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Pubblica amministrazione, si mobilitano i sindacati: "Serve una vera riforma"

"Per una vera riforma della pubblica amministrazione", i sindacati hanno organizzato per l'8 novembre una manifestazione nazionale per chiedere "il rinnovo contrattuale, la stabilizzazione del lavoratore precario e investimenti nell'organizzazione del lavoro e delle competenze

"Pubblico sei tu". Con questo slogan le categorie Funzione pubblica di Cgil, Cisl e Uil riuniscono martedì in assemblea al Comune di Forlì tutti i dipendenti pubblici forlivesi. "A questa assemblea - evidenziano i sindacati - sono invitati anche i cittadini, proprio perché quando si colpiscono le pubbliche amministrazioni i primi a rimetterci sono i cittadini in termini di servizi che non vengono erogati, lentezze burocratiche e tasse che aumentano".

La spesa delle Pubbliche Amministrazioni - "Quasi la metà - sostengono i sindacati - va in acquisti, appalti, incarichi Il numero dei dipendenti delle Pubbliche Amministrazioni è in costante calo, mentre la spesa pubblica complessiva continua ad aumentare. La spesa del personale dal 2014 al 2014 è diminuita di 9 miliardi di euro mentre la spesa pubblica è cresciuta di ben 14 miliardi".

"Il personale - continuano Cgil, Cisl e Uil - diminuisce, ma non c'è staffetta generazionale. Anzi il blocco del turn over provocherà il progressivo depauperamento dei servizi resi al cittadino, soprattutto in sanità (blocco del turn over totale per amministrativi e tecnici e 1 assunto ogni 4 cessazioni per il personale sanitario di assistenza). Nessuna risposta inoltre sul problema dei Precari, che soprattutto in sanità coprono da anni posizioni essenziali ed a diretto contatto dei cittadini. Nel periodo 2014/2018 sono previste 128 mila cessazioni dal lavoro, verranno però assunte solo 70 mila unità di personale con una perdita di 57 mila posti di lavoro".

Ma sui servizi si taglia - "I tagli a Regioni, Provincie e Comuni, Sanità e Ministeri prospettati nella Finanziaria sono daccapo tagli lineari che non distinguono gli Enti virtuosi da chi ancora ne approfitta - aggiungono le tre classi sindacali -. Si continua, senza alcuna riduzione degli sprechi, ma con ricadute dirette sui servizi. Mentre le tasse locali continuano a crescere. L’innovazione è ferma (e anche il salario): nessun investimento nelle competenze al servizio delle persone. Lo stop alla contrattazione ha causato il blocco di qualunque investimento nelle competenze e nell’organizzazione del lavoro. I lavoratori Pubblici hanno inoltre,  nel periodo 2009-2014, avuto una perdita salariale media per mancato rinnovo contrattuale di circa -5000 euro e subito una riduzione del salario accessorio dell’11% (il doppio in proporzione alla riduzione del personale). E nella finanziaria si prevede il blocco della contrattazione anche per il 2015".

"Così - aggiungono - non riparte certo l’economia e senza contratto non si riesce neanche ad intervenire in maniera partecipata ai pur necessari progetti di riorganizzazione della macchina pubblica. I bisogni crescono e i servizi sono a rischio. Gli anziani che usufruiscono di assistenza domiciliare integrata sono passati da poco più di 200mila nei primi anni 2000 a oltre 532mila nel 2012, e la tendenza è in aumento. Nonostante questo la presa in carico non supera il 4,3%. della popolazione anziana e i posti letto nelle Rsa accolgono appena il 2,5% degli anziani".

Cgil, Cisl e Uil ricordano che "4,1 milioni di persone in Italia sono portatrici di disabilità (il 6,7% della popolazione), nel 2020 diventeranno 4,8 milioni. L’assistenza sociale domiciliare copre appena il 7,4% del bisogno e appena l’1,9% l’assistenza integrata socio-sanitaria, la disponibilità di posti nelle strutture residenziali non supera il 3,9%". Inoltre "solo il 18,7% dei bambini fino ai 2 anni frequenta un asilo nido (si passa dal quasi 30% dell'Emilia Romagna al 3% della Campania)". "Con un tasso di disoccupazione al 12,6% e una disoccupazione giovanile al 43%, i centri per l’impiego riescono a seguire solo il 4,3% delle persone in cerca di lavoro e solo il 2,7% degli under 30", chiosano. "Per agganciare la ripresa - proseguono - i 4 milioni di aziende italiane hanno bisogno di semplificazione amministrativa, informazione economica, sostegno al credito, promozione del made in Italy, supporto all’internazionalizzazione e formazione. Di fronte a questo si tagliano i contributi per i servizi alle imprese". "Per una vera riforma della pubblica amministrazione", i sindacati hanno organizzato per l'8 novembre una manifestazione nazionale per chiedere "il rinnovo contrattuale, la stabilizzazione del lavoratore precario e investimenti nell'organizzazione del lavoro e delle competenze.

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