, Formec, Siboni Motoriduttori - continuano Cgil e Uil in una nota -. Hanno scioperato giovedì anche i lavoratori di Centrale Adriatica e della Ferretti. Altre aziende sciopereranno nei prossimi giorni con le modalità che le Rsu decideranno.Le iniziative di questi giorni denunciano l'aggravarsi della crisi  sociale  a causa dell’ inadeguatezza delle politiche economiche del Governo e del primo impatto dei provvedimenti governativi in materia di lavoro".

Proseguono i sindacati: "E' sempre più urgente cambiare la politica economica del Governo, mettere al centro  il lavoro , chiudere la stagione della austerità determinare le basi per un nuovo Statuto dei Lavoratori che restituisca dignità e cancelli il Jobs Act. Senza un forte aumento dell’ occupazione, che può venire solo da una forte ripresa di investimenti pubblici  orientati alla creazione di lavoro e alla mobilitazione e all'indirizzo degli investimenti privati, anche i sacrifici imposti ai lavoratori  in questi anni oltre che ingiusti diventano inutili".

Concludono Cgil e Uil: "Siamo convinti che per uscire dalla crisi sia necessario stimolare gli investimenti, mettere in campo una politica industriale all’altezza delle sfide che il Paese sta affrontando e tutelare e difendere il lavoro. I lavoratori e le lavoratrici non si arrendono e intendono continuare le iniziative di mobilitazione, anche perché non vogliono consegnare alle giovani generazioni un mondo del lavoro dove l’assenza di diritti e la precarietà rappresentano le uniche certezze".

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