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Pd: "Dimissioni nel Cda, assenza di un direttore e città sporca, si dimetta la presidente di Alea Simona Buda"

"Una vicenda che conferma tutti i limiti e l’inadeguatezza del sindaco Zattini e della sua Giunta nella gestione delle società partecipate e di un servizio essenziale per il nostro territorio"

"Una vicenda che conferma tutti i limiti e l’inadeguatezza del sindaco Zattini e della sua Giunta nella gestione delle società partecipate e di un servizio essenziale per il nostro territorio. Con i risultati sono sotto gli occhi di tutti”: così il Gruppo consiliare del Partito Democratico di Forlì dopo le improvvise dimissioni di due componenti del Cda di Alea Ambiente. Ora la società dei rifiuti è guidata di fatto solo dalla presidente Simona Buda. 

“Alea è priva di un direttore generale da oltre un anno e solo recentemente ha individuato una figura sostitutiva per il ruolo di direttore tecnico. Ora due componenti su tre del Consiglio di amministrazione hanno rassegnato le dimissioni. A poco valgono le dichiarazioni di facciata della presidente Buda nel tentativo di sminuire la gravità della situazione in cui versa una delle principali società pubbliche del territorio forlivese”, sempre il Pd. "Se, come dice Buda, si è prossimi alla nomina di un nuovo direttore generale, non si comprende perché due consiglieri di amministrazione abbiano rassegnato contestualmente le dimissioni, a fronte del lungo impegno che hanno garantito in questi anni per il buon funzionamento di Alea”.

“Dopo queste pesanti dimissioni, e le dichiarazioni delle ultime ore, riteniamo che il mandato della attuale presidente Buda sia stato sfiduciato dai fatti, dai propri consiglieri e dall’assenza di un governo amministrativo e politico della Giunta Zattini. Prova ne è la situazione di degrado e di sporcizia in cui versa la città di Forlì. Ecco perché riteniamo che le sue dimissioni siano inevitabili”.


“Per mesi numerose società sono rimaste prive di amministratori o di direttori e, quando si è giunti alla nomina, per alcuni di questi ruoli il Sindaco Zattini ha optato per nomi di mera convenienza politica, nel tentativo di accontentare e acquietare i partiti che lo sostengono e la propria maggioranza in Consiglio comunale, in vista della sua ricandidatura. In totale contrasto con i risultati gestionali. A fronte di quanto sta accadendo, riteniamo che si debba procedere con urgenza alla nomina di un nuovo CDA, composto da tecnici e e figure di indiscussa professionalità che assicurino il buon funzionamento della società e di servizi ai cittadini”, conclude il Pd.

Anche l'altro gruppo consigliare di centro-sinistra interviene sullo stesso argomento, per bocca dei consiglieri comunali Giorgio Calderoni  e Federico Morgagni: "Esiste una governance delle società controllate del Comune di Forlì?. La domanda è ovviamente retorica. La immediata risposta 'no' viene dai fatti che si sono succeduti nel corso di questo 2022. Le dimissioni di due componenti su tre del CdA di Alea rappresentano infatti solo l’ultima di una serie di poco edificanti pagine che denotano tutte una palese incapacità dell’attuale Amministrazione di centrodestra di esercitare la necessaria capacità di direzione sulle società controllate dal Comune. A circa un anno dalle dimissioni del Direttore generale di Alea, la Società ha reperito solo all’inizio di questo mese un manager temporaneo, mentre è tuttora aperta la procedura per l’assunzione del nuovo direttore generale".

Ed ancora: "Per tutta la seconda metà del 2022, il ruolo di amministratore unico delle Società ForlìFarma (farmacie comunali) e Forlì mobilità integrata è stato cumulativamente svolto dalla Presidente del CdA della holding Livia Tellus; solo un mese fa sono stati nominati i nuovi amministratori unici di queste due società sulla base di criteri ispirati a una forte lottizzazione politica (entrambi fanno riferimento all’area di Fratelli d’Italia) prima che di competenza e professionalità, e solo dopo una clamorosa marcia indietro rispetto alla prima candidatura filtrata per ForlìFarma (il segretario territoriale di Fratelli d’Italia), retromarcia cui la maggioranza di centrodestra è stata costretta dalla denuncia del nostro gruppo consiliare circa l’insussistenza dei requisiti di legge in capo allo stesso segretario di Fratelli d’Italia; la più volte annunciata ipotesi dell’Assessore comunale alle partecipate dell’uscita di Forlì dalla holding Livia Tellus è stata fortemente sconsigliata dallo studio tecnico commissionato (e pagato) dalla stessa Livia Tellus a una società specializzata di consulenza".

"A questo punto, è del tutto evidente che non è più possibile continuare in questo modo, cioè con una preoccupante abdicazione da parte del Comune di Forlì al proprio ruolo di governo - tramite la Holding Livia Tellus di cui detiene il 78% delle azioni - delle proprie società controllate. E se la Giunta di centrodestra non è in grado – come ha dimostrato di non essere nel corso di questo 2022 – di svolgere questo ruolo è tempo che, contravvenendo al suo costume di non sottoporre al Consiglio comunale le questioni importanti per la città, si disponga finalmente, e sin dal primo consiglio di gennaio 2023, un dibattito aperto nella massima assise elettiva cittadina sul presente e sul futuro delle società controllate e della loro holding".         

"Le società in questione, infatti, devono garantire l’erogazione di servizi pubblici fondamentali (a partire dalla raccolta dei rifiuti, l’erogazione di farmaci, ecc.) per i forlivesi. Il caos gestionale e la mancanza di governance determinati dall’inerzia e dell’immobilismo della Giunta Zattini rischiano di generare, come in parte già è visibile nell’insufficiente attenzione alla pulizia della città, uno scadimento nella qualità dei servizi inaccettabile per una città moderna e che vuole guardare al futuro", conclude il gruppo consiliare Forlì e Co.     

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