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Mosconi contro Zattini: "A Meldola per 10 anni ha avuto una moschea priva di agibilità"

“Zattini predica bene e razzola male: quando gli fa comodo è pronto a fare la morale all'istituzione che ambisce amministrare"

“Zattini predica bene e razzola male: quando gli fa comodo è pronto a fare la morale all'istituzione che ambisce amministrare, dimostrando di non essersi documentato e di ascoltare solo la versione che gli può servire ai fini elettorali”: è l'attacco che viene dall'assessore uscente Raoul Mosconi, candidato con la lista “Forlì bene comune”, che ha gestito in Comune la questione calda della moschea di via Fabbretti.

“I disagi segnalati dai residenti della Via Fabbretti sono reali, per questo motivo dal 2015 si è avviato un percorso di mediazione con il coinvolgimento dei residenti stessi, dell'Associazione islamica AFAF e del Quartiere, in accordo con le Forze dell'ordine. Per promuovere la mediazione era però necessario un quadro di legalità che il Comune ha inteso definire operando sempre in collaborazione con la Regione e la Prefettura. In seguito alle segnalazioni della Polizia dell'Unione la Regione ha cancellato l'Associazione AFAF dal registro delle Associazioni di Promozione sociale perché svolge attività prevalenti di culto, a seguito di ciò è stata assunta l'ordinanza di ripristino destinazione d'uso del Servizio Urbanistica del Comune di Forlì e si darà corso alle azioni conseguenti. Obiettivo degli Uffici comunali è la coerenza fra uso e destinazione urbanistica nel rispetto delle regole che devono valere per tutti i cittadini”.

Attacca Mosconi: “Per Gian Luca Zattini il "rispetto della legalità è una priorità che ogni comune deve garantire ai propri cittadini": questo  dovrebbe valere anche per il Comune di Meldola dove il centro di cultura islamico è stato utilizzato, durante i 10 anni di mandato del Sindaco Zattini, con il tacito accordo della amministrazione, come "moschea di fatto" pur essendo un centro culturale. Il Report dei Carabinieri del 2016 sui centri culturali islamici in Emilia Romagna segnalava il centro di Meldola come addirittura privo di agibilità. I residenti di Via Oliverotto Fabretti hanno avuto risposta dal Comune di Forlì, sono state valutate le loro proposte, si è promosso l'ascolto e il dialogo anche con altri residenti della zona per trovare una soluzione entro un quadro di legalità che dovrebbe valere per tutti: a Forlì come a Meldola”.

La replica del comitato

“Nessun  percorso di mediazione ha coinvolto i residenti e il comitato fino all'anno 2017, sebbene vi siano stati incontri tra i residenti e l'Amministrazione Comunale nell'anno 2015 e 2016 che hanno portato ad un nulla di fatto. Nell'anno 2017, tramite un organismo estraneo alla Amministrazione Comunale, sono stati avviati contatti tra il comitato ed il centro islamico che hanno portato ad una sorta di accordo sulla gestione del Ramadan 2018, pur nella illegittimità della situazione, accordo peraltro disatteso dai responsabili del centro i quali anche quest'anno, contrariamente a quanto pubblicamente promesso, hanno svolto il Ramadan in Via Fabbretti”: è la risposta che viene dal comitato di via Fabbretti all'assessore Raoul Mosconi, che attacca il candidato sindaco di centro-destra Gian Luca Zattini.

Continua la nota: “Il tutto, nonostante lo stesso Assessore Mosconi riconosca le ragioni dei residenti della zona, senza la adozione di provvedimenti risolutivi da parte della Amministrazione cittadina (ancora oggi, nonostante la ordinanza di ripristino assunta in questo periodo elettorale), Amministrazione che invece in altri ambiti anche di fronte a situazioni legittime ha dimostrato di potere e volere intervenire anche a tutela della quiete pubblica. Il richiamo svolto dall'assessore Mosconi alla "coerenza fra uso e destinazione urbanistica" lascia presumere la volontà di permettere, a ridosso del centro cittadino, la formale apertura (dopo quella di Via Masetti) di una seconda vera e propria Moschea in Fabbretti, strada chiusa e stretta che non può sopportarne il carico urbanistico, e ciò senza alcun contemperamento dei contrapposti interessi pubblici presenti nel caso: lo stesso non si potrebbe ipotizzare se la Amministrazione fosse intervenuta sulla situazione di Via Fabbretti sin dal 2014, alla prima formale lettera di 50 cittadini, così rimediando alle precedenti errate scelte”.

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