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Venerdì, 19 Aprile 2024
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I 15 'moschettieri' del territorio al lavoro per ridurre l'Imu

Quindici firme dei sindaci del territorio su una dichiarazione d'intenti con la quale le amministrazioni comunali s'impegnano, entro l'autunno, a presentare ai cittadini un progetto

Quindici fasce tricolori schierate nel Salone Comunale giovedì mattina per dire che le parole non bastano più. Quindici firme dei sindaci del territorio su una dichiarazione d'intenti con la quale le amministrazioni comunali s'impegnano, entro l'autunno, a presentare ai cittadini un progetto di nuova articolazione dei poteri locali, con il principale obiettivo di ridurre l'aliquota Imu. Questo il primo cittadino Forlivese, Roberto Balzani lo definisce “un piccolo caso nazionale”.

Il patto tra i sindaci (Foto Cristiano Frasca)



Fa gli onori di casa il sindaco di Forlimpopoli, Paolo Zoffoli, sottolineando come “sia possibile una sinergia per superare la crisi”. Tocca a Rosaria Tassinari, primo cittadino di Rocca San casciano illustrare il documento. Ecco una premessa: “Sappiamo tutti che il nostro Stato, per farcela, deve dimagrire, e che la spesa pubblica va aggredita in modo strutturale, altrimenti i contribuenti saranno stati spremuti inutilmente, solo per rinviare al prossimo tracollo finanziario lo scenario greco. Nessuno però si muove. Tutti, negli emicicli di Roma, sembrano paralizzati, terrorizzati dall’idea di perdere un privilegio o un pezzettino di sovranità. Noi sindaci sottoscritti, non ci stiamo. E abbiamo un’idea. Intendiamo prendere un impegno esplicito con i nostri amministrati. Siamo consapevoli che l’IMU non potrà non essere pesante e che molti cittadini e molte imprese avranno difficoltà a pagarla. Ma finché non tagliamo un pezzo sostanziale della nostra spesa – non certo i servizi, che vogliamo conservare il più possibile integri -, non riusciremo a ridurre le aliquote”. Questo si legge nel documento sottoscritto da tutti i sindaci.

“Come fare a tagliare la spesa? Sicuramente riducendo l’indebitamento – e questo già lo stiamo facendo tutti, in virtù del patto di stabilità. In secondo luogo, aggredendo i costi generali. E qui sta il nostro futuro. Unificare la gestione di quanti più servizi è possibile, accorpandoli su una scala più vasta del singolo Municipio, risparmiando in prospettiva sul personale e migliorando le performances. Possiamo arrivarci attraverso l’unione di Comuni o attraverso un vero e proprio processo di fusione, che permetta comunque di salvaguardare sul territorio l’erogazione dei servizi e la difesa della cultura territoriale: lo studieremo nel volgere di pochi mesi, in ogni caso entro l’autunno, e poi ci rivolgeremo ai cittadini per sapere che cosa ne pensano. Tutto quello che sarà risparmiato, lo dichiariamo fin d’ora, andrà ad abbattere le aliquote IMU”.

Ecco come: “Renderemo più snello, dal basso, il nostro governo territoriale, semplificandolo (più di 8.000 Comuni e oltre 110 Province, a prescindere dalle Regioni, non ce li possiamo più permettere); non toccheremo, lo ripetiamo, la spesa per i servizi diretti alle persone, cioè, il welfare, dal nido alle case di riposo; orienteremo tutti i tagli possibili all’interno della macchina, senza licenziare nessuno, ma operando riorganizzazioni ed efficentamenti radicali; le quote di spesa corrente che riusciremo a risparmiare saranno TUTTE impiegate per abbattere le imposte, il cui livello è sicuramente troppo alto”.

Per fare questo, sottolinea Balzani “è necessaria una discontinuità: la stagione della grande spesa pubblica è finita almeno per una generazione. Inoltre finisce anche la fase storica in cui la vita della comunità e i campanilismi dell'amministrazione coincidevano perfettamente. Il lavoro iniziale sarà quello di un'analisi tecnica dettagliata, poi si passerà al confronto concreto con le parti sociali, con i partiti e con i cittadini, per la redazione di un progetto il cui testo sarà inviato anche alla presidenza del Consiglio dei ministri e alla presidenza della Repubblica. A quel punto non si escludono proposte e richieste a Regione e Stato”.

I quindici amministratori, in particolare quelli dei piccoli comuni che già hanno sperimentato l'associazione di servizi e competenze, mettono sul piatto le prime ipotesi dei settori sui quali si potrebbe intervenire, unificandone almeno la gestione e riorganizzandoli dal basso: Polizia Municipale, anagrafe, urbanistica, propone il sindaco di Tredozio Luigi Marchi. La sicurezza, la scuola, la semplificazione burocratica, l'accesso al credito, le infrastrutture e i costi dell'energia sono le priorità di Mirko Betti, alla guida di Portico di Romagna. Una richiesta ben precisa arriva da Flavio Foietta, sindaco di Santa Sofia: “L'importante è che tutto il territorio venga trattato allo stesso modo e che piccoli comuni e vallate siano considerati alla stregua del territorio più centrale”. La sfida, aggiunge, il primo cittadino di Predappio, Giorgio Frassineti “è mantenere la stessa qualità e quantità di servizi con un quarto di spesa corrente in meno”.

“Abbiamo già sperimentato il lavorare insieme nella sanità e nei servizi sociali– concliude Zoffoli – ora si tratta di mettere insieme la gestione di tutto ciò che serve per efficientare le macchine comunali. Chi ci porrà i suoi limiti saranno i consigli comunali e i cittadini stessi. L'obiettivo è quello di arrivare ad una riduzione dell'Imu nel 2013”.

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