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Primo Maggio, il Pd: "L'emergenza sanitaria sia l'occasione per ripensare il mondo del lavoro"

"L'emergenza Coronavirus ha ulteriormente mostrato le tante fragilità di una categoria come quella delle donne", interviene sul tema anche Maria Teresa Vaccari, segretaria Unione Comunale Pd di Forlì

"Il Primo Maggio ci obbliga a fare i conti con la drammatica persistenza di serie fragilità e inadeguatezze del nostro sistema economico e occupazionale, che emergono chiaramente laddove si rendano invece necessari cambiamenti tempestivi, dettati dall’imprevedibile velocità di propagazione di una pandemia come Covid-19". E' la riflessione del segretario del Pd forlivese, Daniele Valbonesi.

"Ha ragione il presidente Bonaccini quando dice che il lavoro deve essere la nostra ossessione, come amministratori e classe politica. La crisi economica e occupazionale generata e conseguente a quella sanitaria impone di ripensare la gestione dei processi produttivi, del lavoro e dei lavoratori, investendo in formazione continua, innovando e avvalendosi della tecnologia - continua il segretario Pd -. Nello stesso tempo, l’emergenza 'ci aiuta', se così si può dire, a comprendere quanto sia necessario intervenire sul nostro welfare, sulla rete e i servizi di supporto a famiglie, bambini, giovani, donne, anziani: un’ottica realmente e concretamente proattiva verso le nuove generazioni e verso l’investimento sul futuro. Un Paese come il nostro, con crisi di natalità e una sproporzione crescente tra la popolazione attiva e quella già a riposo, richiede da oggi una modifica sostanziale organica del rapporto formazione-occupazione-assistenza-previdenza, che non può non passare dal lavoro".

"L'emergenza Coronavirus ha ulteriormente mostrato le tante fragilità di una categoria come quella delle donne - interviene sul tema anche Maria Teresa Vaccari, segretaria Unione Comunale Pd di Forlì - evidenziando quanto ci sia ancora da fare per rendere possibile la conciliazione vita-lavoro delle madri lavoratrici e delle tante che si occupano delle tante attività di cura di bambini, anziani e familiari. Al tempo stesso ha però portato alla luce il ruolo centrale delle donne nell'affrontare l'emergenza storicamente concentrato nei lavori di cura e dei servizi alla persona, che si sono fatte carico dei malati ma anche dei ragazzi e degli anziani costretti a casa".

"La ripartenza non può prescindere da un radicale cambiamento culturale e organizzativo nel mondo del lavoro - conclude Vaccari - ed è un grave limite che nella task force incaricata dal Governo di progettare la 'fase 2' non ci sia alcuna donna. Auspichiamo che le buone prassi nel campo delle politiche di genere che il nostro territorio e la nostra Regione praticano da anni siano d'esempio anche per il resto del Paese. Siamo convinti che le professionalità e il punto di vista femminile siano una risorsa irrinunciabile per ripensare un nuovo modello di società e di economia, che vedano al centro la dignità della persona, la tutela dei diritti, la lotta alle discriminazioni, la valorizzazione delle competenze".

Valbonesi chiude il suo pensiero tornando alla Festa del Lavoro: "Voglio concludere con un sincero ringraziamento a tutti coloro che dall’inizio dell’emergenza hanno messo a repentaglio la propria salute (e delle proprie famiglie) alla cura altrui: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, poliziotti, volontari, personale e addetti delle aziende dei settori indispensabili, autotrasportatori. La stessa gratitudine deve essere dimostrata verso chi ha dovuto chiudere la propria attività, di tutti i settori, indipendentemente dal settore e della dimensione. Per tutti queste persone, ora e negli anni a venire il lavoro dovrà essere la priorità fondamentale della nostra azione di governo".


 

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