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Ticket sanitario, le famiglie forlivesi contro Errani: "Scelta iniqua"

Approfittando della visita del presidente della Regione, Vasco Errani, atteso per lunedì mattina in ospedale a Forlì, la Consulta Comunale delle Associazioni delle Famiglie protesta contro un provvedimento "palesemente iniquo"

Le famiglie forlivesi contro il ticket sanitario. Approfittando della visita del presidente della Regione, Vasco Errani, atteso per lunedì mattina in ospedale a Forlì, la Consulta Comunale delle Associazioni delle Famiglie (alla quale aderiscono 24 associazioni e gruppi), presenta una “formale protesta” alla giunta regionale per le modalità di calcolo del nuovo ticket sanitario. Modalità definite “palesemente inique”.
 
LA PROTESTA - “Infatti il sistema adottato nella nostra Regione, presentato come "sistema più equo a tutela dei cittadini" – sostiene Paolo Bergonzoni, coordinatore della Consulta -, pur esprimendo la giusta preoccupazione per un’applicazione più corretta del ticket governativo, introduce invece forti ingiustizie”.

INGIUSTIZIA 1 - La prima ragione di ingiustizia è che la scelta della Regione “non tiene conto dei carichi familiari, gravando così le famiglie che hanno persone a carico sia del maggior importo sul ticket, sia del maggior numero di ticket da pagare”.

INGIUSTIZIA 2 - Inoltre l’operazione voluta da Vasco Errani e dall’assessore regionale Carlo Lusenti (anch’esso lunedì a Forlì) “esclude dal calcolo del reddito familiare i redditi del/della convivente non coniugato/a e dei separati di comodo, in tal modo discriminando ancora una volta le coppie sposate”.
 
SORPRESA - Duro il giudizio della consulta. “Questa modalità di calcolo del ticket esprime una mentalità sui temi sociali che francamente credevamo ormai superata da molti anni – dice Bergonzoni -. La Consulta resta sconcertata di come sia stato possibile, a politici non certo alle prime armi, un tale grave errore su temi così sensibili per le nostre famiglie e per la popolazione tutta, con scelte che non sono certo “per una maggiore equità e la tutela dei più deboli”, come inopportunamente dichiarato nella locandina regionale”.
 
LA PROPOSTA - Poi le famiglie forlivese formulano una proposta: “Soluzione più equa e semplice poteva consistere nel dividere il reddito familiare per il numero dei componenti il nucleo anagrafico –ò spiega Bergonzoni -(per le spese sanitarie è difficile sostenere che sia giusta la scala di equivalenza dell’ISEE); o, in subordine, nell’utilizzo dell’ISEE”.
 

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