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Pd nello stallo, Ancarani: "Aperta anche ad un congresso-lampo. L'opposizione? Sapremo farla"

Il Partito Democratico di Forlì si trova in una fase di stallo interno sul congresso anticipato, vale a dire lo strumento che permette di interpellare la base degli iscritti

Il Partito Democratico di Forlì si trova in una fase di stallo interno sul congresso anticipato, vale a dire lo strumento che permette di interpellare la base degli iscritti e azzera tutti gli organi dirigenti interni. Dopo due riunioni dell'assemblea della federazione territoriale, infatti, non si è venuti a capo della questione e sarà necessario convocare una terza seduta dell'assemblea territoriale del Pd. Il nodo secondo molti sta nel rifiuto del segretario uscente di dimettersi dopo la sconfitta elettorale, polarizzando su questo e non sull'analisi della sconfitta il dibattito interno del Pd. 

Valentina Ancarani, c'è chi giudica le sue mancate dimissioni come un passaggio che sta impedendo l'avvio di un congresso e quindi un dibattito aperto alla base degli iscritti del Pd. In sostanza, c'è chi dice che approvando la volontà di fare un congresso decadono tutti gli organi, compreso il segretario di federazione, mentre lei sostiene che “accompagnerà” questa fase. Ci può chiarire?
“Il regolamento è molto chiaro. La Direzione approva la scelta di andare a congresso con due atti formali: l'approvazione di un regolamento del congresso e la nomina di una commissione congressuale, che fa decadere tutti gli organismi, ovviamente compreso il segretario”.

Quindi conferma anche lei che la scelta di andare al congresso fa decadere il segretario.
“Sì ma alla Direzione bisogna arrivarci, con un regolamento che preveda gli aspetti del congresso. E io non sono contraria al congresso di federazione, l'ho detto in modo lineare sia giovedì scorso che ieri sera (martedì, ndr). Ho anche dato la disponibilità a fare un congresso rapidissimo, l'ho chiamato congresso-lampo, già a luglio ed agosto, anche se sono evidenti a tutti le difficoltà organizzative. Su quest'aspetto si sta generando una confusione che non c'è. Ho anche detto un'altra cosa: che agiamo in un contesto e non siamo soli, dobbiamo quindi pensare alla elezioni regionali a cui dobbiamo arrivare uniti e coesi. Quindi si può pensare ad un congresso a settembre-ottobre se si voterà a gennaio per le Regionali. Domani (giovedì, ndr) ci sarà la Direzione Regionale che deve discutere di questa e altre cose, tra cui un congresso regionale del Pd, vedremo in base a cosa si deciderà al Regionale”.

Ma se lei nella sostanza, pur non dimettendosi, vuole il congresso e, a quanto pare, anche la maggioranza dell'assemblea territoriale del Pd lo vuole (tanto che si voleva metterlo ai voti), siete quindi d'accordo sulla sostanza, perché tanto arrovellarsi su come arrivarci, anche dando un'immagine esterna di confusione e scarsa linearità?
“L'assemblea di martedì sera si è chiusa regolarmente, convocata come prosieguo di quella precedente che aveva un ordine del giorno che è stato discusso e che non prevedeva alcun voto. Questa domanda va fatta a chi mette in giro informazioni che infangano il partito. Non nego certo che il Pd si trovi in una fase complicata e difficile dal punto di vista dell'immagine esterna. Abbiamo comunque delle regole da rispettare”.

Però, sarà d'accordo che nella “parallela” assemblea comunale le dimissioni di Massimo Zoli hanno instradato il Pd verso il congresso in modo più lineare. Perché non replicare anche a livello di federazione?
“Anche su questo sono circolate informazioni inesatte. Le dimissioni di un segretario lasciano un vuoto, c'è più caos e non mi risulta che ci sia atato un dibattito più sereno, anzi. Zoli dimettendosi tra l'altro prima del dibattito ha lasciato un vuoto su chi deve dirigere un percorso. Non è vero che c'è stata più serenità, probabilmente si è trasferita la discussione che doveva esserci in quell'assemblea all'assemblea territoriale. Inoltre non esiste il congresso autonomo del Pd di un Comune. Il congresso è sempre di federazione, quindi voteranno tutti gli iscritti del territorio, non solo Forlì. Al Comunale c'è stato un problema di fondo di gestione”.

Visto che questo congresso appare inevitabile, lei si ricandiderà alla segreteria?
“Sono più impegnata ora ad affrontare questa fase, nel rispetto del Pd e dei suoi iscritti. Il congresso è aperto a tutti gli iscritti, chi vuole candidarsi potrà farlo, se lo farà non lo farà da solo, kamizake esclusi, ma con un gruppo che dietro lo supporta".

Il neo-sindaco Zattini non ha ancora formato una giunta, tanto che siamo agli sgoccioli del primo consiglio comunale e non c'è ancora una squadra definita.
“Sono passati 18 giorni dal ballottaggio, nella stragrande maggioranza delle altre città che hanno votato ci sono giunte già al lavoro, a Forlì il silenzio più totale. Vedremo se questo sarà il modus operandi di questo nuovo governo cittadino. Li aspettiamo in Consiglio comunale”.

Però questi concetti non riuscite a comunicarli efficacemente, ripiegati in discussioni tutte interne. La domanda che viene spontanea, scusi la brutalità, è: dopo 50 anni di governo sarete capaci a fare opposizione? 
“Penso che saremo molto efficaci nel fare opposizione, abbiamo in Consiglio 8 consiglieri molto preparati in grado di organizzare un'opposizione di controproposte, non basate sulla polemica spicciola”.

L'opposizione, però, si fa anche fuori dal Consiglio, tra la gente
“Certamente, ma parte e trova raccordo nel gruppo in Consiglio. Siamo stati deficitari nel contatto col territorio, se no non avremmo perso le elezioni. E' un rapporto da recuperare, ma abbiamo tutte le competenze e le doti umane per farlo”.

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