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Nuova giunta, Dori (A Sinistra con Drei): "Molto rumore per nulla"

"Non c’è stata, ad esempio, nessuna spiegazione sul perché si sia passati attraverso l’azzeramento della giunta, anziché optare per un meno traumatico e semplice rimpasto dei 2 assessori uscenti"

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di ForlìToday

""Tempesta in un bicchier d’acqua" e "La montagna ha partorito un topolino", ci sembrano le miglior “frasi fatte” per descrivere l’epilogo della crisi di Giunta della nostra città. Se poi, citando Shakespeare (non ce ne voglia) aggiungiamo “Molto rumore per nulla”, il quadro è completo. L’imbarazzante riunione del consiglio comunale di marte, apertasi con le dimissioni di una consigliera Pd in aperto contrasto con il proprio partito e proseguita con un incolore discorso del sindaco Drei – al quale nessuno, nemmeno la sua maggioranza – si è sentito di accennare un seppur timido applauso, la dicono lunga su quanto potrà accadere nei prossimi mesi.

Non c’è stata, ad esempio, nessuna spiegazione sul perché si sia passati attraverso l’azzeramento della giunta, anziché optare per un meno traumatico e semplice rimpasto dei 2 assessori uscenti. L’unica spiegazione – a metà tra il divertente e il grottesco – l’ha fornita una consigliera del Pd quando ha detto che “….serviva a far provare un po' di brivido forte ad una città un po' sopita, senza grandi emozioni e priva di un dibattito politico vivo e vitale“. Vogliamo credere che stesse scherzando perché, se così non fosse, vorrebbe dire che il Pd ha perduto ogni pudore ed ha deciso di dichiarare apertamente cosa pensi realmente della città che vuole amministrare: una massa di pecoroni addormentati ai quali, ogni tanto, dare una “sveglia”. Che tristezza.

Rileviamo invece con malcelata soddisfazione che il manuale “Cencelli” è ancora vivo e vegeto e viene consultato giornalmente, specialmente durante le crisi di Giunta. Al sindaco servivano tre voti in più e li ha trovati in due delle tre liste di coalizione, offrendo, come di prassi, la tradizionale poltroncina di democristiana memoria. La terza lista – la nostra – non avendo voti da offrire è stata completamente dimenticata, dimostrando come il Sindaco non abbia assolutamente compreso la differenza che passa tra una coalizione elettorale (dove contano le idee ed i contributi intellettuali e politici, la quale non si esaurisce il giorno delle elezioni) ed il dover raccattare voti all’interno di una maggioranza rissosa e riottosa: perché di questo si è trattato e si tratterà.

Non a caso frasi del tipo “Non firmiamo cambiali in bianco” oppure “Io avrei gestito la crisi in modo diverso” pronunciate da esponenti del Pd, la dicono lunga sul percorso minato che attende l’amministrazione Drei 2.0. E a nulla valgono le rassicurazioni della segretaria territoriale del Pd stesso, in merito ad una ritrovata serenità all’interno di quel partito e del gruppo consiliare: “excusatio non petita, accusatio manifesta”. Da ultimo: aver mani e pensiero liberi in questa situazione di confusione politica, credeteci, non ha prezzo".
 

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