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Domenica, 28 Aprile 2024
Politica

Sanatoria dei migranti, nuova manifestazione davanti al palazzo della Prefettura: "Nessuno sia escluso"

"Questo titolo di soggiorno deve poter essere richiesto e rilasciato direttamente dalle questure senza formalizzare una domanda di protezione internazionale", viene evidenziato

Mercoledì alle 18.30 è prevista una manifestazione davanti alla prefettura, in Piazza Ordelaffi, per chiedere "chiarezza sulle procedure e sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno per coloro che sono riusciti partecipare alla sanatoria. Aderiscono Anpi Forlì, Forlimpopoli e Forlì-Cesena, le associazioni Barcobaleno, Lifeonlus, Luciano Lama, Tamkin per donne marocchine in Italia, VoceDonna, Welcome odv, Auser Fo Avvocato di Strada Ravenna, Avvocato di Strada "Vanni Casadei", Centro per la pace Forlì - APS, Cgil Forlì e Cesena, DiaLogos società cooperativa sociale, Emergency Forlì-Cesena e Ravenna, Federconsumatori Provincia Forli - Cesena APS, Forlì Città Aperta, Libera Forlì-Cesena, Lvia - Forlì nel Mondo, Messaggeri del mondo, Migrantes, Presidio Libera Forlì e Forlimpopoli, Rete studenti medi Forli, Salute e Solidarietà ed Un secco no.

"E’ trascorso un anno dal decreto del Governo Italiano che annunciava la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per chi era già presente nel territorio italiano - evidenziano le associazioni in una nota -. A distanza di dieci mesi dalla chiusura di una sanatoria escludente e complicata sono state evase in ambito nazionale poco più del 5% di tutte le richieste pervenute. Oltre al danno di aver pagato i costi di una procedura illogica, oggi registriamo la beffa di persone che rimangono senza documenti e senza diritti. In tante realtà, tra cui la Provincia di Forlì e Cesena si sono svolte fin da subito iniziative di protesta contro una procedura che così come definita non avrebbe garantito i diritti fondamentali, tra cui quello alla salute. Se confidavamo che per il nostro territorio l'iter di tutte le domande di regolarizzazione potesse effettivamente concludersi nell’arco di qualche mese anche a fronte delle 8 assunzioni arrivate nel 2021 alla Prefettura, oggi le assurde circolari sopraggiunte pongono nuove complessità che metteranno in difficoltà le persone che hanno fatto richiesta di regolarizzazione, le imprese e anche la Pubblica Amministrazione. Non possiamo dunque che rimarcare come questa situazione sia umanamente inaccettabile".

"Da un anno i lavoratori e le lavoratrici dei due settori prescelti (agricoltura e cura) sono in attesa di una convocazione che non arriva. Da un anno uomini e donne sono sottoposti a ricatti e sfruttamento da parte dei datori di lavoro e c’è chi un datore di lavoro nel frattempo l’ha perso - viene aggiunto -. Per queste ragioni manifesteremo mercoledì alle ore 18.30 in Piazza Ordelaffi ad un anno esatto dall’avvio di questo iter, per chiedere chiarezza sulle procedure e sui tempi di rilascio dei permessi di soggiorno per coloro che sono riusciti partecipare alla sanatoria; che non siano i lavoratori e le lavoratrici a dover subire l’incompetenza di un sistema che non funziona subendo l’ennesima beffa pagata a caro prezzo; l’abrogazione del requisito dell’idoneità dell’alloggio, requisito ostativo al rilascio del permesso e che da sempre è di difficile ottenimento; e il diritto alla salute a partire dalla vaccinazione anticovid 19".

Si chiede inoltre "un permesso di soggiorno anche per coloro che non rientravano nei parametri restrittivi delle procedure del 2020, ma che da anni vivono e lavorano nel nostro paese per uscire dall’invisibilità alla quale sono stati condannati da una sanatoria beffa che non ha voluto vederli. Il decreto Lamorgese ha previsto la possibilità di ottenere un permesso di soggiorno per protezione speciale della durata di 2 anni e convertibile in permesso per lavoro. Questo titolo di soggiorno deve poter essere richiesto e rilasciato direttamente dalle questure senza formalizzare una domanda di protezione internazionale". Si manifesta inoltre per chiedere "una moratoria sul requisito del reddito. In piena crisi economica dovuta al Covid-19 non è pensabile continuare a vincolare le procedure per il rinnovo del titolo di soggiorno, per il ricongiungimento familiare e la richiesta di cittadinanza ad una quota minima di reddito". Le associazione chiedono anche "la modifica complessiva del Testo Unico sull’immigrazione, la definizione di corridoi umanitari e procedure per l’ingresso in Italia per motivi di lavoro che permettano di cancellare il vasto fenomeno della tratta di essere umani, lo sfruttamento e il caporalato".
 

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