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Trovato l'accordo per la riqualificazione del fiume Ronco-Bidente

Si tratta di una parte di asta fluviale, posta a confine tra il comuni di Forlì e Forlimpopoli, in passato sede di numerose attività estrattive, ad oggi per lo più cessate o in fase di cessazione

La delibera approva formalmente il testo di un accordo territoriale tra la Provincia di Forlì-Cesena, l'Autorità dei bacini regionali romagnoli, il Servizio tecnico di bacino della Romagna ed i Comuni di Forlì e Forlimpopoli per la riqualificazione fluviale del fiume Ronco-Bidente nel tratto fra il ponte della via Emilia e la confluenza del torrente Salso (nelle vicinanze del ponte della strada provinciale 37 ‘Para’).

Si tratta di una parte di asta fluviale, posta a confine tra il comuni di Forlì e Forlimpopoli, in passato sede di numerose attività estrattive, ad oggi per lo più cessate o in fase di cessazione. Già in passato i Comuni interessati, attraverso i propri Piani delle Attività Estrattive (PAE), hanno disposto la dismissione delle cave presenti e avviato, con l’approvazione dei propri strumenti urbanistici, una fase di tutela, presidio e valorizzazione dell’intera zona, fino alla sottoscrizione nel 2003 di un Protocollo d’Intesa con il quale si prevedeva la realizzazione di un parco fluviale intercomunale. Inoltre, in quest’area è da tempo istituita, per una superficie di circa 232 ettari, un Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) della Rete Natura 2000 che si chiama “Meandri del Fiume Ronco”.
 
L’accordo persegue finalità fra loro strettamente interconnesse: la gestione del rischio idraulico mediante la messa in sicurezza del territorio rispetto agli eventi di piena bisecolare; il ripristino dei livelli di funzionalità ecologica mediante politiche di tutela quali-quantitativa programmata sulle acque; la tutela e miglioramento della biodiversità delle specie animali e vegetali mediante ricostituzione della rete ecologica e delle fasce tampone lungo il corso d'acqua. L’accordo   definisce il quadro generale degli interventi di promozione e valorizzazione fluviale, individuando sinteticamente distribuzione, consistenza, scansione temporale, risorse economiche e compatibilità urbanistico-ambientale degli interventi previsti, suddivisi in 13 ambiti distinti. Tra gli interventi, si prevedono nuovi argini, aree di espansione in caso di piena, piste ciclabili, spazi per attività sportive all’aperto, recupero di laghetti esistenti, piantumazione di alberi, centri visita, la valorizzazione delle ex vasche di sedimentazione fanghi dell’ex zuccherificio Sfir, ed infine un “distretto del riciclo” nell’area sud di Villa Selva.
 
Ha presentato la delibera l’assessore alla Pianificazione territoriale Maurizio Castagnoli: “La delibera rappresenta una cornice sui principi base, che andranno poi dettagliati in specifici accordi di programma, nella consapevolezza che il pubblico in futuro non avrà molte risorse per attuare questi progetti. Quindi il collegamento con i soggetti privati sarà necessario, accettando questa sfida. L’intervento è per migliorare una realtà attualmente compromessa dal punto di vista della biodiversità, quindi non dobbiamo temere l’intervento dal punto di vista ambientale. Con un congruo compromesso con i privati, l’accordo in soldoni dice che le cave da quel territorio le togliamo. Con questo accordo rendiamo la tutela di quest’area fluviale un bene pubblico, e quindi rassicuriamo anche le associazioni dei cittadini. Anche portare il campo da golf attuale da 9 a 18 buche non significa danneggiare l’ambiente.  Non bisogna temere gli accordi di programma, non è assolutamente vero che sono squilibrati a favore del soggetto privato. In ogni caso sorveglieremo sul ‘do ut des’ E’ tutto da costruire: non ci sono accordi già definiti”.
 
Ha preso la parola il capogruppo del PdL Stefano Gagliardi : “Mi lascia perplesso tutta l’area prevista come ‘distretto del riciclo’, in cui sarebbe bene mettere qualche paletto: perché convertire dei suoli agricoli in produttivi, quando ancora non sappiamo ancora niente delle imprese che ci andranno? Inoltre sembra che a Selbagnone potrebbero sorgere nuove cave, che attualmente sono vietate in base al piano cave PIAE, che però scade nel 2014”.
 
Quindi Gabriele Borghetti, consigliere del Pd: “In commissione abbiamo trovato una gestione spocchiosa, arrogante e superficiale della presentazione di questa delibera da parte degli organi tecnici, un comportamento inaccettabile nei rapporti tra politica e struttura tecnica. Ritengo completamente inutile la conversione di terreni da agricoli per il ‘distretto del riciclo’ quando sappiamo che nelle vicinanze, tra Forlì e Forlimpopoli, sono già previsti ettari ed ettari per il comportato produttivo, con il cosiddetto ‘Quadrilatero’. Inoltre, si legge che le aree di esondazione saranno ricavate con nuovi scavi: non vorrei che si trattassero di nuove occasioni per sottrarre materiale dal territorio. La politica ci vorrà guardare bene oggi, ma ci guarderà bene anche domani”.
 
