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Petizione sicurezza del M5S, raccolte 2mila firme: se ne discute in consiglio comunale

Un progetto che nei prossimi giorni sarà oggetto di analisi da parte delle rappresentanze delle forze dell'ordine pubbliche e dei sindacati delle guardie giurate

Verrà discussa martedì in consiglio comunale la petizione sicurezza elaborata nei mesi scorsi dal Movimento 5 Stelle di Forlì e sottoscritta da più di 2000 cittadini. Un vero e proprio piano-programma in dieci punti, concretamente attuabili dall'amministrazione comunale, che è stato presentato con un evento pubblico alla cittadinanza con il senatore M5S Vito Crimi, depositato in Municipio e illustrato al prefetto di Forlì Fulvio Rocco De Marinis.

Un progetto che nei prossimi giorni sarà oggetto di analisi da parte delle rappresentanze delle forze dell'ordine pubbliche e dei sindacati delle guardie giurate. Nel “Pacchetto sicurezza del M5S Forlì” sono previste misure come la videosorveglianza mirata, l'installazione di un' illuminazione intelligente, le ordinanze comunali speciali riguardanti sicurezza e lotta al degrado, il potenziamento di uomini e mezzi delle forze dell'ordine, un maggiore controllo del territorio da parte della polizia municipale, l'impiego della vigilanza privata (che non dovrà sovrapporsi alle forze dell’ordine pubbliche ma integrare i servizi di controllo diurno e notturno nelle aree a rischio e degradate), esperienze di “sorveglianza di vicinato”, la stipula a carico del Comune e per conto di tutte le famiglie forlivesi di un'assicurazione contro i furti in abitazione, e, da ultimo, la richiesta in ambito parlamentare di leggi che garantiscano la certezza della pena ed inaspriscano quella specifica a reati così odiosi e gravi come i furti in appartamento.

"Ogni 100 furti in appartamento, 97 restano senza colpevole e le forze dell’ordine riescono a identificare e ad arrestare il ladro solo nel 2,7% dei casi: ci ricorda l'ultima indagine Istat - esordiscono o consiglieri comunali Daniele Vergini e Simone Benini E quando il ladro viene assicurato alla giustizia, trascorre in cella soltanto qualche ora, al massimo qualche giorno, giusto il tempo di patteggiare il minimo della pena, tre al massimo quattro mesi di reclusione, e di tornare in libertà immediatamente a riprendere il proprio ‘lavoro’, dal momento che quella limitata condanna (che non viene mai espiata) rientra  nelle norme svuota carceri e l 'indulto propinati dallo
stesso premier Renzi con l'avvallo di tutto il Partito Democratico, lo stesso Pd che oggi vorrebbe darci lezione di sicurezza, incapace - in realtà - da sempre di garantire il rispetto dell'ordine pubblico e il controllo del territorio  nelle città che amministra"-.

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