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Omossesualità, "Per cambiare approvare subito la legge contro l'omofobia"

Lo afferma in una nota Maria Maltoni, assessore: “Basti pensare che le parole gergali utilizzate per indicare una persona omosessuale, vengono usate abitualmente come insulto

“In questi giorni vari fatti di cronaca hanno rafforzato la mia netta convinzione riguardo alla necessità  improcrastinabile di approvare la legge contro l’omofobia. Il suicido dell’adolescente romano per la paura di non essere accettato da famiglia e società in quanto omosessuale, le offese ad una coppia di turisti gay in vacanza in una spiaggia del sud d’Italia, sono episodi che si inquadrano in un mancato rispetto degli orientamenti sessuali individuali che nel nostro Paese sfocia troppo spesso in aperta discriminazione”. Lo afferma in una nota Maria Maltoni, assessore alle Pari Opportunità e Conciliazione del Comune di Forlì.

“Basti pensare che le parole gergali utilizzate per indicare una persona omosessuale, vengono usate abitualmente come insulto, a prescindere, soprattutto tra i ragazzi, ma non solo. Per questo motivo, anche se la nostra Costituzione all’art. 3 prevede già il principio di eguaglianza tra tutti i cittadini, un provvedimento di legge specifico che da tempo era in dirittura d’arrivo, non può essere ulteriormente rinviato. - continua Maltoni - Infatti se non cambia in primo luogo la mentalità e non si impara il rispetto reciproco, questi fenomeni di intolleranza ed aggressività difficilmente potranno essere superati. Ma perché ciò sia possibile occorre mettere in campo azioni concrete a partire dalle scuole, contrastando fenomeni  mascherati da bullismo che stanno prendendo sempre più piede anche attraverso i social network. Infatti l’educazione alla sessualità e all’affettività implicano il rispetto dell’altro qualunque sia il modo di vivere la sua vita sessuale ed il rispetto è l’antidoto principale contro la violenza, come le donne ben sanno perché la vivono da sempre sulla propria pelle”.

“Oggi sempre più la scelta sui comportamenti sessuali viene vissuta apertamente, a differenza di quanto avveniva fino a pochi anni fa, quando l’omosessualità veniva vissuta di nascosto. A Forlì, come in tutte le città capoluogo della nostra Regione, è possibile ottenere l’attestazione di “famiglia anagrafica unita da vincoli affettivi” (a prescindere dal sesso delle persone presenti nello stato di famiglia anagrafica) che può avere sicuramente un significato simbolico importante per chi la richiede, siano esse coppie etero o gay. - conclude l'assessore - Il passo successivo dopo l’approvazione della legge antidiscriminazione, che ovviamente compete al Parlamento italiano, non può che essere quello di riconoscere diritti alle coppie gay che vivono oggi uno stato di discriminazione fortissima, basti pensare che se non fosse spesso per il buon senso dei medici, non potrebbero neppure essere ammessi ad accudire in ospedale il proprio o la propria compagna, non essendo né parenti né affini”.

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