E’ intervenuto ancheGianluca Zanoni, capogruppo della Lega Nord: “A leggere questi documenti si è levata dai nostri banchi la richiesta di ulteriori documenti e quando abbiamo chiesto gli allegati ci è stato fatto capire che stavamo quasi facendo una richiesta non legittima. Abbiamo dovuto raccogliere con contatti personali le informazioni su questo progetto. Per questo avevamo pensato a proporre degli emendamenti: per tenere alta l’attenzione su un tema di grande importanza. Per avere massimo consenso abbiamo deciso di tramutarli in ordine del giorno, ma restano tutte le perplessità: se ci fosse stato più tempo queste considerazioni potevano essere parte integrante dell’accordo. Infine anche noi siamo d’accordo che la zona del riciclo non debba portare via altro territorio agricolo”.
 
Sul tema anche l’intervento di Luciano Minghini, capogruppo del Pd: “E’ un accordo, questo, per leggere in maniera unitaria il territorio su cui andiamo ad intervenire con futuri accordi di programma. Vedo con favore che ci portiamo a casa questo risultato, in quanto va nella direzione della tutela ambientale. Bene è stato puntualizzare con il Servizio Tecnico di Bacino che le aree di esondazione non saranno create con ulteriori scavi. Vogliamo vederci chiaro anche nella dismissione degli impianti di frantumazione e nel ‘distretto del riciclo’. Il rapporto pubblico-privato va ben valutato, in quanto ci saranno interventi anche di carattere edilizio e in questo in particolare vorremo vederci bene”. Per il Pd è intervenuto anche il consigliere Piero Gallina.
 
Successivamente ha preso la parola Giovanna Perolari, capogruppo dell’Idv: “Alcuni passaggi avevano suscitato anche in noi dei dubbi. Per questo sottoscriviamo l’ordine del giorno proposto dalle opposizioni, in quanto cogliamo in esso un interesse collettivo e un interesse al miglioramento di quest’accordo territoriale”.
 
Maria Grazia Bartolomei, capogruppo dell’Udc, ha detto: “Spesso succede che gli uffici non diano adeguate informazioni, ma nel momento in cui si vota si avalla quanto questi hanno deciso di fare anche se non si conoscono nei dettagli i progetti. Le rassicurazioni non mi incantano in alcun modo, per questo voglio rilevare che quest’atto compie un’azione di pianificazione territoriale vera e propria, con un’ipotesi di sviluppo che non è l’unica alternativa. Per esempio non viene chiarito quando saranno smantellati i frantoi in località Selbagnone, mentre c’è pendente un giudizio davanti al Consiglio di Stato. Inoltre si propongono interventi da parco urbano, come i parapetti sugli argini e piste ciclabili, quando stiamo parlando di un parco naturale. Infine si offrono possibilità di nuovi volumi di edilizia, anche residenziale, in zona oggi agricola, in particolare nell’area del campo da golf. Non posso far altro che auspicare che queste residenze almeno siano di alto livello e compatibili con la qualità ambientale. Quest’accordo è estremamente articolato e contemporaneamente molto generico: non si capisce che cosa sarà realizzato”.
 
Infine Valerio Roccalbegni, consigliere del PdL: “Voglio sottolineare che c’è la diga di Ridracoli a monte, che controlla il flusso dell’acqua. Non ci vedo problemi di sicurezza idraulica sul Ronco-Bidente”. La delibera è stata votata a favore da Pd, Idv, PdL, Gruppo Misto, astenuti Lega Nord e consigliere Anconelli (PdL). Uscita dall’aula la consigliere Maria Grazia Bartolomei (Udc).
 
I gruppi consigliari del Pd, PdL, Lega Nord, Idv e Gruppo Misto, hanno proposto un ordine del giorno collegato alla delibera. Il documento impegna la giunta ad “istituire l’Area protetta dei Meandri del fiume Ronco, partendo da un’accurata verifica dell’effettiva valenza naturalistica dell’area; avviare entro 12 mesi dalla sottoscrizione dell’Accordo le procedure per il riconoscimento della Riserva naturale orientata ‘Meandri del fiume Ronco’”. Inoltre, si impegna la giunta “a non proporre l’apertura di nuove cave, dal momento che il PIAE proibisce l’apertura di nuove cave nella zona di Magliano, Selbagnone e il Ronco. Il Piano scadrà nel 2014 e questo vincolo deve essere riproposto nel nuovo piano”. Infine si impegna la giunta “a comunicare alla Regione Emilia-Romagna i sopra-esposti impegni assunti dalla Giunta Provinciale su proposta del consiglio”. L’ordine del giorno è stato votato all’unanimità. .

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