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Politica

Piano Faunistico Venatorio, se ne parla in Regione: perplessa la Lega

La Lega esprime perplessità. Pompignoli (LN): “strumento tardivo e qualitativamente insufficiente”

“C’è ancora molto da fare per tradurre in azioni mirate di gestione, l’articolato panorama faunistico della nostra Regione” – è il consigliere della Lega Nord, Massimiliano Pompignoli, all’indomani dell’udienza conoscitiva sul Piano faunistico-venatorio regionale dell’Emilia-Romagna 2018-2023, svoltosi nella sala polivalente dell’Assemblea Legislativa (FOTO IN ALLEGATO) a intervenire sul tema: “l’incontro di ieri ha lasciato trapelare non poche perplessità da parte dei cacciatori, delle associazioni venatorie e degli Atc, sulle modalità di gestione e abbattimento di alcune specie (ad esempio il cinghiale) e sull’introduzione delle unità territoriali di gestione il cui ruolo e la cui utilità resta un mistero. L’Ass.re Caselli ci consegna, con notevole ritardo rispetto alla tabella di marcia (l’approvazione del Piano era prevista per lo scorso dicembre), un testo raffazzonato, contradditorio per alcuni aspetti e con il quale saremo obbligati a convivere per i prossimi cinque anni. Avremmo preferito un percorso incentrato sulla semplificazione e sull’omogeneità dell’apparato di gestione della fauna selvatica piuttosto che una proliferazione di soggetti pubblici e privati, le cui funzioni rischiano di moltiplicarsi. Per non parlare della tentacolare articolazione degli Atc, il cui numero spropositato abbiamo più volte denunciato” – conclude Pompignoli – “ci aspettavamo che la legge regionale (la n°8/94) intervenisse per disporne una riperimetrazione dei confini in un’ottica di armonizzazione dei territori, ma così non è stato perché la Giunta ha preferito anteporre alla riforma della norma, l’approvazione di un Piano che – per molti aspetti – è tutto da rivedere”.

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